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Concorso d’Eleganza Villa d’Este 2025 – Fascino e sobrietà

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IL PIU’ BEL SALONE A CIELO APERTO, SEMPRE PER MANO DI BMW, TORNA PUNTUALE ED IMPECCABILE, ABBRACCIANDO CON GARBO UN CERTO VIRTUOSISMO SENZA RINUNCIARE ALLA PROPRIA ESSENZA

Foto di Augusto Pellucchi

Un altro grande successo di pubblico, quello del Concorso D’Eleganza di Villa D’Este, che dimostra ancora una volta di piacere tanto le classiche da mille e una notte, quelle che prima di recarsi sul Lago di Como non ci si immaginerebbe mai di incontrare da vicino. La divisione Classic di BMW è riuscita a far tornare questo evento alla sua dimensione più pura, come nel pre covid, accettando di aprire i cancelli di Villa Erba la domenica ad un numero inferiore, seppur non di tanto, di visitatori, guadagnando in termini di fruibilità di persone e risparmiandosi le lamentele per il congestionamento stradale, cosa da non sottovalutare con le strette strade lariane. Grazie specialmente al sole acceso per tutto il fine settimana, un vero miracolo considerando le passate edizioni, all’asta in contemporanea di Broad Arrows e al carisma del grande Simon Kidston il Villa D’Este ha saputo raccontare l’arte ingegneristica, stimolando tra i presenti un pacato stupore.

3 E 50

Foto di Augusto Pellucchi

la giornata del sabato, mentre in concorrenti del Concorso D’Eleganza si trovavano tutti al Grand Hotel Villa D’Este, Villa Erba ha ospitato il Wheels & Weisswürscht, o più comunemente chiamato dai non germanofoni come l’Amici del Concorso. Un grande ritrovo con cui BMW Classic ha voluto offrire il privilegio, seppur per un giorno, ai bimmer e non solo, di portare le loro auto nella fu residenza di Luchino Visconti e di passare un’esperienza simile a quella dei big del collezionismo, con in più la frivolezza di una tavolata da birreria bavarese. Una dimensione perfetta per festeggiare il cinquantesimo compleanno della berlina, o anche coupé e cabrio, e pure wagon, di segmento D premium più amata nel mondo. Dalla E21 fino ai giorni nostri, la Serie 3, in tutte le sue cilindrate, è stata festeggiata da numerosi equipaggi da ogni parte del continente, offrendo probabilmente una delle poche occasioni in Italia di vedere una kermesse tutta dedicata al marchio dell’elica.

IL BAULE DEI RICORDI

Siccome tra appassionati ci si intende benissimo BMW ha dato ampio spazio agli altri modelli della sua storia, come le Serie 7 e 8, e ad appassionati di altre case. Si è potuto notare un netto contrasto tra le storiche perfette da targa oro e quelle fatte Alla Tedesca, ovvero con assetto rasoterra e cerchi scampanati. Sempre la casa di Monaco ha portato in mostra la serie completa delle 328 da corsa, che hanno portato tanta fortuna negli Anni ’30, in compagnia di due vetture prestate dai colleghi di Audi Tradition. Un altro tassello alla propria storia BMW l’ha aggiunto con la sua one off di questa edizione: la Concept Speedtop, esercitazione di stile per una shooting brake adatta per correre in autostrada e, insieme, a portare le mazze da golf. E tutto questo, signori, è stato solo l’antipasto.

CHI OFFRE DI PIU’?

È tradizione ormai a Villa Erba svolgere, insieme al Concorso D’Eleganza di Villa D’Este, un incanto di gioielli di ogni epoca, tutti accomunati di essere preziosi, ed alcuni anche condiviso alcuni chilometri con qualche volto noto, come le due McLaren MP4 12C, appartenute a Lewis Hamilton e Jenson Button ai tempi in cui correvano per Woking; o alla BMW M1, con dei bei BBS passata per il manager del gruppo disco Boney M, alla Ducati 851 di John Surtees o al motoscafo Tullio Abbate dell’immortale Gilles Villeneuve . La casa d’aste Broad Arrows ha portato in riva al lago anche pezzi a nove cifre, tra cui la Siata 208S, opera di Michelotti, già vista da queste parti al Villa D’Este 2013 e passata di mano a 1.750.000 €; la Ferrari 166 Corsa, uno dei primissimi capolavori di Maranello, aggiudicata per oltre 7.500.000 €; Ferrari 275 GTS, a quota 1.525.000 €; e la F40, convertita al tempo per le competizioni, volata a oltre 2.000.000 €. Tante le BMW presenti, compresa la 635 denominata The Observer, custom fatta dalla filiale britannica; Z8; una 328 carrozzata Wendler; M3 E30 ed una Alpina Roadster, praticamente la versione alternativa della Z1. Sulla Jaguar XK 140 Ghia, a oltre 140.000 €; Alfa 6C 2500 Touring, a quasi 270.000 € e Abarth OT1000, venduta per più di 390.000 €, appartenuta al fondatore della Osella; gli addetti all’asta hanno preferito non disturbare gli acari della polvere, una preziosa patina del tempo. Fa senso vedere auto come Lancia Aurelia B24; Maserati 3500 Vignale; Mercedes 300 SL; Alfa Romeo Giulia SS o la recente riedizione della Lamborghini Countach non riuscire a trovare un nuovo padrone che le accolga., ma siamo certi che non rimarranno orfane ancora a lungo.

COME PRINCIPI E ATTORI

Foto di Augusto Pellucchi

La prima categoria del Villa D’Este è stata riservata alle grandi coupé e superammiraglie fatte tra le due guerre, per raffinata ostentazione, sfidando il proibizionismo in America e le tensioni politiche in Europa. L’Alfa 6C 2500 SS, carrozzata Touring, ci ricorda che non ci può essere un Villa D’Este senza la partecipazione di un’istituzione come Corrado Lopresto. Incredibile pensare alla storia della Lancia Astura Pininfarina, una delle prime cabriolet con tetto elettrico, rimasta dimenticata per decenni dentro una fabbrica. La Bentley Speed Six è una pazza scatenata che ha accompagnato Glen Kidston, nonno di Simon, in spericolate prove di forza. La vecchia America in grande spolvero con le due Dusenberg J ed SJ. Quest’ultima è vissuta per molti anni in Messico, dopo essere impiegata come contropartita per un affare, ed oggi si gode il suo titolo di best in class.

AEREI SULL’ASFALTO

Foto di Augusto Pellucchi

Fino al 1939 in tanti hanno sperato di fare la guerra sui circuiti di mezzo mondo, e con la benzina al posto delle bombe. Il Concorso D’Eleganza di Villa D’Este ha riservato questa fascia alle monoposto e berlinette carenate con tanto da raccontare ai nipoti dei nipoti. La Mercedes Benz 770 SSK, pensata da Ferdinand Porsche; la Bugatti Type 59, l’ultima di Ettore ha conquistare una vittoria; la BMW 328 Fachsenfeld Streamline; l’Aston Martin Ulster, sopravvissuta a Le Mans; e l’Alfa Romeo P3, con le insegne della Scuderia Ferrari e giudicata la migliore tra queste, hanno vissuto un periodo in cui i piloti correvano solo per la gloria e per il piacere del rischio.

LE DIVINE DELLA RINASCITA

Foto di Augusto Pellucchi

Queste hanno rappresentato le exotic car del dopoguerra, quelle che almeno con l’immaginazione e l’ammirazione hanno aiutato molti europei a riesumare i loro sogni dalle macerie del conflitto, come ben dimostrato dalla Ferrari 212 Export griffata Vignale, con primo proprietario un conte e reginetta di questo capitolo del concorso. Nello stesso range abbiamo trovato la Bugatti Type 101, vero canto del cigno della La Marque prima dell’arrivo di Romano Artioli; la Siata 208 CS Balbo; la Mercedes 300 SL, ordinata dal quel David Brown proprietario dell’Aston Martin e poi passata ai produttori del Johnny Walker; Alfa Romeo TZ1, che ha corso tutta una vita; Lamborghini Miura, con appena 25.000 km; Ferrari 275 GTB, che si è sparata la 1000 km di Monza nel 1967.

AGLI ORDINI COMMENDATORE!

Al big boss della squadra non si può mai obiettare, specie se si partecipa alla Mille Miglia o alla Carrera Panamericana nel primo dopoguerra, con addosso tanta fame di vittorie. Immaginatevi le sfuriate del Drake nei confronti di chi ha messo le mani sul volante delle 375MM, già passata per Cernobbio nel 2007; 250 Monza; 121 LM, passata per Maurice Trintignant e Piero Taruffi; 196 S, ex Scuderia NART e appartenuta ai fratelli Rodriguez; e Dino 206 S. l’Alfa 2900B Mille Miglia dello stilista Ralph Lauren, portata qui dal figlio Andrew, che nel 1938 si è fatta scippare la vittoria per un soffio.

CAPSULE DEL TEMPO

Foto di Augusto Pellucchi

Oggi, tanto riscoperta, è l’auto conservata, cioè quella che porta addosso ancora i segni, le rughe e le ammaccature di quando erano in uso normale, o che comunque non hanno mai chiesto bisogno di uno di quei restauri integrali che obbligano ad avere tutto rifatto da zero, peò per alcuni chissenefrega e son sempre pronte a mettersi in moto. Basti pensare, qui al Villa D’Este, alla Rolls Royce 20 HP, costruita in tessuto da Mulliner come se fosse un aereo e usata quasi quotidianamente dalla stessa persona per oltre cinquant’anni. Stessa vernice e stessa essenza per la Bizzarrini 1900 GT, appartenuta allo stesso Giotto; Monteverdi Hai 450 GTS, ex del museo del costruttore svizzero; Dino 206 GT; Mercedes 300 SL e Ferrari 330 GTC, quest’ultima la più votata.

RASOTERRA

Foto di Augusto Pellucchi

Queste sono state il massimo tra gli Anni ’90 e 2000, un connubio di razionale sperimentazione e lucida follia, alla ricerca di nuove vette di velocità che su carta, specialmente oggi che siamo tenuti d’occhio dagli autovelox, sono impressionanti. Difatti la Mclaren F1 GTR e la Ferrari F40 GTE hanno passato gran parte della loro vita a correre in pista, facendosi un bel palmarès di vittorie. Per la Mercedes CLK GTR e la Ferrari F50 si è invece prospettata una vita agiata e regale, con la tedesca presso il sultano del Brunei e la rossa nelle mani del principe Fahd dell’Arabia Saudita. Più borghesi i garage dove sono riposate la Maserati MC12 e la vincitrice tra queste, la Bugatti EB110.

ARCHEOLOGIA AUTOMOBILISTICA

Foto di Augusto Pellucchi

Al Concorso D’Eleganza di Villa D’Este si è voluto dar una voce a quelle case automobilistiche che sono cadute pur combattendo con tenacia, che al di là della poca fama di cui godono oggi hanno dato al mondo delle interessanti sperimentazioni, come con la OSI Silver Fox, nata da un’idea di Piero Taruffi, spinta da un motore Alpine e portata a termine dal suo attuale proprietario seguendo i progetti originali dell’epoca. Grandi ambizioni di gloria sportiva sfumate al tempo per la Pegaso Z102B e la Serenissima 308V; mentre Nuccio Bertone, rampollo dell’omonima carrozzeria si è fatto fare da Franco Scaglione una barcchetta tutta sua, la Siata 208 CS. Tanta voglia di primeggiare con le prestazioni dichiarate per la Iso Grifo A3/C e la prima in questa classe, la Talbot Lago T26 Gran Sport.

FACCIAMOCI NOTARE

Foto di Augusto Pellucchi

A vedere queste invece, al Concorso D’Eleganza di Villa D’Este, sembra che coloro che le hanno commissionate, solitamente persone molto famose, volessero a tutti costi farsi notare dai passanti per le strade di Manhattan o di Palm Springs, cosa su cui lo stile italiano è sempre una garanzia. La Dual Ghia 500, americana vestita a Torino; e la BMW 507 hanno rappresentato per i rispettivi marchi un sogno da realizzare, oltre che un bagno di sangue finanziario. la Bentley MKVI Pininfarina e la Mercedes 300 SC, portata in passerella dal regista della serie cult McGyver; hanno fatto tornare alla mente i bei locali di via Veneto a Roma; la Citroen DS 21 Le Caddy di Chapron invece a Parigi in primavera. La più scelta di queste, la Ferrari 410 Superamerica, ha potuto vantarsi di aver corso sul lago salato di Bonneville.

APPUNTAMENTO COL FUTURO

Foto di Augusto Pellucchi

Al Concorso D’Eleganza di Villa D’Este, tanti sono accorsi per vedere faccia a faccia il meglio dei concept, nuove idee per viaggiare e stupire. Lotus ha voluto far partecipi tutti della sua via allo Zero Emissioni con la Theory1, ma rimanendo sempre fedele al dogma Less is More. Acclamati dalla folla come campioni Horacio Pagani e Luca Betti, con le loro Huarya Epitome e Kimera EVO38. Tanta verve tipicamente yankee è stata portata da oltreoceano da James Glikenhaus con la sua, in tutti i sensi, 007S LHM. L’Alfa 8C si è tolta di dosso tutto e ha preso nuova forma con la cura Zagato, diventando 8C Doppia Coda, con cui ha rinnovato la tradizione per l’atelier milanese di presenziare tra il Grand Hotel e Villa Erba.

LA PAROLA ALLA GIURIA

Foto di Augusto Pellucchi

Il team di esaminatori del Concorso D’Eleganza di Villa D’Este, di cui hanno fatto parte volti noti come l’ex battitore d’asta Max Giraudo e l’esperto Adolfo Orsi, sotto la guida dell’ex designer Lorenzo Ramaciotti, ha espresso, con contributo del voto del pubblico, il suo verdetto. Ai premi più ambiti abbiamo così visto un bel duello Alfa vs BMW, come ai bei vecchi tempi. La 507 ha ricevuto la Coppa d’Oro 2025 al Grand Hotel il sabato, successivamente a Villa Erba hanno premiato la P3 con il Trofeo BMW e la 8C Doppia Coda Zagato con la corona di miglior concept car di quest’anno.

Foto di Augusto Pellucchi

Il Concorso D’Eleganza di Villa D’Este, sotto un cielo eccezionalmente limpido per tre giorni di fila, è stata una riconciliazione tra il mondo esterno e l’automobile. Una cosa che supera le vedute ostracistiche che in diversi stanno facendo nei confronti delle quattro ruote, in particolare dopo i disagi avvenuti l’anno scorso. Grazie ad una gestione più razionale del pubblico BMW Classic si è fatta perdonare dalla comunità lariana, a cui probabilmente l’overtourism avrà un po’ stancato, ma che non rinuncerà mai a questi bei giorni di classe, magnificenza e spirito che solo le auto sanno creare.

Augusto Pellucchi

Classe 1986, appassionato fin da bambino di tutto ciò abbia un motore, un volante e quattro ruote. Per me l'auto è un qualcosa che dà emozioni, non un banale e insipido mezzo di trasporto. Quando non ho niente da fare mi piace girovagare in auto tra i monti del Lario. Portatore inguaribile di una malattia terribile chiamata Virus Alfa.

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