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Mercedes 300 CE-24: La rinascita di un mito

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Storia di come è tornato alla vita un ottimo esemplare di Mercedes-Benz C124 dalla fine ormai scritta, attraverso un percorso irto di ostacoli e presunti impedimenti, incompetenza e superficialità: una telenovela motoristica (a puntate) tutta italiana.

Vi sono momenti in cui ci si intestardisce su faccende inutilmente complicate. Momenti in cui la via facile non appare così seducente come quella avventurosa. Momenti in cui ci si trova contro tutti ma non ci si arrende mai, convinti della bontà delle proprie sensazioni. Ce ne sono tante di Mercedes C124 in circolazione, il coupé della serie 200/300 madre della futura Classe E, ma era una sola ad attirare la mia attenzione, perché stava per terminare la sua esistenza tra le ganasce di una pressa senza avere nemmeno uno dei requisiti minimi per una tale ingloriosa fine.

Sin da bambino sono appassionato di Mercedes, di quelle che vedevo per strada e desideravo ardentemente. Papà aveva una 250D, tutto nacque lì, la concessionaria Mercedes di fiducia era il mio Paese dei balocchi. Diventato grande, un bel giorno mi metto a cercare una coupé C124 da aggiungere al mio garage, vago in giro, ne vedo tante ma nessuna convincente. Passa il tempo, siamo nel settembre 2011 e un amico mi suggerisce di andare da un demolitore della mia zona per un coupé in vendita uso ricambi. In realtà l’esemplare sembra integro ed in buone condizioni, tanto vale andarlo a vedere.

Vado senza troppe aspettative e trovo una splendida 300 CE-24 color argento in rara versione Sportline del gennaio 1992: 90.000 km veri, pelle, tetto apribile, full optional, carrozzeria e motore in buono stato, interni da rivedere con poca spesa. Non è un’auto d’epoca, di quelle che ti fan girare la testa, per qualcuno sono poco più di “mezzi da cantiere” o peggio, ma me ne sono innamorato. Vorrei fare tutto ciò che è in mio potere per salvarla dalla rottamazione, portarla a casa, reimmatricolarla come storica ASI e godermela. Ma…

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L’auto era stata posta sotto sequestro nel 2010 per inadempienze del proprietario e data in custodia presso tale demolitore perché dotato di deposito giudiziario. Questi ha poi radiato per demolizione la vettura a giugno 2011, facendo decadere ogni ragione del sequestro e di fatto “azzerandone” la storia; la conserva momentaneamente intera con l’intento di venderla a pezzi. Il rude rottamatore mi dice che categoricamente non può cedermela in quanto con l’entrata in vigore della legge Ronchi del 1997 sullo smaltimento dei rifiuti ogni auto demolita è equiparabile ad immondizia e va smaltita in quanto tale nonché segnata negli appositi registri. Sarà vero? Mi sembra troppo strano. Non può essere. Un gioiellino del genere non può finire pressato: ha ancora molto da dire.

I problemi sono due, ovvero convincere l’uomo a cedermi la Mercedes e trovare il modo di reimmatricolarla aggirando la legge Ronchi. Decido quindi di indagare e scoprire se dice la verità. Non so bene come fare, quindi parto dai colleghi del rottamatore duro, i quali mi danno la stessa versione oppure dicono di non sapere, per loro sicurezza. Tutti tranne uno la cui moglie è presidentessa dell’Associazione Demolitori Italiani: questa mi dice che finché l’auto non compie 20 anni effettivamente non mi può essere ceduta, dopo tale termine invece sì, attraverso un iter che però devo scoprire da solo. I 20 anni scattano giusto pochi mesi dopo, per cui sono anche fortunato ed ho tutto il tempo di occuparmi del secondo problema.

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Per appurare la possibilità o menodi reimmatricolazione di un veicolo radiato per demolizione dopo l’entrata in vigore della Legge Ronchi interpello quindi tutte le agenzie di pratiche auto che conosco, altre importanti che ho trovato su internet, altra gente spacciatami come “quelli che sanno tutto”, il mio club affiliato ASI, ACI, PRA, Motorizzazione Civile della mia e di altre città. Ognuno ha una sua versione sul da farsi. Il club affiliato ASI di cui sono socio non sa, ma dice che se l’auto non è stata rottamata per incentivi fiscali si può fare. L’ACI dice di si a meno che sia stata radiata per demolizione e così dice anche il PRA, ma non mi sanno dire come comportarsi in caso di vettura ormai prossima ai 20 anni e di sicura storicità.

Tutti a parte l’ASI mi consigliano di lasciar perdere. Di fronte a tutti questi pareri incerti se non proprio negativi decido di indagare da solo e di reperire i testi delle leggi in merito: non è possibile che quella 300 CE-24 finisca a prendere la forma di un tavolino, è inammissibile che nessuna delle figure competenti da me interpellate non sappia darmi una risposta certa ma soprattutto la risposta che voglio io! Dopo un’attenta ricerca su Internet trovo alcuni testi che purtroppo sembrano dar ragione agli “addetti ai lavori”, ma sul tema delle auto storiche non c’è chiarezza.

Un’idea. Qui ci vuole un’idea per uscire dal pantano, se no è finita.

(1, continua la prossima settimana)

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Sono nato a Bozzolo (Mantova) nel 1982, diplomato al Liceo Classico e con un anno di studio negli Stati Uniti. Ex imprenditore nell’azienda di famiglia, sin da bambino provo una forte attrazione per l’automobile, crescendo poi mi sposto sulle auto d’epoca e youngtimer, che acquisto e rivendo per diletto. Nel tempo libero scrivo, seguo la mia passione a quattro ruote e mi occupo del mio garage.