Auto

Advanced Design Center Mercedes-Benz

By  | 

Sono sempre stato un “rompiscatole”, giusto per usare un eufemismo…specialmente quando si tratta di automobili.

Conversano (Ba), ottobre 2004.

In virtù di questa mia caratteristica, a soli 13 anni scrissi all’ allora Presidente di Mercedes-Benz Italia Wolfgang D. Schrempp, che mi parlò del Centro di Advanced Design a Como: “Lì sapranno indicarti il percorso più indicato per i tuoi studi”, all’epoca per me era un miraggio il solo pensiero di poter varcare le soglie di quel luogo, ebbene 12 anni dopo ho avuto finalmente la mia occasione.

Premetto che in questo articolo non ci saranno scoop sui futuri modelli Mercedes-Benz, di questo non possiamo (e non vogliamo) parlare, si tratta di una chiacchierata informale tra appassionati di auto.
Qualcosa possiamo raccontarla senza venir denunciati per spionaggio industriale: nel Mercedes-Benz Advanced Design Center di Como lavorano una trentina di persone tra designer, specialisti di color & trim (per la scelta di materiali e finiture) ed infine modellatori manuali e virtuali.

Lontani da occhi indiscreti vengono sviluppati gli interni delle autovetture di produzione e delle concept car, inoltre vengono portati avanti progetti di Advanced Design ( si pensi allo yacht Silver Arrow Marine 460 Granturismo o agli interni dell’ elicottero Eurocopter EC145 )

Como, febbraio 2016.

Ad accogliermi davanti al  Mercedes-Benz Advanced Design Center di Como, il Direttore del Centro Stile in persona Michele Jauch-Paganetti: “Ciao, cosa sei venuto a fare qui? Che vuoi sapere?” mi dice in tono scherzoso e iniziamo a parlare della location, una villa Ottocentesca a pochi metri dal Lago di Como.

623860_1113466_800_600_IMG_6912
“E’ stata scelta perchè è un posto tranquillo, dal punto di vista storico non saprei dirti molto, mi pare che un “tale” Versace ci abbia fatto dei vestiti tra gli anni 70 e 80, poi siamo arrivati noi” ironizza, “1998, se non ricordo male” aggiungo io, “Probabilmente ne sai più di me a riguardo… La scelta è ricaduta su Como in quanto Mercedes-Benz desiderava avere una sede vicino alla capitale della Moda, alle più importanti realtà del design e dello stile italiano senza il caos di una grande città come Milano”.

Andiamo a pranzo insieme e ripercorriamo brevemente la sua carriera: inizia in Volkswagen a Wolfsburg negli anni 80 passando poi in Skoda nei primi anni ’90: “La Repubblica Ceca era ben diversa all’epoca, ero in piena Era Postcomunista, ma è stata una bellissima esperienza. Per un pò sono stato al caldo, in Brasile come Team Leader a fine anni ’90, infine nel 2000 sono passato a Mercedes”.

img_9413_0

Parliamo un pò delle nostre vite e di quello che ci accomuna: la passione per le auto e Michele Jauch-Paganetti è un autentico “Car freak” come direbbero gli anglofoni.
“Ho l’impressione che molti giovanissimi oggi si stiano allontanando dal mondo delle auto e in generale da tutto ciò che è analogico…mi fa piacere che anche voi ragazzi di Vita di Stile siate interessati alle belle auto, da vedere e da guidare” tira un sospiro di sollievo.

Passiamo in rassegna alcune delle auto più belle di sempre: Citroen DS, Ferrari 250 Testarossa, Jaguar E-Type, Mercedes-Benz 300 SL Gullwing.
“Cosa guidi tutti i giorni?” replica: “Ho una ML, pardon… adesso si chiama GLE, aziendale. La mia personale è una Triumph TR 250: mi piacciono le vecchie auto inglesi. Sai, fuori del lavoro non c’ è “odio” verso i competitors perchè un bell’oggetto rimane tale a prescindere dal Marchio.
Il problema è che oggi c’è una gran confusione: le tedesche sono dominanti in un tutti contro tutti, le italiane facevano auto bellissime e ora si son perse per strada, le inglesi sono morte (e naturalizzate indiane o tedesche, NdR), le francesi sono praticamente auto tedesche fatte peggio e le americane sono tutte uguali e irriconoscibili, manca la personalità”.

Michele, che mi chiede di dargli del “tu” mi racconta dei primi sintomi di questa “malattia” per le quattro ruote: “disegnavo le macchinine dai tempi dell’ asilo, avevo uno zio a Bellinzona che lasciava le sue auto nel cortile di casa, poi  a 12 anni ero grande abbastanza per arrivare ai pedali e cambiare le marce e non ti dico quanti sfrizionamenti con la Renault 5!
Anche oggi combino qualche casino con la mia Triumph: ero a Brescia per la Mille Miglia insieme ad un amico e una delle cose più belle è seguire le auto dei partecipanti, avendo una storica anche io, mi sono intrufolato nella carovana e ho seguito il percorso per un pò, con la gente che salutava e faceva il tifo.

Il problema è che nell’ultimo tratto non potevo più uscire dal gruppo quindi siamo arrivati a pochi metri dal traguardo, ho cercato di far finta di nulla, poi uno dei giudici di gara si è accorto che eravamo senza numero, ci ha chiesto come fossimo arrivati lì e senza dar troppo nell’occhio ci ha fatto uscire aprendo un varco tra le transenne: abbiamo fatto una figura di… però è stato divertente”.

Inutile dire che c’è stato un momento di ilarità generale.

Tornando ad oggi, c’è qualche progetto in particolare a cui sei affezionato?

“Gli interni dell’ ultima Classe C C205 e anche la F015, li abbiamo fatti qui a Como: eravamo in gara con il Centro Stile di Sindelfingen ma l’abbiamo spuntata noi…con le show car è una continua lotta contro il tempo e si finisce che non si è mai pienamente soddisfatti del lavoro nonostante la fatica”.

“Qualche aneddoto divertente puoi raccontarcelo..?” chiedo con aria sorniona e la risposta arriva puntuale: “Salone di Francoforte 2007, presentavamo la F700 e nell’ abitacolo c’ era un frigobar; qualcuno ha proposto di metterci del Sushi per fare qualcosa di “raffinato”, chiaramente non ci potevamo mettere del pesce vero sennò appuzziva tutta la macchina, quindi dopo essere ammattiti per trovare del cibo finto, lo abbiamo finalmente piazzato nel vano.
E’ venuto anche Lewis Hamilton per fare delle foto e ne ha preso un pezzo, quando stava per rompersi mezza dentatura si è accorto che era plastica e l’ ha rimesso a posto”.

Con una certa impertinenza gli chiedo del tablet dell’infotainment, uno stilema delle Mercedes attuali che tanto divide i pareri: “Ricordi quando sono arrivati gli schermi LCD? Tutti ci tenevano a sfoggiarli, mica ci mettevano una tendina o un quadro sopra. Capisco che può non piacere, attualmente anche altri stanno utilizzando questa soluzione, evidentemente non dispiace neanche a loro”.
Un’ ultima domanda: “Cosa non deve mai mancare nella tua auto?” ci pensa un attimo, poi: ” Avere un’ auto che fa tutto è un compromesso, preferirei avere un’auto per ogni situazione. NON DEVE MANCARE L’ ANIMA, ecco questa è la cosa fondamentale per me”.

Avatar

Classe 1991, mi occupo di design automobilistico: dallo stile alla modellazione manuale. Amante delle 4 ruote sin dai primissimi anni di vita, ho un debole per tutto ciò che esprime eleganza, ricercatezza e carisma. Cultore dei dettagli e di quel pizzico di follia che rende affascinanti le automobili quanto le persone... Sono nato e cresciuto in Puglia, a Conversano (Ba), mamma italiana, papà della Costa d' Avorio. Vivo a Torino dal 2010, dove ho trovato la mia dimensione tra le mie passioni : auto, arte, storia, scorci e sapori che mi hanno fatto innamorare di questa città. Mi piace pensare all' Automobile come passione fatta movimento: oltre alle forme o ai motori sono sempre a caccia degli aneddoti che ci sono dietro questi pezzi di lamiera... . E' il fattore umano e tutto passionale che alimenta la mia dedizione per le 4 ruote e che ci riunisce tutti in nome di questo grandissimo amore per le automobili.

1 Comment

  1. Avatar

    IlKönz

    17 Febbraio, 2016 at 15:15

    “Il problema è che oggi c’è una gran confusione: le tedesche sono dominanti in un tutti contro tutti, le italiane facevano auto bellissime e ora si son perse per strada, le inglesi sono morte (e naturalizzate indiane o tedesche, NdR), le francesi sono praticamente auto tedesche fatte peggio e le americane sono tutte uguali e irriconoscibili, manca la personalità”.

    niente di più vero, purtroppo! E ripeto a grandi lettere, PURTROPPO, perchè basta guardare la cosiddetta nuova Giulia e subito pensi a BMW serie 3… più che persi per strada, direi che abbiamo proprio perso la faccia!