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Toyota 2000GT: la prima supercar del Sol Levante

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Era il lontano 1965, quando Toyota presentò la 2000gt al Tokyo Motor Show, lasciando tutto il mondo a bocca aperta, per la bellezza e per la….provenienza di una supercar in grado di combattere con le concorrenti del vecchio continente. Sorprese il mondo, soprattutto perchè le auto giapponesi di allora, non rappresentavano i canoni di bellezza, affidabilità e velocità che il mondo del JDM moderno, tanto di moda in questi ultimi anni e che spopola a macchia d’olio nel cuore degli appassionati, esprime. Il Giappone era conosciuto soprattutto per le utilitarie dalle forme squadrate, dalle cilindrate misere e da una qualità ingegneristica inferiore rispetto al livello delle maggiori case automobilistiche europee.

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Così la Toyota decide di stupire il mondo e ci riesce. Collaborando con Yamaha, produce un’automobile dalle linee filanti e raccordate con una sinuosità delle curve degne delle migliori auto supersportive dell’epoca. La rivista americana di auto, Road & Track, definì la 2000gt una delle macchine più eccezionali sul mercato, comparandola alla Porsche 911, un riferimento nel campo delle auto sportive. Per questo la Toyota 2000gt è considerata la prima vera “Supercar del Sol Levante”.

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La sua fama le è valsa anche la parte di Bond-car, in versione spider, nel film Agente 007 – Si vive solo due volte.

Il Design

La carrozzeria completamente in alluminio era bassisima, appena 116 cm dalla parte piu alta del tetto, e presentava dei fari a scomparsa in plexiglass.

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L’interno dell’auto era stato progettato con gusto, offrendo un confort degno di una vettura turismo di lusso senza tralasciare l’indole sportiva. Spiccavano finiture in palissandro impiallacciato, l’autoradio, e solo come optional, l’aria condizionata.

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Dettagli tecnici

Il motore era un 2.0l 6 cilindri in linea (Sigla 3M), derivato dalla berlina di lusso Toyota Crown, ma con le migliorie fornite da Yamaha, riuscì a sviluppare la potenza di 150 cv. Venne infatti progettata una nuova testata a doppio albero a camme, abbinata a due carburatori Solex PHH 40. Vennero costruite soltanto 9  MF – 12 con un motore 2.3l SOHC (Sigla 2M) in grado di erogare 115 cv.

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Il motore era montato in posizione longitudinale, collegato ad un cambio a 5 rapporti con differenziale autobloccante; la 2000gt fù la prima vettura giapponese ad adottare un sistema frenante a dischi per tutte e 4 le ruote.

La produzione

Secondo dati Toyota e Yamaha, furono prodotte ( dal 1967 al 1970 ) solo 351 2000gt, di cui: 233 esemplari di MF10s, 109 esemplari di MF10Ls (restyling della Mf10s), 9 esemplari di Mf12Ls (versione 2.3L SOHC).

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Le autovetture vennero vendute ad un prezzo equivalente a 6800 $, molto di più rispetto alle dirette concorrenti Porsche e Jaguar: si dice che Toyota non abbia avuto profitto dalla vendita delle auto, e che sia riuscita a mala pena a pareggiare i conti, provando che più che una mossa al fine di guadagno è stata una dimostrazione al mondo di quanto fosse valida l’industria automobilistica giapponese. La maggior parte delle Toyota 2000gt furono verniciate di rosso o di bianco.

La 2000gt nelle competizioni

Toyota introdusse la 2000gt nelle gare in circuito nel 1966, ottenendo un terzo posto al Gran Premio del Giappone e una memorabile vittoria alla 24 ore del Fuji nel 1967. La 2000gt settò parecchi record di velocità e resistenza riconosciuti dalla FIA, durante una prova di durata di 72h. Questi record spinserò Porsche a produrre la 911R, una 911 vitaminizzata creata appositamente per battere i record conquistati dalla Toyota.

Carroll Shelby capì subito il potenziale che aveva la vettura, tanto da decidere di prepararne 3, 2 da corse ed una utilizzata come muletto di riserva. Le Toyota utilizzate nel campionato SCCA 1968 rimasero in USA mentre la terza venne ritirata dalla casa madre per creare una replica della record-car, andata distrutta in un incidente, ed esporla nel museo dove ancora oggi giace.

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Potete leggere il post originale su Born From Races.