Marchi del passato

Storia della Carozzeria Monterosa

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La “Carrozzeria Monterosa S.r.l.”, venne fondata l’11 gennaio 1946 a Torino in via Sant’Agostino 12, avente come presidente Edgardo Barbero e amministratori Giorgio e Tommaso Sargiotto, con atto costitutivo nr. 188467 registrato presso la Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Torino e con un capitale sociale che ammontava a 400.000 Lire. Nei primi anni dalla sua fondazione le realizzazioni di carrozzerie si limitarono soprattutto a giardinette Fiat e Lancia. Più nello specifico, le primissime produzioni sono consistite nella realizzazione di Fiat 1100 BL Giardiniera nel 1948 (numero di esemplari non noto) e di Fiat 1400 Giardiniera del 1950/1951, entrambe caratterizzate da fiancate metalliche (e non di legno come usuale all’epoca) e verniciatura bicolore.

Fiat 1100 BL Carrozzeria Monterosa (1948)
Fiat 1100 BL Carrozzeria Monterosa (1948)

Le due versioni della giardinetta Fiat 1400 risalenti al 1950 e al 1951 si distinguono, per quanto molto somiglianti, dal frontale che, nella prima versione presenta due prese d’aria accessorie poste superiormente alla calandra, assenti invece nella seconda versione, che mostra gli indicatori di direzione al di sotto dei fari.

Fiat 1400 Carrozzeria Monterosa (1950)
Fiat 1400 Carrozzeria Monterosa (1950)
Fiat 1400 Carrozzeria Monterosa (1951)
Fiat 1400 Carrozzeria Monterosa (1951)

Per ciò che concerne la Lancia, la prima realizzazione, datata 1951 riguardò la trasformazione, sempre in versione giardinetta, di una Lancia Aurelia B51.

Lancia Aurelia B51 Wagon (191)
Lancia Aurelia B51 Wagon Carrozzeria Monterosa (191)

Dopo appena 4 anni trascorsi nel centro di Torino, nel marzo del 1950 lo stabilimento della carrozzeria Monterosa si trasferì a Moncalieri, nel quartiere Borgo San Pietro, in via Cesare Battisti 5 dove vi rimarrà fino alla sua chiusura.

Con l’avvento del nuovo decennio le realizzazioni della carrozzeria si fecero via via più interessanti, tanto da crearsi una discreta fama tra gli automobilisti alla ricerca di un’auto sfiziosa e diversa dal comune. La piccola ditta torinese cercò di soddisfare le esigenze della sua clientela proponendo una versione “elaborata” dell’utilitaria maggiormente diffusa all’epoca, la Fiat 600. Ricordiamo che la versione “elaborata” di una vettura di serie, a differenza della “fuoriserie”, non prevedeva una radicale rivisitazione dello stile della vettura, ma semplicemente l’inserimento di alcuni particolari che la rendessero immediatamente distinguibile da quella ufficiale. La 600 elaborata Monterosa, chiamata Tipo N del 1956 prevedeva: verniciatura bicolore, cruscotto e cerchi in tinta con la carrozzeria, gocciolatoi cromati, calandra anteriore e modanature cromate, tirante ferma cofano posteriore con maniglia dotata di serratura, due telarini cromati ai cristalli laterali, anelli a visiera ai fari e lampeggiatori laterali; era venduta alla cifra di 705.000 Lire.

 Fiat 600 Tipo N Monterosa (1956)
Fiat 600 Tipo N Monterosa (1956)

Accanto a questa versione, per i clienti più esigenti la carrozzeria proponeva, sempre della 600, due versioni fuoriserie: una berlinetta (1956-1957) e una versione Granluce (1958-1959). Entrambi i modelli, come del resto tutte le altre creazioni della Monterosa, erano scaturiti dalla mano abilissima di Giovanni Michelotti che disegnò, nel primo caso, un grazioso coupé con la tipica forma “a siluro” (molto in voga al tempo) con un frontale tondeggiante, due pinne posteriori che portavano, a seconda dell’anno di produzione, fari rotondi con corona cromata (1956) oppure i fari dell’Alfa Romeo Giulietta berlina montati al contrario (1957). Anche la forma del lunotto era indicativa dell’anno di costruzione: questo era bombato nel primo caso e concavo nel secondo.

Fiat 600 Berlinetta Carrozzeria Monterosa (1956)
Fiat 600 Berlinetta Carrozzeria Monterosa (1956)

La seconda versione denominata Granluce si caratterizzava per il lunotto panoramico, un’ampia vetratura, la verniciatura bicolore, le coppe ruota “a falsi raggi” e il terzo faro centrale anteriore.

Fiat 600 Granluce Carrozzeria Monterosa (1958)
Fiat 600 Granluce Carrozzeria Monterosa (1958)

Rimase, invece, esemplare unico la Fiat 500 Spider realizzata in occasione del Salone di Torino del 1957. Si trattò di una rivisitazione tanto elaborata, quanto insolita, della popolare vettura italiana, che presentava una carrozzeria coupé con i fari anteriori prominenti. Purtroppo la sola immagine esistente, non consente di apprezzare la visione posteriore dell’auto.

Fiat 500 Spider Carrozzeria Monterosa (1957)
Fiat 500 Spider Carrozzeria Monterosa (1957)

La fascia di mercato immediatamente superiore alla 600 era coperta dalla versione fuoriserie della Fiat 1100/103 TV Coupé del 1954. Nell’interpretazione della Monterosa. la Fiat 1100 TV diventò una berlinetta a due porte immediatamente riconoscibile per via della calandra anteriore con i tre elementi verticali e i fari supplementari, la presa d’aria sul cofano motore e il caratteristico taglio della fiancata in corrispondenza del parafango posteriore.

Fiat 1100/103 TV Coupè Carrozzeria Monterosa (1954)
Fiat 1100/103 TV Coupè Carrozzeria Monterosa (1954)

Alla 1100 TV si affiancò nel 1958 la Fiat 1200 Granluce, un coupé elegante a due porte e 4 posti, anch’essa in livrea bicolore, dotata di fari supplementari sulla calandra e di finiture interne da vera fuoriserie.

Fiat 1200 Carrozzeria Monterosa (1958)

Siamo pressoché giunti alla fine degli anni ’50 e la parabola della carrozzeria Monterosa sta toccando l’apice, per poi discendere inesorabilmente nell’arco di pochi anni; come spesso accade quando si arriva alla piena maturità, è proprio allora che si realizzano i pezzi migliori. Non fa eccezione, in questo senso, la carrozzeria di Moncalieri che, negli ultimi anni del suo operato produsse i suoi piccoli capolavori. Risale al 1958 la realizzazione di una fuoriserie Lancia su base Appia seconda serie che spicca su tutte le altre dell’epoca in quanto rivelatrice di quello che sarà il frontale della successiva terza serie. Altre caratteristiche distintive di questa Lancia furono, la verniciatura bicolore, il cofano anteriore modificato grazie all’aggiunta di una presa d’aria, la coda munita di due pinne pronunciate nelle quali sono incassati i nuovi gruppi ottici dell’Autobianchi Bianchina e i parafanghi ridisegnati. All’interno, l’unica differenza rispetto alla berlina di serie furono gli inserti in finta pelle applicati sul cruscotto. Il prezzo di vendita al pubblico dell’Appia Monterosa era di 1.510.000 Lire, circa un 20% in più rispetto a quello della vettura di serie.

Lancia Appia Seconda Serie Carrozzeria Monterosa (1958)
Lancia Appia Seconda Serie Carrozzeria Monterosa (1958)

Il canto del cigno della carrozzeria Monterosa fu la realizzazione di due fuoriserie nuovamente su telaio Fiat: una 1500 Coupé prodotta in due serie tra il 1959 e il 1960 e una 1800 Cabriolet del 1960, presentate entrambe al Salone di Torino dello stesso anno. La prima costituì un mirabile esempio di carrozzeria coupé su base Fiat 1500 che portava in sé come segni distintivi una presa d’aria asimmetrica (a sinistra) sul cofano motore e a differenza, ad esempio della fuoriserie di Vignale, una sola luce laterale nel padiglione, in luogo delle classiche due. Il prezzo di vendita era di 2.050.000 Lire. La seconda vettura, frutto dell’estro di Giovanni Michelotti fu, invece, una versione cabriolet della Fiat 1800, all’occhio immediatamente riconoscibile per la forma della parte anteriore che richiamava le fattezze di un motoscafo, con le due luci anteriori quadrate poste al di sopra del profilo cromato che corre lungo tutto il perimetro della vettura. Il prezzo di vendita era di 2.100.000 Lire.

Fiat 1500 Coupè Carrozzeria Monterosa (1959)
Fiat 1500 Coupè Carrozzeria Monterosa (1959)
Fiat 1800 Cabriolet Carrozzeria Monterosa (1960)

Ultima creazione, ma non per questo meno importante, anzi, di tutto rilievo vista la limitatezza degli esemplari prodotti, due soltanto, le Maserati 5000 GT del 1960 e 1961. Il fatto stesso di poter annoverare all’interno della propria produzione ben due delle trentaquattro Maserati 5000 GT complessivamente carrozzate, pone la Monterosa nell’Olimpo dei carrozzieri mondiali, data l’esclusività dell’oggetto in questione. La carrozzeria di Moncalieri “vestì” il telaio #103.006 datato 8 marzo 1960, di colore azzurro con interni beige e andato in vendita a Rolf Helm. Il secondo autotelaio risulta essere il #103.012 del 16 marzo 1961, in livrea grigia con interni marroni. Dal punto di vista tecnico, è interessante evidenziare come il primo esemplare realizzato, sia stato anche la prima Maserati 5000 GT ad essere dotata di impianto di iniezione indiretta Lucas, al posto dei precedenti quattro carburatori doppio corpo Weber 45 IDM.

Con la fine del 1961 si compì l’uscita di scena di questa piccola, ma vivace carrozzeria torinese che, seppur nell’arco di poco più che un decennio, seppe ritagliarsi un posto di rilievo nel firmamento della carrozzeria torinese, contribuendo anche lei a colorare con le sue vetture un’epoca di grande fermento culturale e sociale.

Nel luglio nel 1961, a causa di sopravvenute difficoltà finanziarie, la Carrozzeria Monterosa cessò di esistere in quanto tale e cambiò denominazione in “Immobiliare Monterosa S.p.a.” ponendo fine all’avventura automobilistica di Giorgio e Tommaso Sargiotto.

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Sono nato a Torino nel 1988, diplomato al liceo classico e laureato alla Facoltà di Agraria. Fin da ragazzo ho sviluppato una grande passione per l'automobilismo storico in tutti i suoi aspetti, il che mi ha spinto a frequentare il corso di restauro di auto d'epoca promosso dall'ASI e a dedicarmi alla scrittura di articoli sul mondo delle auto storiche.