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Peugeot 205 Roland Garros

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Avete presente quelle auto che sono sempre state nella vostra vita, quelle a cui potete collegare ogni ricordo d’infanzia?

Ecco, la mia 205 per me é questo.

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Mio padre la regalò alla mamma quando nacqui io, nel 1992. Da allora é sempre con noi.
La 205 Roland Garros Cabriolet era un’edizione specialmente elegante, lussuosa, rifinita e accessoriata, basata sulla meccanica della 205 XS, assemblata e finita artigianalmente in Italia da Pininfarina. Il colore verde scuro metallizzato esclusivo per la Roland Garros, le linee bianche sulle portiere, i cerchi in lega, la capote elettrica bianca (anche questa esclusiva a questa versione), gli interni in pelle bianca e tessuto multicolor, il volante in pelle speciale e i tappetini con finitura bianca erano tutti destinati a celebrare non solo il campo da tennis più famoso del mondo, ma anche una delle automobili più vendute di tutti i tempi, la 205.

Come dicevo, tanti ricordi d’infanzia sono collegati a questo piccolo gioiello: dai miei primi anni a Pavia, il trasferimento a Genova e i viaggi settimanali verso Bereguardo (PV), il trasloco a Novara nel 2000.
Qui ha vissuto però pochi mesi: oramai piena di acciacchi, capote rovinata, interni logori e quasi 150 mila km alle spalle é stata messa in pensione, lasciata in garage alla casa al mare, a Gabicce.

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Gli anni passano lenti, e finalmente si avvicinano i miei sedici anni: da lì a poco avrei preso la patente, e decidemmo di riprendere in mano la vecchia 205. Fu così che iniziammo a investire su quella che si é guadagnata (con la sua affidabilità, la sua simpatia, la sua bellezza e la gioia che dà) l’appartenenza alla nostra famiglia. Capote nuova, interni rifatti artigianalmente con pelle finalmente degna del valore storico dell’auto, profondi interventi meccanici di restauro la riportarono all’antico splendore, poco prima che io prendessi la patente.

Ricordo ancora che a diciassette anni aspettavo con trepidazione il weekend, per andare a guidare nelle zone industriali con papà e mamma la 205 (o la Land Rover, che ho guidato per la prima volta, ma questa é un’altra storia).
Quando finalmente presi la patente studiavo a Pavia e vivendo lì in collegio avevo necessità di un mezzo di trasporto più versatile del treno. Riportarla nella sua città “natale” (é stata acquistata qui, ricordate?) é stato emozionante, come anche quando mi ha seguito nella mia seconda città universitaria, Urbino, dove é stata compagna di mille avventure da solo e con gli amici.

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Parlando di amici, la 205 Roland Garros scioglie il cuore a tutti. Anche quello più chiuso verso le auto d’epoca, non riesce non a sorridere guardando gli interni lussuosi e passeggiando per le stradine accompagnati dal rombo poderoso del motore. Estremamente distinguibile, divertente, simpatica: tutti vogliono farci un giro, e sono felici quando li passo a prendere a capote abbassata. Senza contare i passanti: più volte mi é capitato di essere fermato alla pompa di benzina o al semaforo perché la gente mi facesse i complimenti. La 205 Roland Garros é una VERA icona.

Circa un mese e mezzo fa ha compiuto 200 mila km. A novembre avrà 22 anni, e da poco é tornata nel garage a Gabicce per essere usata durante le soventi fughe in Romagna di famiglia e conservarla al meglio.

E ancora oggi mi scende una lacrima ogni volta che la guido a capote abbassata.

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Nato a Pavia nel 1992, ho vissuto in varie parti d'Italia seguendo la famiglia e, più tardi, seguendo i miei studi in biologia. I viaggi sono una delle mie grandi passioni, ed é proprio viaggiando che mi sono ammalato d'Africa. Landroverista da sempre e proprietario di Defender, amo girare per il mondo e fotografarlo: sin da quando sono bambino ho una macchina fotografica in mano, e un giorno spero di coronare il mio sogno di diventare un fotografo professionista. Adoro le automobili in maniera viscerale. Quelle inglesi mi fanno tremare le gambe.