
Eventi
21^ Festa della Fiat 1100
Organizzata in collaborazione con la Pro Loco di Montecchio Precalcino (VI), presso la location di Villa Cita da Schio, dimora della seconda metà del XVII secolo, posta in splendida posizione sul lato orientale della collina che domina la vallata, si è tenuto il tradizionale incontro annuale delle Fiat 1100 e derivate costruite dal 1937 al 1969.

Il sempre caparbio organizzatore, Fabio Urasini è riuscito anche questa volta a fare centro, radunando ben 50 esemplari (e quindi 100 partecipanti) provenienti non solo dal Veneto ma anche dal Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Alto Adige e Toscana, dando una panoramica interessante della produzione, iniziata con la capostipite di tutte le “1100”, la Fiat 508C “Nuova Balilla 1100“, uscita nel giugno del 1937, la cui evoluzione stilistica, presentata alla fine del 1939 e subito ribattezzata popolarmente “musone”, fu la prima vettura della marca torinese a fregiarsi della denominazione Fiat 1100. Il soprannome “musone” derivava dall’imponente calandra spartivento (in uso anche sulla Fiat 2800) che la differenziava esteriormente dalla prima versione, poi anche definita “musetto” per retroformazione.

Nell’immediato dopoguerra, la 1100, lievemente modificata, assunse la designazione di 1100 B, (presente uno splendido esemplare nella classica livrea blu scura ed anche una versione BL (o lunga) del 1948, vettura di famiglia, che veniva adibita ad uso “noleggio con conducente”. Al centro dell’attenzione e particolarmente apprezzata e fotografata, una Fiat 1100 B Cabriolet 4 posti del 1948, una delle numerate versioni, che Il reparto Carrozzerie Speciali del Lingotto produsse, tra il ’47 ed il ‘49. Poi, alla fine dell’estate del 1949, uscì la 1100 E caratterizzata esteriormente dall’adozione di un vano posizionato nella coda, destinato all’alloggiamento della ruota di scorta. Anche di questa versione ve ne erano vari esemplari con in aggiunta la versioni ELR, destinata al trasporto merci. Molti dei nostri genitori e/o nonni (per i più giovani) hanno fatto Scuola Guida, con le 1100 E Musone. La E rimase a listino fino alla primavera del 1953 quando nacque la 1100-103. Il motore particolarmente robusto e affidabile (un 4 cilindri 1089 cc. da 36 cv), le prestazioni elevate rispetto alla cilindrata (110 km/h e consumi relativamente limitati), la buona abitabilità’ interna, la versatilità di impiego e il prezzo “ragionevole”, assicurarono un ottimo successo di vendite alla 1100, che diventò subito per antonomasia “la vettura media” dell’automobilista italiano.

Ampia la panoramica presente: dalla versione sportiva TV (turismo veloce), alla versione 103 Industriale (preziose risorse per i nostri artigiani), alla 103 E e , la successiva 103D. Poi, la versione più raffinata della evoluzione del 103 D, la 103 H Lusso (soprannominata “coda di rondine” per il profilo laterale terminante con un logo). Il tutto che ci porta agli anni ’60 ove per ridurre i prezzi vengono unificate le versioni con la nascita della Export, presente in un bel blu pavone e la Special che viene sostituita dalla 1100 D nell’autunno del 1962. Infine, il canto del cigno con la 1100 R che, comunque, dal 1966 al 1969, venne apprezzata e richiesta ancora in 340.000 esemplari, segno della longevità di un progetto che continuava ad avere i suoi estimatori.

Particolarmente gradita da tutti la gentile accoglienza con gli omaggi per la pulizia “waterless” offerti da Fabrizio Guasti Mafra ed il tradizionale rinfresco, come da abitudini della “Festa della 1100”. Si è avuta quindi la possibilità della visita libera delle zone aperte al pubblico. Il complesso è formato da una villa affiancata a sinistra da una barchessa a sei arcate e a destra da una cappella gentilizia in stile neoclassico dedicata alla Beata Vergine Maria (1762). Nell’antica sala da pranzo della Villa troova ubicazione un piccolo museo della civiltà contadina.

La colonna infrangibile è partita quindi per un giro panoramico sulle circostanti colline, attraversando paesi e frazioni e ammirando chiesette particolari come quella di Sant’Antonio a Fara Vicentino o il lungo ed assottigliato campanile della Chiesa di Santa Maria Assunta a Breganze, che è il secondo campanile per altezza, dopo quello di San Marco a Venezia. Le riconoscibili 1100 hanno sollecitato, lungo il percorso un sorriso ed un saluto. Si è giunti quindi alla Trattoria Galdeman a Sandrigo (VI) dove, il conviviale gruppo ha potuto degustare un menù vicentino e di stagione, preparato dallo Chef Adua Ceccato.

Per chiudere in bellezza, alla ripartenza per i rientri, un presente di ricordo dell’evento: una bottiglia di vino, Muraro ‘952 RABOSETTO Trevenezie IGT, da bere in ricordo di questa riuscita giornata! Un ringraziamento particolare a nome di tutti i millecentisti è stato fatto al Presidente Lino Trotta ed a tutto il Direttivo del club A.N.T.E.A.S che hanno coperto i costi extra pranzo. Mentre complimenti sinceri vanno a Fabio Urasini che con pragmatismo e rigore, riesce sempre ad organizzare queste Feste ove si respira la passione, scevra da interessi economici e dove, chissà perché, finita un’edizione si spera presto nella prossima, per la quale, però dovremo aspettare un anno!
