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Monte Carlo Automobile: passione supercar! – Prima parte

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Il Principato di Monaco è un luogo magico in cui lusso, sportività, fascino, tradizione ed innovazione sublimano. La magia che avvolge questo piccolo fazzoletto di terra di poco più di 2 chilometri quadrati è tangibile ancor prima di arrivare. Percorrendo le stradine panoramiche e ricche di curve della costiera non si può non pensare a quando le stesse venivano percorse dalla mai dimenticata principessa Grace di Monaco, ancora oggi raro simbolo di eleganza. Dopo uno dei tanti tornanti ecco una terrazza naturale in cima ad una collina: impossibile non fermarsi e godere di un panorama che toglie il fiato.

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E’ un po’ come osservare un quadro in cui il cielo azzurro fa da sfondo al centro cittadino del piccolo stato in cui architetture storiche e grattacieli moderni mostrano contemporaneamente lo spirito tradizionale ed innovativo del Principato. Le vicine montagne fanno da cornice al cuore del Principato: il quartiere più rinomato e lussuoso, Montecarlo, con il suo celebre Casino e l’Hotel de Paris, è incastonato al centro del Principato come un diamante su un anello.

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Il mare limpido sembra quasi accarezzare la rinomata spiaggia del Larvotto e circondare “le Rocher”, il promontorio roccioso su cui si erge la città vecchia e il Palazzo dei Principi. La tranquillità mostrata dal panorama idilliaco viene bruscamente interrotta dal canto di potenti motori su vere e proprie opere d’arte a quattro ruote. Il Principato di Monaco è anche questo: il regno di supercar esclusive che da sempre hanno fatto della terra monegasca la loro casa. E così nel regno del gran premio più glamour della Formula 1 c’è anche una casa costruttrice di supercar che porta in alto i colori della bandiera monegasca: la Monte Carlo Automobile che, in omaggio alla storia e alla tradizione, prende il nome dal quartiere più rappresentativo del Principato. Nella sede della Monte Carlo Automobile si respira lo stesso spirito di esclusività e di sportività che aleggia sull’incantevole stato monegasco. Il fondatore (ed attuale presidente) della Monte Carlo Automobile è stato l’ingegnere italiano Fulvio Maria Ballabio.

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Nato a Milano nel 1954 conobbe ben presto il mondo del motorsport iniziando fin da giovanissimo a gareggiare all’autodromo di Monza. Fu l’inizio di una lunga e folgorante carriera che lo portò a diventare l’unico pilota ancora in attività ad aver guidato, corso e vinto ovunque con ogni mezzo a motore: dalle “Valli bergamasche” in moto alla Parigi-Dakar nei rally, dalle corse su mare in Off-Shore alle competizioni sui circuiti più famosi del mondo come Le Mans, Long Beach e naturalmente… Montecarlo! Non appagato dagli oltre 40 anni di carriera, Ballabio volle cimentarsi in una sfida ancor più affascinante e che mai nessuno aveva ancora affrontato: la creazione di una casa automobilistica monegasca specializzata nella costruzione di supercar. Detto, fatto! Nel 1983 a Montecarlo vennero poste le basi di una nuova società, la Monte Carlo Automobile (inizialmente denominata Monte Carlo Motorsport) con l’intento di creare la migliore supercar del mondo.

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Il logo della neonata casa costruttrice era costituito da un volante posizionato all’interno di un cerchio in cui dominavano i colori rosso e bianco del Principato e oro, colore in cui era scritto anche il nome della società. Inoltre il logo della Monte Carlo Automobile, anche detta semplicemente MCA, era anche ricco di simboli legati alla tradizione monegasca come le losanghe, sempre rosse e bianche, e al motorsport come la corona di alloro, simbolo di vittoria, e la bandiera a scacchi, inventata proprio a Monaco da Antony Noghes, uno dei primi organizzatori del Gran Premio di Montecarlo e alla cui memoria è dedicata proprio l’ultima curva del circuito di Formula 1 e che immette sul rettilineo del traguardo.

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La prima supercar a mostrare con orgoglio il marchio monegasco fu nel 1990 la Centenaire, nome scelto per ricordare i primi 100 anni dell’Automobile Club Monaco. Per questo importante anniversario Ballabio decise di voler costruire la primissima supercar per il piccolo principato che non ne aveva mai avuto una.

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E così Ballabio, con l’aiuto di un piccolo gruppo di tecnici ed ingegneri estremamente qualificati (tra cui Carlo Chiti, progettista di diverse Ferrari di Formula 1 e dell’indimenticabile Ferrari 250 GTO stradale, Guglielmo Bellasi, pioniere nell’utilizzo del carbonio, Pier Luigi Corbari, Ciro ed Ivano Barletta che divenne poi capo macchina di un certo Michael Schumacher) anch’essi entusiasti all’idea di costruire la prima supercar monegasca della storia, diede vita alla Centenaire.

La prima supercar costruita interamente nel Principato fu sostenuta calorosamente anche dall’allora principe regnante Ranieri III di Monaco che non fece a meno di lodare le caratteristiche della primissima vettura targata Monaco.

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La Centenaire portò al debutto su strada soluzioni innovative, derivate direttamente dalle corse automobilistiche e sperimentate in primis dal suo fondatore sui circuiti di tutto il mondo. Auto Capital la definì “l’auto innovativa in carbonio che cambierà il volto delle supercar”: difatti la Centenaire fu la prima supercar al mondo ad essere dotata di un telaio a monoscocca chiusa completamente in fibra di carbonio al pari di una vettura di Formula 1!

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All’innovativo telaio in carbonio, resistente e leggero, fu associato un potente motore V12 di origine Lamborghini ma che sulla Centenaire fu dotato di ben due turbocompressori che lo resero il più potente V12 in circolazione “street legal” in grado di erogare la bellezza di 720 cv grazie proprio all’aggiunta dei due turbocompressori. Giusto a titolo di paragone, ad esempio, le dirette rivali del tempo, Ferrari F40 e Lamborghini Diablo su tutte,  si fermarono rispettivamente ad una potenza di 478 e 492 cv.

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Questo motore fu progettato completamente per la casa automobilistica del “Rocher” e permise alla Monte Carlo Automobile “Centenaire” sotto i colori MIG di raggiungere alla 24 Ore di Le Mans del 1993 la strabiliante velocità di 354 km/h col pilota Peo Consonni.

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La Centenaire diventò ben presto la supercar più potente e richiesta del mondo: ne furono preventivati 100 esemplari da costruire artigianalmente in diversi anni al ritmo di uno al mese nel quartiere monegasco di Fontvieille che di fatto sancì l’inserimento di Monaco tra i paesi costruttori di supercar. Collezionisti, imprenditori di successo e facoltosi clienti decretarono il successo della supercar voluta da Ballabio.

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Paradossalmente gli stessi punti di forza della Centenaire si rivelarono i suoi punti deboli: fortemente voluta e desiderata da tanti collezionisti sparsi in tutto il mondo, la piccola casa monegasca non riuscì a far fronte alle tantissime richieste ottenute dalla Centenaire tanto che ebbe difficoltà nel rispettare i tempi di consegna promessi. Anche perché Chrysler, allora proprietaria di Lamborghini, non vide di buon occhio una supercar che con lo stesso motore V12 dava del filo da torcere alla Diablo. Anzi, molti clienti affascinati dalla potenza del V12 biturbo della Centenaire e dalle sue soluzioni tecniche avveniristiche, finirono col disdire l’ordine della potente vettura emiliana per comprare la supercar monegasca. Alla fine Chrysler pensò bene di non fornire più i motori V12 alla Montecarlo Automobile e così, dopo soli 5 esemplari costruiti, la Centenaire fu dismessa dalle linee di produzione. Ma Ballabio non si perse d’animo sapendo di poter contare su una tecnologia all’avanguardia e su tecnici di assoluto valore: assieme all’ingegner Carlo Chiti continuò lo sviluppo della Centenaire e nel 1992 al Salone di Los Angeles presentò la Centenaire GTB, sigla che stava a significare Gran Turismo Ballabio.

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La GTB, diretta evoluzione della Centenaire, fu dotata di un motore V12 da 750 cv di potenza. Dalla GTB prese successivamente vita la Beau Rivage: presentata durante il Salone di Torino del 1992, la Beau Rivage (nome preso in prestito dall’omonima salita del circuito di Montecarlo che porta al Casino) altro non era che una GTB con carrozzeria tipo targa ossia con tettuccio amovibile che permetteva alla supercar monegasca di passare facilmente dalla configurazione coupè a quella spider.

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Con la Beau Rivage la Monte Carlo Automobile nel 1993 tagliò il traguardo dei suoi primi dieci anni di vita: quello che successe negli anni successivi lo saprete leggendo la seconda parte della storia.

Si ringraziano per le foto di questa prima parte: Joele Zanelli e Photos Lisbeth

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Sono nato ad Isernia nel 1979 e mi sono laureato in Scienze Politiche nel 2004. Fin da piccolo appassionatissimo di automobili, ho sempre lavorato nel settore automotive. Amo le auto classiche: quelle che mi fanno battere il cuore e sgranare gli occhi al primo sguardo, quelle che mi emozionano al solo metterle in moto, quelle che mi coinvolgono nella guida perchè hanno anime lontane anni luce da quelle super tecnologiche di oggi. Sono un inguaribile romantico cui piace guardare e guidare belle auto sulla scia di una calda emozione di sentimenti e non sulla base di freddi numeri prestazionali. Dimenticavo: sono qui perchè mi piace scrivere di auto classiche e raccontare eventi in cui si respirano ancora tradizioni e passioni che vivranno per sempre. Auto avute: Fiat Panda 750 Young '88, Fiat Punto '01 e '02, Lancia Y '09 Auto attuali: Alfa Romeo GT '05, Mazda MX-5 '97, Jaguar XJ8 '98