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Milano Autoclassica 2022: è tutta passione quel che luccica?

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Qualche riflessione critica sull’edizione 2022

E anche Milano Autoclassica c’è stata, i grandi eventi del 2022 sono finiti ed è tempo forse di qualche riflessione. Su Milano Autoclassica il giudizio è estremamente positivo, non c’è dubbio. Un evento che negli anni ha saputo crescere ed intercettare nuovi interessi e nuovi appassionati del mondo dell’auto d’epoca. Ma è davvero sempre passione?

In un momento come quello attuale è d’obbligo chiedersi se la parola passione abbia conservato il suo significato tradizionale oppure sia una scatola dorata in cui custodire più prosaici intenti, sempre legittimi ovviamente!

Girando tra stand e visitatori i discorsi e le riflessioni più ricorrenti sono sempre gli stessi, prezzo, crescita dei prezzi, esplosione dei prezzi, caro o troppo caro. Milano Autoclassica come anche Padova sembrano siano diventate non tanto un luogo in cui gustarsi le macchine in esposizione e l’offerta culturale messa a disposizione dagli espositori come ASI, Aci Storico e i vari club locali, bensì una vetrina in cui commentare dinamiche di prezzi che molto spesso, tête-à-tête intorno a un tavolo, si sgonfierebbero come palloncini.. Che la situazione sia questa è sufficiente guardare i risultati delle aste di Bonhams e Wannenes tenute a Milano durante la Fiera.

E’ di questi giorni l’ufficializzazione della notizia – che in realtà nell’ambiente circolava da tempo – della chiusura delle riviste di Ed. Domus Youngtimer e Auto Italiana e conseguente drastica riorganizzazione di Ruoteclassiche con la dipartita di buona parte della redazione.

Ma come! Si parla ovunque di passione e nuovi appassionati e le riviste di riferimento chiudono o si ridimensionano? Come si può alimentare la passione se non si conosce, non si legge e – men che mai -studia? Se il panorama informativo di riferimento delle “auto d’epoca” o più correttamente “classiche” si riduce e quindi viene a mancare la possibilità di attingere ad insostituibili fonti di aggiornamento e conoscenza, come è possibile sostenere che la passione per questo comparto cresca e getti le basi per il futuro? Forse è la smania di fare il “colpaccio” che cresce non la passione per la storia dell’automobile e quindi la chiusura delle riviste è imputata a scelte editoriali sbagliate e non invece alla crisi della “passione” ad opera dell’abbaglio di prospettive di guadagno. Il teorema di Hegel potrebbe essere utile per spiegare il fenomeno.

Le fonti di informazione tradizionale non possono essere sostituite da Youtuber o web series di ritrovamenti improbabili: la cultura si costruisce con la lettura, gli approfondimenti e l’approccio critico. You Tube serve per passare informazioni, stimolare i sensi, esaltare l’aspetto fisico e dinamico ma non può diventare l’unica fonte di conoscenza. Speriamo quindi che le Ed. Domus ripensino ad un rilancio della propria offerta editoriale proprio alla luce della non sostituibilità della funzione svolta dalle proprie riviste nella formazione di una cultura di qualità. E’ innegabile che la qualità della carta stampata (e delle connesse versioni digitali) sia progressivamente diminuita, le pagine ormai erano occupate dai “soliti” e non c’era più una pluralità di esperienze da raccontare ai lettori, nulla però che non possa essere controvertito se la passione, quella vera e coltivata con la conoscenza, riuscirà a separarsi dal luccichio degli affari.

E’ indiscutibile il ruolo dei giovani nella conservazione del patrimonio motoristico italiano, ad un progressivo disinteresse delle nuove generazioni di “custodi” corrisponderebbe un progressivo deterioramento del parco auto classico e un’emorragia di vetture verso l’estero. La passione però, come si accennava prima, deve essere costantemente alimentata e stimolata per radicarne la presenza e orientare consapevolmente le scelte verso la valorizzazione e conservazione del patrimonio motoristico. Ridurre la dialettica a mere considerazioni di prezzo è senz’altro l’anticamera dell’indifferenza. L’edizione 2022 di Milano Autoclassica probabilmente è stata la più ricca a memoria mia, un’edizione formidabile in cui si sono intrecciate tutte le anime del settore ognuna dando un apporto significativo per la riuscita dell’evento. A ben vedere se si fosse parlato meno di prezzi e più di contenuti sarebbe stato per certo l’edizione in cui la passione avrebbe dimostrato di essere più forte dei mercanti.

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Classe '76, Dottore di ricerca, libero professionista e Master Sommelier FIS, coltivo da sempre la passione del vino e delle auto d'epoca. In entrambi i settori concentro il mio interesse sulle produzioni italiane di eccellenza come strumenti di crescita economica e diffusione della nostra cultura nel mondo. Punti deboli? Le supercar '60 e '70 ed i grandi rossi dell'Etna!