Marchi del passato

Iso-Marlboro F1: la sfida (vinta) di Piero Rivolta

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La breve avventura che fece sognare l’azienda di Bresso

Il 1972 e il 1973 sono stati al contempo gli anni peggiori e migliori per la Iso.  Nel momento in cui l’azienda lottava per rimanere in piedi in un mercato costantemente in contrazione, la Iso riacquistava i titoli in prima pagina a seguito del successo della Varedo, berlinetta a motore centrale, al salone di Torino.  Da adesso in poi, i titoli di copertina diventeranno sempre più frequenti e per di più a caratteri cubitali. Il 10 gennaio del 1973, la Philip Morris tiene la seconda conferenza stampa annuale per annunciare il programma di sponsorizzazione per l’anno seguente e per l’Italia, era presente Franco Lini per Autosprint. L’articolo che venne fuori faceva il resoconto dei team che la Philip Morris avrebbe sponsorizzato: in Formula 1 la BRM, nei rally la Lancia. Tuttavia, la reale novità – almeno per gli italiani – era la nascita di un nuovo team, la Iso-Marlboro.

Nanni Galli su Iso-Marlboro FX3B-Ford, 1973

Il pilota di punta del team sarebbe poi diventato Giovanni “Nanni” Galli, un trentaduenne bolognese, il cui ingaggio (200.000.000 di lire nel 1973!) era pagato direttamente dallo sponsor. Galli cominciò la sua carriera direttamente sui kart per poi passare all’Alfa Romeo dove la sua reputazione crebbe e nel 1968 approdò in Formula 2. Nel 1972 Nanni Galli corre in Formula Uno per i team Martini Tecno e Ferrari ma il suo risultato più entusiasmante lo deve ad un secondo posto in Targa Florio su un’Alfa T33/3. L’anno dopo correrà solo con la Iso-Marlboro.

Il team però ha due macchine e il secondo pilota, che normalmente non solo rinuncia all’ingaggio ma paga per correre, non è fisso e viene scelto di volta in volta. All’inizio di stagione la seconda guida viene affidata a Howden Ganley, un trentunenne neozelandese che aveva iniziato a correre negli anni ’50 e nel 1970 corse la Formula 5000 e poi in Formula 1 nel 1971 e 1972 con apprezzabili risultati.

Sia Rivolta che il direttore vendite della Iso, Piero Sala, sanno bene che il team Iso-Marlboro non può aspirare ai grandi nomi al volante, mancano i grandi sponsor: si favoleggiava che il solo ingaggio di Fittipaldi era superiore all’intero budget del team Iso! Il management Iso ritiene tuttavia che le ricadute positive sul lato delle vendite e dell’affermazione del nome sarebbero state notevoli solo per il fatto che il team partecipava al campionato del Mondo pertanto l’obiettivo per la stagione era quello di partire ad ogni gara così che il nome fosse sempre presente in griglia, si sarebbero poi concentrati anche sui punti mondiale. Infatti, la macchina ISO-Marlboro del debutto era tutto sommato la Williams della stagione precedente, la Politoys FX3 disegnata da Len Bailey con motore Ford Cosworth DFV V-8 da 460 cv, per proseguire poi con la nuova macchina la IR01.


Howden Ganley su Iso-Marlboro FX3B-Ford, 1973

La stagione procede bene, le prime tre gare vanno meglio di quanto Sala e Rivolta osassero sperare, per ben due volte infatti si “rischia di andare a punti” a Interlagos e a Kyalami. L’esperienza ovviamente carica di positività e voglia di fare, Rivolta cominciava a vedere i benefici che l’azienda Iso-Rivolta stava ottenendo dalla partecipazione al “Circus”, la stampa specializzata e la gente parlava della Iso come non aveva mai fatto, la settimana precedente ogni Gran Premio si parlava sempre della Iso-Rivolta e le vendite salivano. La partecipazione alle corse aveva anche cambiato la percezione delle vetture di serie, quasi che in quelle automobili ci fosse un po’ di sangue corsaiolo. Rivolta infatti più tardi affermò che “uscivano moltissimi articoli sui giornali e quando i giornalisti o i potenziali acquirenti ci chiedevano notizia sulle strategie del Team noi parlavamo delle automobili e così credevano che ci fosse un collegamento tra le auto di produzione e quella di Formula 1”. Il collegamento più significativo era però quello del marketing, se l’azienda era impegnata in Formula 1 evidentemente sapeva come costruire una macchina e in questo modo che il cliente era incuriosito dalla Iso in gara probabilmente avrebbe acquistato un Iso per tutti i giorni, come capitava con la Ferrari e come in passato con la Maserati. La tattica funziona, l’interesse per il Team si traduce in interesse per le auto e capitò di vendere allo stesso cliente cinque o sei macchine nel corso degli anni.

Gijs van Lennep affiancò Ganley nel Gran Premio d’Olanda, a Zandvoort (nome con cui la Iso poi battezzò una particolare sfumatura di grigio metallizzato) e dopo una gara emozionante conclude al 6 posto, in “zona punti”, il primo punto “mondiale” della Iso Marlboro. L’esperienza fu ripetuta in Canada e questa volta fu Ganley a piazzarsi al sesto posto meritando un altro, agognatissimo, punto dopo essere stato per breve tempo anche al comando della gara. L’ultima gara del Campionato si disputa in America e la Ferrari reduce da una stagione deludente manda una sola macchina pilotata da Arturo Merzario, lasciando a piedi Jackie Icks a cui la Iso-Marlboro offrì di guidare la propria seconda macchina. La performance di Icks risentì forse della novità e il pilota belga chiude in dodicesima posizione dietro a Ganley in decima. Di nuovo la tattica di marketing di ingaggiare Icks anche solo per una gara fece parlare del Team e la Iso-Rivolta capitalizzò l’intuizione vendendo più automobili.

Jackiy Icxk su Iso-Marlboro IR01 (1973)

Il 1974 è però l’anno della “consacrazione”, Arturo Merzario, ex Ferrari, diventa il pilota di punta del team Iso-Marlboro.  Kyalami si conferma un circuito fortunato per la Iso-Marlboro, Merzario conquista la seconda fila in qualifica e un sesto posto in gara, un altro punto mondiale! A Jarama, in Spagna, la Iso-Marlboro, presenta la nuova macchina, la IR02 che si rivela competitiva tanto che a Monza, dopo una partenza sfortunata, Arturo Merzario conquista il quarto posto dopo essere partito dall’ultima posizione a causa di un problema di frizione che lo costringe subito a mezzo giro di ritardo. Merzario dirà poi in seguito che la IR02 è stata la macchina “più appagante come tipologia di guida”.

Arturo Merzario su Iso-Marlboro IR02 (1974)
Arturo Merzario su Iso-Marlboro IR02 (1974)

Non ci fu una stagione 1975, la Iso-Rivolta abbandonò le competizioni poco prima di cessare la produzione di automobili il 31 dicembre 1974. L’esperienza del Team Iso-Marlboro non andò perso, un certo Frank Williams, già direttore tecnico e sportivo del team, rilevò la squadra che diventò Williams F1. Tutto il resto è storia.

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Classe '76, Dottore di ricerca, libero professionista e Master Sommelier FIS, coltivo da sempre la passione del vino e delle auto d'epoca. In entrambi i settori concentro il mio interesse sulle produzioni italiane di eccellenza come strumenti di crescita economica e diffusione della nostra cultura nel mondo. Punti deboli? Le supercar '60 e '70 ed i grandi rossi dell'Etna!