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125 Volte Fiat – l’Italia in movimento
LA CASA TORINESE, NELLA SUA CITTA’ NATALE; INSIEME AL MAUTO, AL CENTRO STORICO DI CORSO DANTE E A STELLANTIS HERITAGE, RACCONTA LA SUA STORIA LUNGA OLTRE UN SECOLO, INDISSOLUBILMENTE LEGATA CON QUELLA DEL BEL PAESE.

Quanti marchi, seppur tra momenti di euforici successi e periodi di burrascose difficoltà, possono vantare un simile passato, a doppio filo con quello del proprio paese? La Fabbrica Italiana Automobili Torino è parte dell’antologia dell’automobile, nata in un’epoca di cieco e positivo entusiasmo verso quella che, al tempo, fu una temeraria novità, sopravvissuta a sconvolgimenti sociali ed arrivata, nel bene e nel male, fino a noi, rappresentando pure un’avanguardia nella comunicazione pubblicitaria. Questi centoventicinque anni di industria e costume sono raccontati in una mostra, allestita presso il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, grazie al prezioso contributo del Centro Storico Fiat e del reparto Heritage del gruppo Stellantis, che rimarrà aperta fino al prossimo 4 maggio.
OVUNQUE E PER SEMPRE

La Fiat, sin dagli albori, non si è mai solo accontentata di fare automobili. Ha preso parte attivamente alla Prima Guerra Mondiale coi suoi autocarri e i suoi motori, equipaggiando navi, sommergibili e aerei, come orgogliosamente mostrava nelle sue locandine pubblicitarie dell’epoca. Terra, mare, cielo, recitava lo slogan del tempo, motivo per cui il regime fascista la trovò utile per i propri scopi. Un passato molto articolato quello della Fiat che molti in realtà conoscono solo in parte. Infatti è esistita anche una Fiat che ha prodotto elettrodomestici nel primo dopoguerra, che ha tentato l’avventura nel campo di quelli che poi presero il nome di scooter e anche una Fiat che si è occupata di energia, compresa quella nucleare, in giro per il globo. Perché per le sue auto la casa torinese ha sempre cercato fonti di trazione alternative, diventando precursore delle motorizzazioni alimentate a GPL, quando ancora era considerata roba da poveretti.
LA FIAT SU CELLULOIDE

Le auto, quando si fanno, bisogna anche ingegnarsi a venderle per conquistare quanti più clienti possibili, ed è così che negli Anni ’60, con la tv ormai presente in quasi tutte le case, venne fondata la Cinefiat, la casa di produzione cinematografica interna all’azienda, che fino agli Anni ’90 realizzò i video promozionali di tutti i loro modelli, con protagonista spesso il mitico Rémy Julienne, famosissimo e spericolato cascadeur del grande schermo, a dimostrane la robustezza in scenografiche carambole. Video che, insieme ad altrettante foto, raccontano pure il vasto programma di welfare aziendale, che la Fiat ha sempre vantato; e gli anni della gestione Valletta, di quando l’azienda andò a costruire stabilimenti in mezzo mondo e ospitò in quel di Torino attori e personalità di fama mondiale. Ovviamente grande responsabilità nel calamitare il pubblico nelle concessionarie ci hanno pensato anche un vasto assortimento di gadget come penne, quaderni e tanto altro, messo in bella mostra al Mauto.
E FINALMENTE LE AUTO

A 125 Volte Fiat, negli spazi del Mauto, sono state portate alcuni di quei tanti modelli che hanno rappresentato vizio e al contempo risorsa di tutte le classi sociali. Dalle 501 Balilla e 500 Topolino alla monumentale 8V, qui presente con abito di Vignale; alla 600; passando per la recentissima 500 cabrio, nella serie limitata Riva; alla concept City Car del 1972; alla mitica 124 Abarth, vittoriosa su sterrato e asfalto; e la ancestrale Mefistofele, che toccò oltre 230 km/h nel lontanissimo 1924. Tutte vetture attorniate dai realisticissimi modelli in scala che provengono dal centro stile.
GLI INGRANAGGI DELLA STORIA

125 Volte Fiat è stata l’occasione, tanto aspettata dagli archeologi dell’automobile, di riapertura al pubblico del Centro Storico Fiat da parte dei ragazzi del Mauto, dove tutto ebbe inizio. Qui, vetture come l’autocarro 18BL, reduce dal fronte bellico; la 8V; la 501; la 1200 Spider; la Dino coupé; la 2800 Ghia; la Multipla Eden Roc, ultima spiaggina in dotazione alla dinastia Agnelli; e molte altre hanno ricominciato a ricevere visitatori, attorniate dalla modellistica di auto, velivoli e treni, tutto ciò che ha fatto parte di queste quattro lettere illustri. Non lontano dal caccia G91, spavaldamente in formato reale, e il grande tavolo, che fa tanto “megadirettore galattico di Fantozzi”, sopra cui vi fu stipulato il famoso contratto di collaborazione tra Fiat e l’Unione Sovietica del 1966, viene raccontata quella che è la parte più carica di tensione di questi 125 anni: gli anni degli scioperi violenti e del terrorismo, quando Mirafiori e gli altri stabilimenti del gruppo diventarono un campo di battaglia. Scontri tra la militanza rossa da una parte e azienda e forze dell’ordine dall’altra, dettagliatamente documentati da una lunga serie di fotografie e rapporti scritti fatti dal personale di sicurezza a quei tempi.

125 Volte Fiat parla di amore e odio, di creatività mista a tecnica e lungimiranza, di come uno stato e una nazione abbiano sempre trovato in un’impresa non solo la sua forza motrice, ma soprattutto l’indicatore del suo stato di salute e finestra a cui guardare per capire il paese che verrà. La Fiat è sempre stata l’Italia, e probabilmente nessuno al mondo, dopo anche i cambi di nome, riesce ad allontanarsi da questo pensiero.