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Matra Bagheera, sensualità d’avanguardia

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Cos’hanno in comune una berlina ed una coupé? Nulla, viene da pensare: trovare un accostamento, un punto di contatto tra due tipologie di auto così distanti pare quasi un esercizio di fantasia. Ma «nulla» è davvero la risposta esatta alla nostra domanda? C’è un forse, un movimento di rottura che ha le sembianze di una coupé e il motore di una berlina: un’idea che nasce in Francia nei primissimi anni Settanta. Quell’idea si chiama Matra Bagheera.

Matra Bagheera prima e seconda serie

Luigi Vetrucci – professione fotografo – è rimasto stregato dal fascino della coupé di casa Matra, tanto da portarne a casa due: una prima serie arancione modello Lusso ed una seconda serie azzurra versione S. Vetture che si vedono poco in Italia, sportive che, come spesso accade, Luigi brama fin dai tempi dell’adolescenza quando il rombo dei motori accende desideri e pensieri corsaioli.

La Bagheera è un’auto che ha saputo rompere con il passato proponendo soluzioni d’avanguardia. Entrando nell’abitacolo si è subito colpiti da un particolare unico nel suo genere per una vettura sportiva: c’è infatti spazio per tre persone. Tre posti in una coupé non si erano mai visti prima: si racconta che l’idea balenò nella mente dell’ingegner Philippe Guedon, all’epoca direttore tecnico di Matra, durante un viaggio in furgone con due colleghi. Perché non replicare la formula a tre posti sul nuovo modello?

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Fanali che si sollevano mediante un compressore, alzacristalli elettrici ed un cruscotto che pare essere uscito da un film di fantascienza. Salire a bordo di una Bagheera è un viaggio in un passato rivolto al futuro, in un progetto che seppe anticipare i tempi sfidando una concorrenza piuttosto agguerrita. Vi dicono nulla modelli come GT Junior, Fulvia Coupe, 124 Sport Coupe? Sono solo alcune delle sportive presenti sul mercato nel momento in cui Matra lanciò la Bagheera.

Bagheera non è soltanto sinonimo di avanguardia: le linee così sinuose, quei fari che si alzano mediante l’utilizzo di un compressore ad aria e si abbassano sparendo nel cofano trasmettono grande sensualità, pensieri piccanti e proibiti. Luigi ha realizzato con Rosy Maggiulli un video, un esercizio di seduzione tra la splendida Rosy e la Bagheera girato nella splendida cornice della rocca di Vigoleno (già protagonista del Raduno sotto le stelle) e sulle strade della provincia. La camminata sul selciato, lo strip-tease e la “fuga” a bordo della Bagheera: due minuti dove la femminilità diventa trasgressione senza dimenticare un pizzico di ironia nel finale…la sensualità di Rosy si sposa con quella dell’auto: un incontro che dona un’anima all’auto.

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Perché scegliere una Bagheera? La coupé francese ha un fascino unico che la distingue nettamente da qualsiasi altra auto prodotta in quegli anni. Matra riuscì nell’impresa di coniugare il 1294 della Simca 1100ti con una linea filante che regalava alla vettura un cx di 0,33. La carrozzeria in vetroresina garantiva grande leggerezza permettendo di raggiungere i 185 km/h: prestazioni di tutto rispetto se si considera la meccanica proveniente da una berlina senza troppe velleità sportive.

Cosa cambia dalla Bagheera L alla Bagheera S seconda serie? Oltre al disegno dei cerchi in lega, ai dettagli del cofano e dei gruppi ottici nonché all’aggiunta di fascioni paracolpi varia anche il cx che passa a 0,35. Luigi ha scelto di allestire gli interni della sua seconda Bagheera sulla falsariga della prima serie come mostrano le foto. A proposito di interni: lo spazio per le gambe non è affatto ridotto e il comfort è inaspettato visto il genere di auto di cui stiamo parlando. Certo, il rombo del motore arriva forte e deciso ma non è forse questo il bello di una sportiva?

Dopo un enorme successo di vendite (almeno iniziale) Simca passa sotto l’egida del gruppo PSA: Simca scompare dal mercato nel 1979 per lasciare spazio al marchio «Talbot-Matra» che produce le ultime Bagheera fino al 1980. C’è però ben poco di originale nelle Bagheera più recenti: la standardizzazione esige un pesante tributo rendendo la linea certamente meno filante e gli interni piuttosto anonimi. Tutti questi lati negativi sono compensati da un solo aspetto positivo per chi volesse acquistare una delle ultime Bagheera prodotte: la carrozzeria viene galvanizzata risultando così resistente alla ruggine.

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L’ultima Bagheera è prodotta fino al 1980 da Talbot-Matra

Ma perché scegliere una Matra Bagheera? E’ scontato dire che è un’auto unica nel suo genere, lo si percepisce da ogni dettaglio. Bagheera è un’auto piuttosto rara nel nostro paese: basti pensare che nel colore arancio sono circolanti circa tre vetture in tutta Italia. Unica, esclusiva ed avanti nel tempo rispetto all’epoca in cui venne prodotta. Seducente certo ma non parca nei consumi: questo dettaglio frena velleità di uso quotidiano ma quando passerete per le vie di un paese state certi che nessuno negherà uno sguardo a quei fanali che paiono guardarvi con un velo di sensualità. Come solo una donna sa fare.

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Classe 1988, nato a Piacenza, sono dottore in Giurisprudenza e redattore per Sportpiacenza.it. Collaboro attivamente con un forum di Fantacalcio e scrivo pezzi, dai contorni semi-seri, dedicati alla mia città. Appassionato di informatica, fantascienza in ogni sua declinazione e teatro mi sono avvicinato soltanto da poco al mondo dell’auto d’epoca. Inguaribile nostalgico, setaccio la rete a caccia di video di Gran Premi anni ‘70 e rally che hanno fatto storia. Come sogno nel cassetto ho una muscle car, magari una Corvette di fine anni Sessanta.

5 Comments

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    Luca

    21 Settembre, 2014 at 17:47

    articolo bello ma le foto e il video -uno dei piu trash che ho visto- cosa c’entrano con Vita di Stile?

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    Rahab

    20 Novembre, 2014 at 03:46

    L’articolo contiene diverse inesattezze…
    Innanzitutto l’arancione è una S prima serie (non L) prodotta dal 1976.
    La seconda serie viene prodotta a partire dal 1977, ancora sotto l’egida formale di Simca: non vi è quindi alcuna “standardizzazione” in atto, ma un semplice restyling.
    L’auto è stata prodotta sempre e solo da Matra: i passaggi societari del partner commerciale Simca hanno riguardato per Matra solo l’apposizione nell’auto di una dicitura leggermente diversa e la distribuzione nella stessa rete distributiva, che assunse però nome e logo Talbot.
    È curioso il netto giudizio negativo per cui la seconda serie sarebbe un’involuzione piena di difetti della prima, fatto salva la (inesistente!) galvanizzazione: nella realtà la seconda serie guadagna un padiglione leggermente più alto, aumentando quindi il confort interno; il sedile dei passeggeri, prima fisso, diventa regolabile in inclinazione; la meccanica guadagna l’accensione elettronica (la donatrice Simca è tra le prime a montarla sui suoi prodotti): le sospensioni adottano una nuova taratura più rigida, che rende l’auto meno soggetta a trasferimenti di carico senza per questo perdere in confort di marcia; le finiture complessivamente aumentano di livello e viene introdotta la moquette nel vano bagagli assieme alla relativa luce di cortesia, l’abitacolo riceve una migliore predisposizione radio, mentre nel modello X compare pure il tergilunotto posteriore.
    L’idea che la Bagheera sia assetata di benzina rappresenta un grande falso storico e porta a pensare che l’estensore dell’articolo non conosca in maniera approfondita ciò di cui scrive.
    Al contrario, la Bagheera vinse pure un concorso per l’auto più parca nei consumi battendo di misura vetture nate per eccellere in questo ambito quali la Opel Kadett, la Volkswagen Golf, la Simca 1000 e altre alla media di 109 km/h. Del resto parliamo per l’appunto di una vettura dall’ottimo cx di 0,33… La leggerezza dell’insieme unita al CX, rende possibile un consumo tra i 12 ed i 16 km/litro, valore a tutt’oggi molto buono in relazione alle prestazioni dell’auto.
    Anche l’idea che le ultime Bagheera abbiano il telaio galvanizzato è un falso storico: c’è stata qualche Ranch galvanizzata a mo’ di esperimento preliminare del procedimento che sarebbe poi stato usato per la Murena, ma esso non fu utilizzato sulla Bagheera. Risultarono zincati solo gli ultimi telai nudi messi a disposizione dei ricambisti: ciò in virtù della legge europea che a tutt’oggi richiede la presenza di ricambi per 10 anni dalla fine della produzione.

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      Francesco Fulchieri

      21 Novembre, 2014 at 12:13

      Non posso che ringraziarla per tutte le sue attente e competenti precisazioni.

      E’ proprio così che intendevamo il fine del blog: aprire confronti su auto note e meno note per arrivare ad una visione complessiva del modello che solo con il contributo dei lettori si può ottenere.

      Vista l’età, i nostri ragazzi non possono vantare una competenza diretta pluriennale (chiunque però è libero – e più che benvenuto – di partecipare), ma combinano l’eventuale contatto di persona, con altre fonti. I nostri testi, come indicato nella mission, non vanno intesi come aventi la presunzione di fare da bibbia del modello, ma di incuriosire chi non lo conosce e portare chi invece lo ha avuto e lo conosce bene a dire la sua, come in questo caso.

      Sono certo che nessun appassionato o giornalista sarà mai esperto quanto i proprietari e solo coinvolgendone più di uno si può colmare la necessaria incompletezza dei testi online (sia per spazi che per tempi, purtroppo, non possono essere esaustivi).

      Ancora grazie e buona permanenza sul nostro portale

      Francesco Fulchieri

      Co-founder

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        Rahab

        26 Novembre, 2014 at 17:19

        Comunque sinceramente ho visto articoli molto peggiori e scadenti di questo, zeppi di errori/orrori scritti da “professionisti”. L’estensore di questo ha comunque tutto il mio rispetto…

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    Rahab

    20 Novembre, 2014 at 10:13

    P.s: mi correggo: l’arancione è probabilmente una prima serie 1.3, avendone i cerchioni, la lunetta dei finestrini posteriori argentata e i passaruota anteriori fini; però il cofano non dovrebbe avere la colorazione nera propria solamente della S, variante con motore 1.5. 😉