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L’arte di tenere in vita l’arte da un grande Collezionista di auto d’epoca italiane

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Primo Evento 2024 del  Centro Culturale Franzoni Auto Divisione Classic


Sabato 10 Febbraio il Centro Culturale Franzoni Auto Divisione Classic di via Val del Caffaro 19 a Brescia, ha ospitato il più grande collezionista di auto d’epoca italiane, l’Architetto Corrado Lopresto. Ad accogliere i nuovi e storici soci, esposta nella sala delle conferenze, un prototipo (appartenente alla collezione Lopresto): la LANCIA KANDAHAR, presentata al Salone di Ginevra del 2005, disegnata dall’Ingegner Leonardo Fioravanti ( socio onorario del Centro Culturale Franzoni Auto Divisione Classic) e che ha fatto pervenire, tramite Lopresto, i suoi saluti ai partecipanti all’evento.

Pensando ad un piccolo monovolume all-road, Fioravanti aveva scelto la Lancia Musa per sottolineare l’aspetto funzionale ed estetico della vettura, in sintonia con i valori del marchio avendo collaborato alla definizione della Lancia Y. Si notano ridisegnati i paraurti anteriore e posteriore, più importanti, integrandoli nelle fiancate che presentavano nuove protezioni.
Gli interventi più rilevanti riguardavano il padiglione che era stato realizzato con la tecnologia frutto della ricerca svolta sulla concept KITE: tetto “K”. Tale soluzione permetteva ai passeggeri di godere di una particolare luminosità nell’abitacolo senza ricorrere a elementi mobili e ai relativi meccanismi di apertura/chiusura.

Grazie all’incremento dello sbalzo posteriore, al nuovo posizionamento della traversa, il vano bagagli diventava più capiente di circa il 20% ed il carico più agevole. Il vano era completato da un portellone che chiudendosi assolveva anche alla funzione di copertura trasparente dei fanali a led, che erano integrati nell’ossatura stessa del padiglione. Il tergicristallo posteriore era integrato in un elemento che evidenziava il marchio Lancia e che comprendeva anche la funzione di luce retromarcia. La collezione automobilistica di Corrado Lopresto è considerata oggi una delle più significative ed importanti al mondo, specie per il suo valore di testimonianza storica della tradizione del design automobilistico italiano. Ma cosa c’è dietro ad una simile raccolta? Quali scelte e avvenimenti ne hanno definito il carattere e permesso la realizzazione? Nel corso dell’esposizione di Lopresto, le risposte, le modalità ed il modus operandi hanno preso delicatamente forma con il garbo e lo stile del protagonista che aprendoci uno spiraglio con scorci della sua vita, ha portato i partecipanti alla scoperta dell’affascinante mondo delle auto d’epoca e della sua personale collezione, con contributi di immagini e filmati.

Ed è così che si palesa che l’ambiente nel quale si vive, apre a delle possibilità che vanno però sostenute se si ha la caparbietà e le capacità per cimentarsi, in questo caso, in un restauro di un’automobile, che nel caso si Lopresto, fu una Fiat 508 “Balilla” 3 marce, smontata completamente e restaurata, ma applicando da questo primo lavoro un principio: cercare di salvare il più possibile tutto l’originale della vettura, soprattutto, nel suo caso, quando le risorse erano quello che si poteva, in quanto il padre, non supportò il giovane Corrado, almeno dal punto di vista economico, e forse questo è stato lo sprone, prima di diventare un must, a salvare quanto più possibile gli elementi originali della vettura.

Infatti, Lopresto, ci narra che ai quei tempi (anni ‘80) a Roma, vi era un ricambista che aveva disponibilità di ricambi nuovi, ancora nella busta Fiat con la scritta 508, ma non avendo supporti extra economici, prendeva solo lo stretto indispensabile. Ma questa “gavetta”, diciamo, gli è stata formativa perché ha tracciato una linea guida nel restauro “conservativo” che non deve stravolgere la natura dell’oggetto, ma salvaguardarne, invece la storia.

La presentazione delle sue vetture continua e veniamo a scoprire altre chicche e curiosità, come quella relativa al restauro di una Isotta Fraschini 8A SS Castagna del 1930 (ricordiamo che la Isotta Fraschini è stato il primo 8 cilindri italiano).

In questo restauro impegnativo e lungo, il nuovo elemento scoperto è stato che anche i cilindri hanno una loro storia ed il fatto di poter aver riutilizzato i suoi cilindri originali Isotta Fraschini ha fatto si che il “suono” del motore, rimanesse quello originale e non alterato. Nell’attenta e coinvolgente esposizione di Lopresto, si cela anche la passione per la ricerca storica dei documenti sulle origini di una vettura.

Ricerche che portano a conoscere persone, ritrovare fotografie, scartabellare in archivi ufficiali o privati e con l’esperienza acquisita, cogliere l’informazione corretta per ricostruire la storia di una linea, scoprire che una Lamborghini Miura P 400 del 1969, che doveva essere consegnata dopo poco ad uno Sceicco arabo, era quella che aveva preso parte ad un importante Film, “The Italian Job”, montando dei sedili neri per le riprese, in quanto meno sporchevoli, ma lasciando i poggiatesta bianchi previsti all’ordine.

Nei documenti d’archivio Lamborghini, venne trovata la nota del preconsegna, che indicava: “rimontare sedili suoi”.

La conclusione di questa interessante esposizione, non poteva concludersi che con una degli ultimi salvataggi” di Lopresto, che rappresenta forse, l’inno a questo schema del concetto di conservazione e restauro delle vetture storiche.

Si tratta dell’Alfa Romeo Giulietta SZ Prototipo del 1961 che Lopresto ha recuperato in America, e che quasi come provocazione didattica ha restaurato per metà, lasciando l’altra metà così come l’ha trovata, tanto da verniciare con trasparente la carrozzeria per conservare anche la polvere del tempo.

Questa “provocazione” nel 2016, l’anno del 50° della FIVA (il più importante organo mondiale per la salvaguardia e conservazione del patrimonio motoristico) ha fatto prendere a Lopresto un premio speciale per questa opera di “restauro particolare” che è un chiaro messaggio e testimonianza per l’oggi e per il domani, di cosa può e deve essere un restauro conservativo studiato e ragionato.

A fine conferenza è stato anche possibile, purtroppo, non per tutti perché il libro era in esaurimento, acquistare il libro autobiografico realizzato appositamente dall’Architetto Lopresto al quale ha apposto dedica peronalizzata.

A seguire, degustazione del nuovo vino Millesimato presentato da Marco Atelier Morini #viamontenapoleone, supporter del Centro Culturale, e che quest’anno sono stati anche Sponsor del Festival di Sanremo 2024 che si concludeva proprio la sera del 10 febbraio.

Carlo Carugati

Classe ’61, sposato dal 1983 con due figli, ha esordito in ambito professionale in una emittente locale bresciana ove ha fatto esperienza a tutto campo fino ad arrivare al ruolo di segretario di produzione, per passare poi al settore commerciale Automotive dove nel 2006 ha maturato un Master in Gestione Commerciale d’Impresa. Dal 2007 si occupa in prevalenza di auto di interesse storico, sportive e da collezione. Attualmente è Direttore Artistico del Centro Culturale Franzoni Auto Divisione Classic di Brescia. Come giornalista non professionista scrive per alcune riviste di settore e si occupa anche della comunicazione aziendale per conto di alcune associazioni e club di auto storiche. Tra queste si segnala il suo contributo come Promoter della Fondazione “Giorgio Brunelli” per la Ricerca sulle Lesioni del Midollo Spinale” e la sua partecipazione attiva nel direttivo della A.A.V.S federata alla F.I.V.A in qualità di Conservatore del Registro Storico Nazionale ed addetto stampa della stessa. È inoltre Socio Onorario con incarico di Capo Ufficio Stampa del Club Volkswagen Italia, Vicepresidente del Biturbo Club Italia, Ufficio Stampa dell’Opel Fans Italy e dell’artista Luana Raia “Eventi”. Vanta una collaudata esperienza in giurie di Concorsi d’Eleganza, quali: Stelle sul Liston, Historic Racing Venezia, AppassionAuto, Concorso di Eleganza di Montecatini Terme, È Presidente di Giuria dei Concorsi di Eleganza organizzati dalla Mostra Scambio di Lario Fiere, Erba (CO).