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Il Palazzo dei Musei apre all’automobile

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Che l’automobile come opera d’arte sia ormai entrata nel linguaggio comune è cosa nota, che effettivamente venisse ospitata all’interno di un Museo dedicato alle opere d’arte del nostro patrimonio storico era meno scontato. A Modena però è successo.

In occasione del Motor Valley Fest 2022, inaugurato a Modena lo scorso 28 maggio, una selezione unica di vetture da corsa delle due case simbolo della Capitale mondiale dei motori è stata esposta e aperta al pubblico all’interno del chiostro del Palazzo dei Musei cittadino in un susseguirsi di bellezza dalle migliori espressioni artistiche dall’età romana fino ai giorni rombanti in cui Maserati e Ferrari si sfidavano in tutte le competizioni più importanti.

La scelta e l’allestimento della mostra all’interno del Palazzo probabilmente sancisce in via definitiva quella sensazione dell’auto come opera d’arte generalmente espressa non più solo dagli appassionati ma anche dai visitatori che nel tempio dell’arte hanno potuto vedere l’automobile con un occhio diverso, non più contestualizzata su una strada ma all’interno di uno spazio in cui lo spettatore diventa protagonista di un rapporto individuale e speciale con l’opera. Il rapporto artistico, infatti, non parla altra lingua se non quella dell’emozione, stupisce e trafigge. L’automobile risulta così liberata della sua “utilità” a tutto vantaggio della sua storia, in omaggio ai suoi creatori e a quelle persone che a quelle quattro ruote hanno dato tutto. L’auspicio è senz’altro quello che sempre più Musei, non solo quelli specializzati, riconoscano e accolgano l’automobile nei propri spazi riconoscendone l’autonomia espressiva e la simbolica culturale e identitaria di cui è portatrice.

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Classe '76, Dottore di ricerca, libero professionista e Master Sommelier FIS, coltivo da sempre la passione del vino e delle auto d'epoca. In entrambi i settori concentro il mio interesse sulle produzioni italiane di eccellenza come strumenti di crescita economica e diffusione della nostra cultura nel mondo. Punti deboli? Le supercar '60 e '70 ed i grandi rossi dell'Etna!