Marchi del passato

Carrozzeria Stabilimento Monviso Torino

By  | 

PRIMA PARTE: DALLA NASCITA AGLI ANNI ’50

A testimonianza del fatto che la città di Torino sia stata da sempre, oltre che culla della manifattura carrozziera, anche profondamente legata alla vicinanza con la catena montuosa delle Alpi che la cinge con le sue alte vette, ben due fondatori di rispettive carrozzerie hanno legato alla propria attività il nome delle montagne simbolo del Piemonte: il massiccio del Monte Rosa (ricordiamo che all’epoca della fondazione della carrozzeria Monterosa, la Regione Valle d’Aosta, in cui è geograficamente situato il gruppo montuoso, non figurava ancora, dal punto di vista amministrativo, come entità autonoma) e il Monviso, gioiello delle Alpi Cozie.

E fu così, che il commendatore Alessandro Casalis fondò la Stabilimento Monviso S.r.l., una carrozzeria automobilistica attiva nella città di Torino, il cui operato si svolse a partire dalla metà degli anni Quaranta fino alla metà degli anni Cinquanta. Più precisamente, venne fondata in data 11 febbraio 1944 dal sopracitato proprietario, che ne stabilì la sede, in corso Unione Sovietica 75, nell’isolato compreso tra corso Bramante e via Roberto Ardigò, dove ora sorge un condominio.

La decisione di dare inizio ad un’attività imprenditoriale in un momento così critico e pericoloso come quello della guerra non ancora conclusa, fu sicuramente indice di grande coraggio e della ferma volontà di non farsi sopraffare dalle vicende belliche, nell’intento di ridare slancio all’economia di un Paese profondamente colpito, ma determinato a risorgere dalle sue macerie. In una pubblicazione dell’Associazione Nazionale Filiera Industrie Automobilistiche (A.N.F.I.A.) tratta dal volume “Carrozzieri di ieri, Carrozzieri di oggi” del 1952, si sottolineava l’arditezza del progetto industriale e al contempo, il coraggio dei suoi dirigenti:

“Lo Stabilimento Monviso, società a responsabilità limitata, è nato in Torino nel 1944, in un momento grave della nostra economia ed in un’ora in cui farsi promotore di un nuovo complesso industriale, costituiva un passo ardito ed una prova di fiducia nell’avvenire di questo, nostro paese, caduto quasi in fondo all’abisso.

Ma è appunto nelle ore più difficili che affiorano gli uomini di buona volontà e tali sono i dirigenti della Monviso, che nei pochissimi anni di vita dell’azienda hanno saputo dar prova di abilità eccezionale. Abilità nel sapersi creare fin già dal principio una clientela ottima ed affezionata, ed una tecnica costruttiva capace di mettere l’azienda al pari con le consorelle più progredite e ricche di una lunga e complessa esperienza.

Fiat 110 B “Stella Alpina” Spider, 1947

I primissimi anni di attività dello stabilimento sono tutt’ora piuttosto nebulosi, in quanto l’inizio della produzione carrozziera vera e propria, di cui si ha notizia certa, coincise con il 1947, per tanto, probabilmente, l’attività originaria era legata alla realizzazione, come accedeva molto spesso al tempo, di veicoli di utilità, quali ambulanze e carri funebri, realizzati mediante la trasformazione di residuati bellici. A tale scopo, uno dei telai a cui si ricorreva maggiormente, data la sua relativa disponibilità era quello della Fiat 1500. Accanto a questa attività venne avviato un reparto lavorazioni meccaniche, nel quale si producevano oltre che tachimetri, manometri, termometri e antenne radio realizzati su licenza della casa costruttrice d’oltralpe O.S., anche parti e componenti meccanici ad uso automobilistico. Questa attività proseguì per tutto il tempo in cui l’azienda operò e solo verso il 1947 fu affiancata dalla carrozzeria vera e propria. Intorno al 1954 si aggiunse la produzione di compressori per motori su licenza della M.A.G. (Motosacoche Anonyme Genève).

Fregio Stabilimento Monviso, Torino

La decisione di dare avvio alla realizzazione di carrozzerie per automobili venne supportata dalla volontà innovativa di costruire vetture fuoriserie ad un costo finale contenuto. In questo contesto entrò in gioco una figura di grande rilievo per il successo produttivo dell’azienda, Angelo Crivello.

Nato nel 1912, formò la sua attività professionale inizialmente presso la martelleria F.lli Fissore, poi nella Carrozzeria Mario Casaro, dove sviluppò un forte interesse per il disegno automobilistico e la carrozzeria, tanto da indurlo a frequentare dal 1927 al 1933 la Scuola Allievi Fiat. Dopo una prima esperienza nel settore presso la Carrozzeria Viotti, dove rimase fino al 1946 come operaio specializzato, nel 1949 venne assunto da Casalis in qualità di impiegato tecnico. Il know-out che apportò Crivello ai processi produttivi dello Stabilimento fu estremamente significativo, in quanto grazie alle informazioni che riuscì a raccogliere dagli Stati Uniti, sul cui territorio si stava rapidamente diffondendo l’utilizzo della catena di montaggio, pensò di mettere in piedi una sorta di micro produzione “a catena” adattandola alla ridotta capacità produttiva della carrozzeria.

Questo metodo di produzione si fregiava del grande vantaggio di permettere la realizzazione in tempi molto più rapidi, rispetto ai sistemi tradizionali, anche su piccola scala, dell’assemblaggio tra scocca e telaio, al fine di ridurre i tempi di lavorazione e di finitura della carrozzeria, preparandola per la fase finale di verniciatura. Ricorrendo all’impiego di questa tecnica, la Monviso era in grado di consegnare al cliente una vettura fuoriserie in un arco di tempo compreso tra i 3 e i 9 giorni, a seconda del grado di verniciatura richiesto dal committente.

Ciò consentiva, oltre che di accorciare notevolmente le tempistiche di produzione, anche di raggiungere un livello di accuratezza nella realizzazione delle parti di carrozzeria e nella fase di assemblaggio non comuni, facendo sembrare queste fuoriserie dei veri e propri prodotti di serie. Per ragioni di costi, la produzione era sì limitata ad un numero limitato di varianti di carrozzeria e di modelli disponibili tra cui scegliere, ma che si distinguevano per la loro qualità costruttiva.

Di fatto, la disponibilità di modelli su cui allestire la propria fuoriserie, era circoscritta praticamente a sole vetture Fiat e in particolare, a quattro modelli, all’interno dei quali era possibile scegliere tra diverse configurazioni di allestimento. Nel portfolio Fiat dello Stabilimento Monviso, nell’arco di tempo in cui questo è stato in attività, si sono annoverate realizzazioni su base 1100, 1400, 1900 e 1100/103.

Entrando un po’ più nel dettaglio, si può concettualmente suddividere la produzione carrozziera in due periodi temporali, la seconda metà degli anni Quaranta e la prima metà degli anni Cinquanta.

Appartiene al primo periodo la famiglia definita “Stella Alpina”, prodotta sulla meccanica e sui differenti telai che allora la Fiat metteva a disposizione, della 1100. In particolare, la “Stella Alpina” era disponibile sul telaio 1100 B, la prima costruita e 1100 E. Furono proprio questi due modelli su cui fu sperimentato con successo il sistema di produzione a “catena” in piccola serie messo a punto da Angelo Crivello. Il concetto di base era tanto semplice quanto efficace: il segreto della rapidità di esecuzione consisteva nell’assemblare in prima battuta le scocche già finite e verniciate che venivano allestite su un telaio provvisorio, prima ancora di ricevere la commessa dal cliente; successivamente, dopo essere state separate da questo, per mezzo di un traliccio munito di argani, venivano “calate” sul telaio definitivo. Se il cliente non aveva particolari esigenze di tinta della vettura si utilizzavano scocche già verniciate in via definitiva, in questo caso il tempo di consegna era di soli 3 giorni; alternativamente, se il cliente voleva scegliere personalmente la tinta di verniciatura, si ricorreva ad uno stock di scocche non ancora verniciate, ma pronte per esserlo. In questa evenienza i tempi si dilatavano a circa 9 giorni, comunque un record se si considera una produzione del tutto artigianale di vetture fuoriserie.

Una Fiat 1100 E “Stella Alpina” Monviso nel film “La fortuna di essere donna”, 1955

Tornando ai modelli di vetture tra cui poteva ricadere la scelta del cliente, bisogna ricordare che il telaio 1100 E del 1949 veniva proposto in due configurazioni di allestimento: spider (2 posti) e coupé. Per quanto riguarda il telaio 1100 B del 1947, sicuramente era presente in listino la versione carrozzata spider, mentre non risulta documentazione fotografica di una versione coupé, per quanto sia doveroso ricordare che nell’elenco ufficiale delle vetture disegnate da Giovanni Michelotti, venga annoverata una Fiat 1100 B Coupé “Stella Alpina”.

Accanto alla serie “Stella Alpina”, la Monviso realizzava parallelamente una fuoriserie su telaio 1100 L del 1947 in configurazione cabriolet 4 posti.

Il successo del modello proposto da Crivello fu tale da consentire alla carrozzeria di entrare con fiducia nel successivo decennio, gli anni Cinquanta.

Catalogo carrozzerie 1950

(continua…)

Avatar

Sono nato a Torino nel 1988, diplomato al liceo classico e laureato alla Facoltà di Agraria. Fin da ragazzo ho sviluppato una grande passione per l'automobilismo storico in tutti i suoi aspetti, il che mi ha spinto a frequentare il corso di restauro di auto d'epoca promosso dall'ASI e a dedicarmi alla scrittura di articoli sul mondo delle auto storiche.