Auto
Concorso d’Eleganza Villa d’Este 2024 – Pura Classe
LA SFILATA PIU’ ATTESA DELL’ANNO HA SUPERATO NUOVE VETTE DI BELLEZZA, OPULENZA, VARIETA’ E AFFLUENZA DI PUBBLICO
Un sogno iperimmersivo, in cui ci si risveglia per un fine settimana all’anno, dove non esistono imperfezioni o sbavature, e tutto è così dannatamente una favola. Il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, sempre portata in alto dalla doppia elica di BMW, insieme all’intramontabile Simon Kidston nelle vesti di frontman, è riuscita ad allargare la pletora di capolavori partecipanti, senza intaccare ma anzi migliorando il livello dei partecipanti. Pezzi unici firmati dai grandi carrozzieri, regine guidate da principi e divi, reduci dalle gare anteguerra col fascino del vissuto, in barba alla nuova dottrina del car detailing. A tutta questa meraviglia si aggiunge il sabato del Wheels & Weisswürscht, dedicato alle auto degli appassionati, del doppio rene e non solo, che hanno potuto assaporare l’emozione di essere, seppur per una sola giornata, protagonisti sulla riva del lago più bello del mondo.
COME I GRANDI SIGNORI
Con il Wheels & Weisswürscht, che i non germanici conoscono meglio come Amici del Concorso, BMW Classic ha voluto dare la possibilità anche agli appassionati comuni, da tutta Europa, di portare la propria classica sul prato di Villa Erba, come fanno le persone influenti nella giornata di domenica. Wheels & Weisswürscht è sempre stato, fin dalla sua prima edizione, l’occasione giusta per ammirare i capitoli passati del marchio della doppia elica, specialmente le M e le Alpina. Delle storiche che in Italia sono molto ambite e sognate, ma ancora troppo poco approfondite, come le M5 delle generazioni E28 ed E34. Innumerevoli le Mini, dalla Cooper alla Innocenti, che grazie al loro mix di radica e assetto da go kart sono un riferimento per gli amanti delle piccole divertenti e non troppo impegnative. Qui BMW ha lasciato da parte la rivalità con gli altri costruttori, ed è così che hanno trovato posto anche le gloriose Lancia da Rally; Deltone, Stratos e Fulvia; e pure rarità: l’Alfa Romeo Giulia GT elettrificata dalla Totem; una Mercer, marchio americano scomparso un secolo fa, una Osca 1600 GT e l’unica Iso Grifo 90 esistente e circolante.
UN SALUTO A MARCELLO
Il Concorso d’Eleganza Villa d’Este è stata l’occasione per dare il giusto tributo a un grande del design italiano, dalla cui penna sono nati dei miti, basti pensare alla Lamborghini Miura, alla Bugatti EB110, all’Alfa Romeo Montreal, alla Lancia Stratos, qui nella livrea Marlboro; alle Lamborghini Countach e Diablo, alle Maserati Shamal, Khamsin e Quattroporte quarta serie; alla Iso Rivolta Lele; alla concept BMW Garmisch e anche alla assai meno quotata Citroen BX a cui la concept Camargue ha tenuto la mano per darle coraggio.
OLIO SU LAMIERA E CARBONIO
A Villa Erba, durante il Concorso d’Eleganza Villa d’Este, BMW ha esposto, esattamente come fossero quadri, quelle sue auto da gara che grandi artisti hanno avuto l’onore di usare al posto della tela. La M1 firmata da Andy Warhol; la 3.0 CSL griffata da Frank Stella; l’ultimissima M Hybrid V8 su cui ha passato il pennello Julie Mehretu, del campionato WEC; e tante altre hanno confermato quella che a Monaco hanno fatto diventare una bella tradizione di famiglia. Insieme a loro, e alla M1 pilotata da Carlos Reutmann nel campionato Procar del 1980, a celebrare lo sport anche i colleghi di Mercedes, Audi, Porsche e Lotus, ciascuna con il then and now delle rispettive scuderie: Audi R8, quelle che hanno corso a Le Mans, l’attuale Porsche 963 del team Penske; la Mercedes W25 di Rudolf Caracciola e le Lotus marchiate John Player Special affidate a Nigel Mansell e Elio De Angelis sono delle star che, soprattutto quando capita di vederle tutte insieme, ti fanno viaggiare con la mente, e pure con le batterie della fotocamera.
DAI SOTTERRANEI DI MONACO
Direttamente dal museo storico della casa, al Concorso d’Eleganza Villa d’Este, sono venuti in gita alcuni pezzi unici che confermano la creatività dei loro ingeneri, dalla X5 LeMans, con motore V12 da oltre 700cv; alla H2R, che nel 2004 segnò un nuovo record di velocità per le auto a idrogeno. In testa a tutte queste la nuovissima Concept Skytop, che non si sa se entrerà in produzione, anche se di certo, in BMW, difficilmente certi gioielli rimangono pezzi da museo.
SPLENDIDI ALBORI
La prima categoria a passare sul red carpet del Concorso d’Eleganza Villa d’Este son quei modelli che ancora vengono guidati con occhiali e sciarpa svolazzante alle spalle, il pionierismo dell’auto da turismo. Come la Diatto 20S, rinvenuta in Giappone da Corrado Lopresto, immancabile al Concorso, dalle forme molto nautiche modellate in Francia, ora parte della sua vasta collezione tutta italiana. Un passato nel gossip newyorkese per l’Isotta Fraschini 8 AS, ordinata ai tempi da Rodolfo Valentino poco prima di morire e quindi data ad una famosa ereditiera, collezionista di matrimoni a nove zeri. La Bentley Blower ha raccontato una storia incredibile: ex ufficiale, veterana a Le Mans, costruita per il presidente della società e appartenuta successivamente al padre del presentatore Simon Kidston.
L’ESTASI E IL TRIDENTE
Il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este ha visto due tra i più nobili marchi di sempre godere di uno speciale compleanno insieme, rispettivamente dopo 120 e 110 anni, con delle categorie riservate completamente a loro. Rolls Royce ha rimembrato intere decadi trascorse con Chanel Numero 5 e Champagne, schierando dame del livello di Silver Ghost del 1914, Phantom II e Silver Cloud, facendo sembrare il tutto come un pic nic dell’alta aristocrazia. Maserati, che vanta una tradizione nel mix tra lusso e sportività, vestita dagli dei del design, facendosi rappresentare dalla 3500 Spider prototipo di Vignale; dalla A6G di Zagato, carrozzata in alluminio e iscritta alla Mille Miglia nel 1956; dalla Quattroporte realizzata da Frua nel 1971, una delle sole due prodotte e la cui unica sorella è andata nelle mani dell’Aga Khan e da tante altre.
GLORIA AL VENTO E ALLE CORSE
L’aereodinamica e la sete di vittorie sono due cose sempre state unite, strette insieme da quella cosa chiamata velocità. Al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este lo sanno bene ed è così che hanno chiamato esempi con motori incredibili, come nel caso della mastodontica Cadillac V16; ma anche le ultime testimoni dell’auto di prestigio francese, quali la Talbot T26 e la Delahaye 135M; e la corridora Ferrari 225S, modellata da Vignale; ovvero quando il lusso non gradisce l’attrito con l’aria. E lo sanno molto bene chi l’auto la usa per scalare sul podio, come i numerosi piloti, da Maurice Trintignant a Juan Manuel Fangio passando per Stirling Moss, hanno messo le loro mani sul volante della Ferrari 335S.
BELLEZZA SEMPRE
Ai tempi della Dolce Vita lo stile è sempre stato tutto, al pari della prontezza sui pedali. Il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este ha narrato le auto e le gesta di chi, spesso con moglie o amante a fianco, lasciava Monza per Portofino. Hanno pensato così il petroliere Paul Getty, con la Mercedes 300 SC, il Principe Mulay del Marocco, fiero con la sua Ferrari 275 GTS, e Hans Holterbosch, rampollo del birrificio Lowenbrau, comodamente seduto da passeggero sulla sua Mercedes 600.
RESTAURO? NO GRAZIE!
Anche ai giudici e al pubblico del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este sta cominciando a piacere, e pure molto, la patina del tempo, quel bel pastrugno di olio e fumo, che copre tutta l’ammaccata e graffiata carrozzeria. Serenissima Agena, figlia del Conte Volpi di Misurata; Fiat Dino Aereodinamica, ex collezione Pininfarina; Mercedes 300 SL, con ancora le stesse gomme: vetture che ancora oggi fanno ben volentieri a meno del car detailing, spesso nelle mani delle stesse famiglie. L’Alfa 8C 2300, che ha vinto il titolo di Best of Show, ne è un perfetto esempio. Un’auto straordinaria che l’importatore delle Ferrari negli USA Luigi Chinetti, colui che la vendette negli Anni ’30 al suo ultimo possessore, tentò senza successo di ricomprarla, pur offrendo una 365 Daytona nuova di pacca come contropartita.
POLIGONI, CURVE E INNOVAZIONE
Da quando è nata la Lamborghini Countach, di cui al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este son iscritti ben due esemplari, compreso quello appartenuto alla figlia del re dell’Arabia Saudita, l’evoluzione dell’auto ad alte prestazioni è andata molto spedita, dando vita alla McLaren F1 con targhe giapponesi, commissionata dallo stesso che ha sponsorizzato la gemella vittoriosa a Le Mans nel 1995, la RUF CTR Yellowbird, una 911 trasformata per toccare quota 340 km/h; e ad altre diaboliche invenzioni. Al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este persino il futuro sa far salire l’adrenalina, tramitel’Alpine Aplenglow, che beve solo idrogeno; e all’Alfa Romeo 33, la più votata dal pubblico e che anticipa il modello che andrà solo a trentatré selezionatissimi clienti. Futuro molto rievocativo per la Koenigsegg CC850, remake della mitica primogenita della casa svedese; e la Lotus Type 66, rimasta intrappolata su carta nel cassetto degli uffici di Hethel quando ancora c’era Colin Chapman e che oggi il figlio Clive ha fatto diventare realtà.
L’edizione 2024 del Concorso d’Eleganza Villa d’Este è stata una cosa tale che neanche la più evoluta forma di intelligenza artificiale saprebbe immaginare. Uno spettacolo ormai affermato tra gli appuntamenti automobilistici più importanti, che in molti nel mondo stanno cercando di replicare. Uno show che sta scavalcando anche i molti saloni dell’auto nuova che, per varie ragioni, stanno sempre più perdendo smalto e linfa vitale.