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Museo Mercedes Benz: la celebrazione di una stella
11 agosto 2015, che giornata frenetica!!!
Da Zuffenhausen, sede della Porsche, si passa ad un’altra città nella città di Stoccarda: il quartier generale Daimler AG ed il Museo Mercedes Benz.
Giungere al Museo Mercedes Benz è abbastanza semplice, basta seguire la stella… si, basta seguire l’enorme stella a tre punte che svetta sugli edifici Daimler, già visibile da molto lontano. Percorrendo Mercedesstrasse il visitatore da subito può immaginare cosa l’attende: una enorme e bellissima struttura che ospita un museo con 160 veicoli disposti su sette piani di esposizione, numeri importanti, come importante è la storia di questo luogo.
1886, altro numero, questa volta indica un anno, l’Anno Domini della storia dell’automobile, l’anno in cui Carl Benz presentò il suo primo brevetto per veicolo a motore, invenzione che gli è valsa la menzione nel Memory of the World, il registro dell’UNESCO che raccoglie il patrimonio documentale mondiale.
In questa storia Carl Benz ha un compagno di viaggio, Gottlieb Daimler che già tre anni prima aveva brevettato un sistema di accensione ed uno di regolazione della velocità. Tutto il resto è frutto di sinergie e della reciproca valorizzazione delle capacità di questi uomini che il Museo descrive, a ragion veduta, come i “pionieri”; la storia di queste menti eccelse si incrocia definitivamente nel 1926 con la fusione delle rispettive aziende nella Daimler-Benz AG.
I veicoli esposti sono i più vari, giusto per ricordare al visitatore che il simbolo della stella a tre punte calza a pennello su auto, autobus, camion e quant’altro possa essere spinto da un propulsore. Da ciò si coglie l’aspirazione e la pretesa dei “pionieri” di MOTORIZZARE, nella giusta convinzione che un motore potesse rappresentare il motore dello sviluppo e del rilancio di tutti; in questa prospettiva, allora, ben venga esporre anche un anonimo bus turistico dei nostri tempi.
L’ammirazione per questo luogo cresce velocemente volgendo lo sguardo ovunque. Il Museo Mercedes Benz racconta la carica innovativa di questo marchio, innovazioni d’altri tempi che ora sono storia ed altre che lo diventeranno…
Le auto esposte sono tante, troppe e troppo belle; toccherà scegliere le più significative e le più emozionanti. L’esposizione è suddivisa in piani ed i piani a loro volta affrontano le tematiche più care al marchio Mercedes Benz.
Gli anni ’20 del secolo scorso non hanno rappresentato per la Germania, come per tante altre nazioni, un periodo felice; la forte svalutazione della moneta tedesca, considerata carta straccia a causa della iperinflazione di quel tempo, non soffocò, tuttavia, l’estro dei pionieri che proprio in quel periodo con la collaborazione di Ferdinand Porsche (ricordate questo nome? Ne abbiamo ricostruito a grandi linee la storia nell’episodio precedente dedicato al Museo Porsche, cliccate qui) diedero vita al progetto W06, il progetto da cui sono nate le Mercedes Benz typ S, SS ed SSK.
Sulla base di un telaio già pronto si riuscì a produrre una auto dal forte sapore sportivo che strizzava l’occhio al mondo delle competizioni ed anche a tutti coloro che già a quel tempo sognavano di guidare auto ad alte prestazioni.
I riconoscimenti sportivi non tardarono ad arrivare e proprio una Typ S (Sport) al suo esordio vinse la prima gara disputatasi al circuito del Nurburgring; è il 1927, le Mercedes non sono ancora d’argento ma sono già delle frecce!!!
La SSK (Super Sport Kurz, dove kurz significa passo corto) è la cd. evoluzione della specie: Ferdinand Porsche riesce a ridurre il passo di 45 cm, pur dovendo ospitare un propulsore di 7.0 cm3, ed a donarle delle forme più rastremate, tutte modifiche tese a rendere quest’auto competitiva anche su tracciati molto più “guidati” ed a colmare il gap prestazionale di cui soffrivano nel misto stretto le precedenti versioni.
Il piano dedicato al tema “FORMA E DESIGN” ospita la Mercedes 300 SL (Sport Leicht, sport leggera), sua maestà Gullwing, sua altezza “Ali di gabbiano”.
Questa auto è formidabile, e lo è ancor più se si pensa che la 300 SL rappresenta l’auto della rinascita della stella a tre punte; siamo nel 1949 e alla Mercedes si ritorna a costruire vetture civili dopo la lunga produzione di veicoli bellici. L’astinenza dalle competizioni e la sete di vittoria conduce a questo risultato: un’auto esageratamente bella e veloce, dalle linee morbide e dalle soluzioni stilistiche e tecniche che ancora oggi lasciano senza fiato. Motore 3.0 litri 6 cilindri ad iniezione diretta (si avete capito bene, iniezione diretta!!!) che spingeva l’auto oltre i 250 km/h ed un telaio a traliccio in tubi che garantiva una maggiore rigidità. Proprio la scelta del telaio ebbe una eccelente ricaduta sull’impatto stilistico della vettura che adottò l’apertura ad “ali di gabbiano” proprio per sopperire all’eccessivo ingombro del telaio all’altezza delle fiancate; tecnica e stile non sempre trovano una sintesi, ma non è questo il caso della 300 SL.
Il meglio deve ancora venire… A pochi metri dalla 300 SL si trova una vettura “stradale”, ma che di stradale ha ben poco.
Si tratta di una 300 SLR “Uhlenhaut coupè”, versione col tetto rigido delle gloriose SLR, le mitiche compagne di avventura di piloti come Juan Manuel Fangio e Stirling Moss.
La denominazione Uhlenhaut coupè trae origine dal nome del progettista Mercedes, e padre della 300 SL, Rudolf Uhlenhaut che ricevette l’incarico di sviluppare una versione coperta della 300 SLR (per rispondere alle crescenti esigenze di sicurezza dei piloti) che avrebbe dovuto partecipare alle competizioni della stagione 1956.
Sembra strano ma questo magnifico esemplare non ha mai toccato un cordolo di un circuito in quanto nel 1956 la Mercedes Benz sospese l’attività agonistica e questa vettura, equipaggiata con lo stesso 8 cilindri che consentì a Juan Manuel Fangio di vincere il mondiale di F1 del 1954, venne utilizzata dal fortunato Uhlenhaut come “company car”; si spera, almeno, che con un bolide del genere il progettista non facesse tardi al lavoro…
Non si è mai soddisfatti abbastanza di ammirare la Uhlenhaut coupè, perchè ad ogni sguardo si scoprono particolari nuovi; l’eleganza delle linee non tradisce il suo carattere estremamente sportivo, come dimostrato dagli scarichi laterali che hanno tutta l’aria di mitragliatrici pronte a colpire. Un’ora e più dedicata a quest’auto può bastare, forse è il caso di procedere con la visita…
Nel Museo Mercedes Benz ogni auto è protagonista a suo modo, ogni auto è simbolo di un traguardo.
Di traguardi ne hanno tagliati molti, e nelle prime posizioni, i veicoli da competizione esposti all’ultimo piano del museo. Su una stupenda curva sopraelevata ci sono le testimonianze di più di 60 anni di successi agonistici. Monoposto di Formula1, auto del campionato DTM, camion del Truck Racing Cup, le partecipanti alla Carrera Panamericana.
E poi loro: le Frecce d’Argento.
Ammirare tante sculture metalliche, e tutte insieme, è eccezionale; l’inconfondibile SLR n.18 di Juan Manuel Fangio sarebbe stata ancora più apprezzata se fosse stata affiancata dalla n.722 di sir Stirling Moss, ma l’assenza di quest’ultima è sicuramente giustificata dalla celebrazioni dei 60 anni trascorsi dalla vittoria alla Mille Miglia del 1955; si, proprio la “nostra” Mille Miglia è stata una delle competizioni a cui nessun pilota e costruttore poteva rinunciare in quanto parteciparvi era motivo di orgoglio e vincerla un vero onore. L’Italia oltre ad essere patria dei costruttori di automobili più leggendari, è anche un luogo pieno di percorsi e tracciati stupendi, i veri ostacoli da superare perché un pilota e la propria vettura potessero entrare nella storia delle competizioni, e la Mercedes con le sue “frecce” non mancò all’appello.
Ecco un altro pezzo di storia dell’automobilismo mondiale; a presto con la storia della casa dei “quattro anelli”
P.S. Con quale auto sarei uscito da lì??? Con la “company car” di Rudolf Uhlenhaut; guanti traforati e giubbotto in pelle, anche se era quasi ferragosto!!!