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Milano Autoclassica 2023 Salone con vista

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Nella capitale economica d’Italia la tredicesima edizione accresce il proprio successo, senza mostrare remore nel contaminare la passione per il classico con i cavalli moderni.

Foto di Augusto Pellucchi

Milano Autoclassica, con uno stile tutto suo e strizzante l’occhio alla mondanità tipica meneghina, raggiunge nuovi traguardi di presenze e vetture esposte, e ovviamente vendute nonostante la speculazione che affligge molti modelli. Oltre 80.000 biglietti staccati, 4.500 auto messe in commercio e ben 10.000 accorse grazie ai vari club affiliati ACI e ASI, approfittando di un cielo incredibilmente limpido per il periodo, che ha permesso al parco auto presente di avere uno sfondo memorabile. Una combinazione che mette insieme le protagoniste del passato con le saette da circuito di oggi e l’atmosfera felliniana dei motoscafi Riva, che si è ritagliata il suo bello spazio nonostante la quasi concomitanza con l’appuntamento bolognese di Auto e Moto d’Epoca.

IL CAVALLINO CHE VINCE

All’ingresso principale della fiera, a Milano Autoclassica, i visitatori sono stati salutati da auto che hanno permesso a Ferrari di riportare il tricolore in vetta ad alcune delle gare più importanti del motorsport. È il caso della acclamatissima 499P numero 51, reduce dalla vittoria alla 24 Hours du Le Mans, competizione che vanta ormai un secolo di vita, ancora tutta lercia e contenta; e della 296 GT3, arrivata prima alla impervia 24 Ore del Nurburgring; oltre alla 750 Monza degli Anni ’50 e a vari esemplari di 458 e 488 Challenge Evo. Sempre in tuta da corsa pure una 348 e una 355, che fanno sempre la loro porca figura. Memorabile, sempre per rimanere in tema, la 166 del Museo ferrari di Maranello.

Foto di Augusto Pellucchi

FERRARI E NON SOLO

Allo stand dell’Automobile Club Italiano hanno trovato posto due 512 Berlinetta Boxer, modello al suo cinquantesimo compleanno, e alcuni capolavori provenienti dalla collezione del Museo dell’Automobile di Torino, come le Alfa, 8C 2300 e Disco Volante, e le Fiat, 12/16 Hp di inizio ‘900 e 520 del 1928. Puro antiquariato motoristico che ha fatto da scenografia ad alcune conferenze, come: la presentazione di Stresa Classica, il concorso d’eleganza creato dal Milano Historic Cars Club; l’aiuto che le storiche possono dare alla lotta contro la disabilità e la possibilità di ottenere un finanziamento per l’acquisto di una Ferrari classica.

Foto di Augusto Pellucchi

L’ITALIA DEL CLASSICO

L’Automotoclub Storico Italiano, supportato dai club associati, ha voluto incentrare il suo village, a Milano Autoclassica, su splendori del Made in Italy, quali Lancia Lambda, Ferrari Testarossa, Fiat 1500 coupé Siata, Alfa SZ, Fiat 130 coupé Pininfarina, Lamborghini Espada, Lancia Flaminia Touring e tante altre. In occasione di Milano Autoclassica, impiegando vetture storiche, l’ASI ha mostrato al pubblico un nuovo tipo di carburante nato dall’impiego di scarti di origine biologica, una speranza per i collezionisti di domani.

Foto di Augusto Pellucchi

L’INCANTO IN SCENA

Quello tra Milano Autoclassica e Wannenes è ormai un rapporto ben consolidato. La nota casa d’aste ha portato a Rho Fiera un lotto di auto che ha compreso notevoli rarità e storiche più a misura di comune mortale. Fiat 521 C Spider, Ansaldo Tipo 10, Alfa Romeo 2000 Sprint, Bianchi S9, Lancia Fulvia HF, Fiat 600 griffate dai maestri carrozzieri e molte altre hanno stimolato uno show di sobria euforia che ha attirato lo sguardo di molti curiosi, ansiosi di sapere se anche una Giulietta 116 1.8 avrebbe potuto rubare un po’ di attenzione in presenza della nonna Sprint carrozzata da Bertone.

Foto di Augusto Pellucchi

CAVALLI VAPORE SUL MERCATO

Milano Autoclassica, per certi versi, è sempre stato il regno delle supercar, con molti commercianti specializzati in missili di ultimissima generazione. Un’occasione utile se non avete intenzione di aspettare attese bibliche prima di mettervi al volante della vostra Aventador o 812 Superfast, ma molto spazio è dedicato anche a quelle classiche che hanno fatto parte della vita di molti di noi, come la Topolino del nonno. In mezzo ad un’abbondanza di 911 e Pandini, spesso esposti a cifre scottanti, l’occhio non ha potuto far finta di niente dinanzi a: De Tomaso Guarà; Monteverdi Sahara, una International Harvester Scout in chiave aristocratica; Lancia Appia Vignale; VW Golf seconda serie con trazione Syncro; Quale Mangusta; BMW M5 E34; Volvo C303 militare; Fiat 600 in allestimento Pininfarina e molte altre. Questo non significa che ci dobbiamo dimenticare delle Ferrari d’altri tempi, come 365 Daytona; 330 GT 2+2; 456, di cui una verde Mugello che ha cambiato padrone; F40, con pochissimi chilometri; e 355; o dell’unica Alfa 75 carrozzata da Castagna. Curioso notare come ad esempio l’Autobianchi Y10 fosse disponibile in diversi esemplari, in vari allestimenti, e a prezzi ancora ragionevoli. Segno che la piccola di Desio ancora non è stata investita dalla follia speculativa, almeno per il momento.

Foto di Augusto Pellucchi

SOGNANDO TOKYO

In Italia ancora in pochi hanno una cultura su di loro, ma a Milano Autoclassica 2023, negli esterni, anche le giapponesi dagli Anni ’90 in poi hanno avuto il loro posto. Svariate Civic, ma anche Impreza, MR2 e tante altre, hanno fatto quasi sembrare la manifestazione uno di quei ritrovi per giovani che si trovano alla sera nelle città nipponiche, con annessi botti dagli scarichi modello capodanno. Tra sabato e domenica non sono state le uniche, difatti pure i club Mercedes; Ferrari, con appresso persino una Enzo; Jaguar; Abarth; Vespa e americane. Perché un salone mondano e lucido è bello, ma lo è altrettanto portare in scena parimenti chi la passione la vive anche in jeans e Nike.

Foto di Augusto Pellucchi

I VOLTI DELLA PASSIONE

Milano Autoclassica ha ospitato quasi un intero padiglione a ciò che ci dà spesso motivo di tirare fuori dal garage le nostre storiche la domenica. I club delle categorie più disparate hanno mostrato le auto dei loro soci come biglietto da visita, come la replica della GT40 da CNO American Motors Club, l’Alfa Spider V6 azzurro Nuvola dal Milano Historic Cars Club, l’Alfa 8C della Scuderia del Portello; la 155 Q4 del figlio di Andrea De Adamich, presso Cinquecentiamo; e la Jaguar E Type di Rita Pavone dalla Scuderia Jaguar Storiche. Il Museo Fratelli Cozzi, insieme alla rivista Profumo di Alfa, ha portato la Montecarlo GTB Centenaire, l’ultima creazione dell’Ingegnere Carlo Chiti. Tutte vetture adeguatamente protette da una guarnigione del Museo Storico Militare di Schilpario, di cui ha fatto parte anche un carrarmato francese AMX.

Foto di Augusto Pellucchi

NON ANCORA D’EPOCA

A Milano Autoclassica sono state presenti anche auto che storiche probabilmente lo diventeranno in futuro. Bentley; Ferrari; Aston Martin; McLaren; Morgan, sotto l’insegna di Romeo Ferraris; Maserati e Alpine hanno esposto le loro ultime novità, eredi di grandi tradizioni. Poco più in là MG, ormai trasferita in pianta stabile in Cina, ha presentato al pubblico italiano la Cyberster, prima spider della casa ad arrivare dopo un lungo digiuno, nonché prima sportiva del marchio a rinunciare a bielle e pistoni. Andrea Levy, creatore del Milano Monza Open Air, ne ha aprofittato per far conoscere a tutti parte del suo parco auto, comprendente 911 GT3, Dallara Stradale e l’unica Fiat 124 Spider customizzata dalla Mole Automobiles di Umberto Palermo. Nello stesso padiglione c’è chi prova a rivivere le emozioni di un tempo con pochi e sapienti ammodernamenti, come nel caso della Kimera Evo, restomod della Lancia 037, oppure a tradurle nel linguaggio moderno, vedasi la Grassi 044S, remake della Delta S4. La svizzera Picasso Automotive ha tentato l’avventura dei grandi costruttori con la sua coraggiosa 660 LMS, desiderosa di trovare il suo posto tra i cordoli e i sogni dei petrolhead.

Foto di Augusto Pellucchi

GRANTURISMO D ‘ACQUA

Chi ha detto che si può correre veloci e con stile solo su strada asfaltata? È un passatempo che si può svolgere benissimo anche sull’acqua, meglio se salmastra e baciati dal sole. È quello che all’epoca dello swing succedeva, grazie alle creazioni di casa Riva, che Milano Autoclassica ha voluto omaggiare dedicando un intero stand solo alla nautica di lusso, di cui ha fatto parte persino un pezzo proveniente dal Museo della Barca Lariana.

Foto di Augusto Pellucchi

CANDELINE DA SPEGNERE

Heritage Hub, il ramo storico del fu Fiat Chrysler Automobiles, ha voluto festeggiare a Milano Autoclassica il sessantesimo di fondazione dell’Autodelta, il lato corsaiolo di Alfa Romeo, e il secolo di vita del Quadrifoglio esponendo una bellissima Giulia TZ. Oltre a quella da Arese hanno portato il prototipo di Alfasud Sprint 6C, con motore V6 posteriore, un’occasione persa per i rally, e da Mirafiori la Multipla 6×6, con cui Roberto Giolito ha ringiovanito l’estroversa multispazio torinese. Anche Lotus e Porsche hanno festeggiato, entrambe ben 75 anni di attività. La tedesca con una selezione di must come Cayman, Cayenne e ovviamente 911; mentre l’inglese con la intramontabile Elan e la elettrizzante, e discussa, Eletre.

Foto di Augusto Pellucchi

CAMPIONI DEL DILETTO

Milano Autoclassica è stata, per la rivista Ruoteclassiche, la cornice giusta per conferire i Best in Classic, una sorta di notte degli Oscar che premia i restauri, i club, le gare di regolarità, i restomod e le collezioni che più hanno lasciato un’impronta nel corso di questo 2023. Così sul podio; nominati da giudici del calibro di Duccio Lo Presto, Giosuè Boetto Cohen e altri; abbiamo visto realtà come la Scuderia del Portello, da sempre dalla parte del Biscione; Automobili Amos con la Delta Safarista; il Museo Alfa Romeo Cozzi di Legnano e ben tre restauri memorabili: Alfa 6C 2500 SS Cabriolet, Fiat Coupé Turbo 16V e Ferrari 512 BB, tutte accomunate da una storia alle spalle, fatta di amore e intraprendenza.

Foto di Augusto Pellucchi

Milano Autoclassica, al di là dell’ormai annoso problema dei prezzi in verticale salita per qualsiasi auto abbia più di vent’anni, continua ad attirare l’interesse di un target sempre più ampio e di varie generazioni. Un ambiente che fa sognare l’esclusivo ma senza essere esclusivista.

Foto di Augusto Pellucchi
Augusto Pellucchi

Classe 1986, appassionato fin da bambino di tutto ciò abbia un motore, un volante e quattro ruote. Per me l'auto è un qualcosa che dà emozioni, non un banale e insipido mezzo di trasporto. Quando non ho niente da fare mi piace girovagare in auto tra i monti del Lario. Portatore inguaribile di una malattia terribile chiamata Virus Alfa.