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Museo BMW: la sede del Motoren Fest

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Il Museo Bmw di Monaco di Baviera rappresenta l’ultima “tappa motoristica” del viaggio in Europa dell’estate 2015, un viaggio fantastico nel quale è stato possibile coniugare la mia passione per i motori con lo scopo del viaggio: macinare chilometri e chilometri alla scoperta di Francia, Germania e Danimarca. Tutto questo non sarebbe accaduto (oppure, sarebbe stato meno naturale) senza Edda, che pazientemente mi ha seguito in questo  “viaggio nel viaggio” visitando non uno, non due, non tre, ma ben quattro musei di altrettante case costruttrici. Non è da tutti assecondare una passione non condivisa, e per questo: GRAZIE EDDA!!!

Al Museo BMW fanno sul serio sin da subito!!! Accanto alla fila per la biglietteria posa uno dei due esemplari di BMW E25 Turbo. Costruita nel 1972 in onore dei Giochi Olimpici in quell’anno disputatisi nella citta bavarese (il parco olimpico confina con il BMW Welt), la BMW Turbo è una concept carica di stile, a partire dalla sua forma esageratamente schiacciata e fino a giungere all’effetto cromatico della vernice che sembra lasciare quest’auto in parte alla  luce ed in parte all’ombra; ammirandone le forme si comprende subito che la BMW Turbo è stata il “banco di prova stilistico” delle successive BMW M1, Serie 8 e Z1, vetture dal design innovativo e dirompente rispetto alle tradizionali e riuscitissime BMW di quegli anni caratterizzate dal “doppio rene” inserito tra gruppi ottici di forma circolare.

Il Museo BMW fa parte del BMW Welt, e proprio di mondo deve parlarsi perché la Bayerische Motoren Werke nella sua storia ha attraversato tutto il mondo… dei motori. Muovendo i primi passi nell’esposizione si coglie immediatamente l’eclettismo della Casa Bavarese che si è imposta col suo marchio non solo nel campo delle quattro e due ruote, ma anche in campo nautico ed aeronautico con motori entrofuoribordo, bancate grandi come panchine ed immensi propulsori dedicati al mondo dell’aviazione.

In ogni dove dell’esposizione si rincorrono cartelli che chiariscono come tutti i modelli esposti siano continuamente impiegati in manifestazioni di carattere storico o anche storico agonistico, comunicazione che ho apprezzato particolarmente perché, quando si entra in un museo, talvolta si dimentica che un’auto, oltre che perfetta, oltre che di valore inestimabile, oltre che di indiscussa bellezza da promuovere e preservare, è pur sempre un’auto e, come tale, ogni suo potenziale è esaltato e riscontrabile solo e soltanto attraverso il suo utilizzo.

Nel Museo BMW c’è posto anche per l’estro italiano, per quella particolare capacità degli italiani di essere i migliori carrozzieri, progettisti e produttori nel panorama motoristico mondiale, portatori sani di passione per il bello, lo stile, la velocità e le competizioni. A tutto ciò si pensa ammirando la BMW 328 Coupè Touring e la BMW Isetta, ma andiamo con ordine!!!

La scocca della BMW 328 Coupè Touring Superleggera fu commissionata, verso la fine degli anni ’30 del secolo scorso, dalla Casa Bavarese alla Carrozzeria Touring di Milano con l’ordine di progettare, sul telaio della BMW 328, una vettura adatta ai percorsi tortuosi delle gare di durata; l’imperativo era costruire una lightweight, ma alla Touring di Milano non si limitarono a ciò, costruendo una vettura stupenda perché, si sa, vincere con una bella auto è sempre meglio che vincere e basta!!! E fu così che la 328 Coupè Superleggera (costruita, poi, anche in versione Barchetta) ottenne il primato di categoria alla 24 Ore di Le Mans del 1939 ed alla Mille Miglia del 1940, senza citare altre innumerevoli vittorie, oltre che il pregio di figurare tra le 25 automobili più belle del XX secolo.

Da un’auto altamente competitiva si passa ad un’auto da 80 km/h, con un solo cilindro, un’auto dalla carica innovativa assoluta che, guarda caso, è nata nel nostro Bel Paese: la BMW Isetta.

Costruita in Italia grazie all’ing. Renzo Rivolta, patron della Iso di Bresso che la produsse dal 1953 al 1956, la Isetta venne costruita su licenza dalla Casa Bavarese dal 1955 al 1962 e, forse, è l’unica BMW sprovvista della tipica calandra a doppio rene. Benchè la produzione su licenza avesse apportato diverse modifiche sia tecniche che stilistiche, la BMW Isetta rimase fedele al progetto iniziale consentendo, tra l’altro, alla Casa Bavarese di uscire da un periodo di crisi aziendale. L’Isetta è più di un’auto, è un’intuizione, è quella che potremmo definire “un’invenzione di altri tempi per i nostri tempi”, una microvettura, come oggi si ama chiamarle, che già più di sessanta anni fa era capace di soddisfare le esigenze dei clienti di oggi e, cosa da non trascurare, con un gusto stilistico di gran lunga superiore alle attuali microcar. Cosa poteva garantire tutto ciò? La mente di un italiano appassionato…

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La foto che precede può essere riassunta in una parola: evoluzione… Non si tratta di auto rare ma di auto di larga produzione che hanno fatto la storia del marchio e che vederle tutte assieme aiuta a convincersi che il progetto più valido è la tradizione, una tradizione non fine a se stessa ma declinata in una evoluzione costruttiva e stilistica che fa di alcuni elementi , si pensi alla calandra a doppio rene o alla trazione posteriore, i caratteri distintivi delle vetture alla pari dello stesso marchio.

A tutto ciò si aggiunga la celebrazione della potenza applicata a vetture stradali fruibili quotidianamente ed il sapore racing di modelli anni ’70 come la BMW 2002ti (peccato per l’assenza della 2002 Turbo, la madre di tutte le M3!!!) in una colorazione “esotica” tipica di quel tempo; tanto bella e affascinante quanto lontana anni luce dalle attuali coupè sportive, stupendi esempi di tecnica ed innovazione ma troppo rispettose degli ordini impartiti da “mamma elettronica”. La BMW 2002ti è la classica vettura da motorsport quotidiano, figlia di anni in cui la concorrenza in quel settore era spietata ed i cofani pieni di scritte e loghi iconici: M, Super, GTI, Quadrifoglio, Turbo erano tutte sigle uniche, tutte a testimoniare una sportività sincera e declinata con stili diversi ma universalmente riconosciuti, stili che piacevano e piacciono a prescindere…

L’esperienza dei musei teutonici è ormai terminata; si torna in Italia con la voglia di scoprire nuovamente i NOSTRI luoghi della passione che ho già visitato e, magari, descriverli. Che ne dite?

A presto!!!

P.S.: con quale auto sarei uscito da lì? BMW Isetta, l’auto d’epoca che Edda comprerebbe per utilizzarla tutti i giorni!!!


Vi elenchiamo le puntate precedenti per poterle andare a rileggere: introduzione, Museo PorscheMuseo Mercedes a Stoccarda, Museo Audi ad Ingolstadt.

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Classe 1986. Nato a Napoli, laureato in giurisprudenza e con l'aspirazione di diventare notaio. Appassionato di auto e moto (ed orologi, ahimè), amo collezionare memorabilia ed aneddoti legati a tutto ciò che si riconduce al mondo dei motori. La parte che preferirei nella mia casa da sogno? Il garage... con altrettante auto da sogno!!! Auto avute: Peugeot 206 hdi xs, Alfa Romeo 90. Auto attuale: Ford Fiesta ed alcune auto d'epoca della mia famiglia da restaurare al più presto!!!