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Morgan Plus 4

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Dopo settimane di  ricerche della macchina e della location più adatta, nei giorni scorsi abbiamo realizzato il nostro primo servizio fotografico. E’ valsa la pena di aspettare, perché non potevamo partire con un’auto più scenografica di questa: una Morgan Plus 4 del 1966.

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Stefano, fortunato proprietario, è nato sulle auto inglesi, dato che la sua famiglia era emigrata in Inghilterra nel 1910. E’ cresciuto su Rover P4, P6, ecc. e da questo imprinting ha mutuato una viscerale passione per i modelli “made in UK”.

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L’intervista si è subito aperta scambiandoci impressioni sugli ultimi sviluppi della storia della Casa di Malvern Link (paese dove nascono queste vetture), che pochi anni fa ha festeggiato il centenario (2009). Charles Morgan, nipote del fondatore, è stato allontanato dal consiglio, dopo i ripetuti scontri iniziati negli ultimi anni. Non è la sede adatta per fare gossip automobilistico o dare giudizi, speriamo solo che col tempo si ricomponga la frattura, perchè l’assenza di un discendente diretto della famiglia stride con l’immagine da “cottage industry” (così vengono simpaticamente soprannominate in UK le piccole aziende con pochi dipendenti).

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Tornando a noi, prima di parlare di questo esemplare, occorre fare qualche passo indietro e vedere come si è evoluta la storia del modello.

Senza addentrarci troppo nell’affascinante storia dell’azienda, di cui ci occuperemo in una nuova rubrica dedicata, non si può non raccontare da dove nascano queste forme, e perché siano rimaste per mezzo secolo fedeli a sè stesse. A maggior ragione, se pensiamo che esse stesse sono diventate un marchio di fabbrica, e per molti La Morgan sia “solo” una quattro ruote old school.

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La Morgan fino al 1936 produceva solo veicoli a 3 ruote, data in cui lancia sul mercato la 4/4, sigla che sta proprio a significare “4 cilindri – 4 ruote”. La 4/4 era costituita da un telaio in acciaio mentre il corpo era costituito da una struttura in legno ricoperta da pannelli di alluminio: la combinazione di questi elementi conferiva all’automobile l’affidabilità di una vettura solida e la leggerezza richiesta da una vettura sportiva. Poteva contare già su sospensioni anteriori indipendenti e freni a comando meccanico. Il motore era un Coventry Climax con valvole di aspirazione in testa e di scarico laterali: 4 cilindri di 1.122 di cilindrata per circa 34 cavalli.

La carrozzeria era aperta, a due posti (Tourer 2-Seater), e veniva venduta ad un prezzo concorrenziale che sommandosi ai brillanti piazzamenti nelle gare di Rally, Trial, e alla 24h di Le Mans del 1938 (condotta anche da una donna: Priscilla Fawcett) e 1939. Dal 1937, intanto, la proposta di carrozzerie si era allargata alla Tourer 4-Seater; dal 1938 alla Drop Head Coupè (più lussuosa). Nel 1954 avverrà l’evoluzione più significativa nell’estetica del modello: si passa dal radiatore piatto a vista con fari esterni, tipicamente anteguerra, al radiatore carenato (cowled) ed i fari vengono annegati.

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Lasciando procedere per la sua strada il modello 4/4 ed i suoi continui affinamenti meccanici, torniamo a parlare della Plus 4. Per anni, costituirà il modello sportivo della casa, quel “Plus” o + significa proprio maggiore potenza e sportività. Nel 1950, infatti, si ritiene opportuno aumentare le prestazioni della 4/4, montando un motore Standard da 2.088 per 70 cv, già utilizzato sulla Standard Vanguard.

Nel 1954 la scelta si sposterà sul Triumph da 90 cv (TR2), e poi da 100 cv (TR3), arrivando, nell’ultima evoluzione, al 2.138 da 104 cv della TR4, di cui è dotato il nostro esemplare. Oggi possono sembrare pochi, ma all’epoca erano una potenza ragguardevole e senza le restrizioni odierne, la sensazione è che spingano anche di più di quanto dicano i freddi numeri. Chi non ha mai sentito una TR4 in moto non può immaginare: ha un rombo penetrante che si sposa benissimo con la sportiva Morgan [nel cui cofano sembra anche più a suo agio, dato che le dimensioni di quello della TR4 lo fanno sembrare molto piccolo].

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Le ottime prestazioni della Morgan Plus 4 con motore Triumph, consolidando l’immagine sportiva dell’azienda, le regalano una gloriosa carriera agonistica, culminata con la vittoria di classe a Le Mans 1962. Quando la TR4A esce di produzione (1968), alla Morgan non riescono a trovare un degno sostituto, che potesse coniugare potenza, affidabilità e ridotte dimensioni. Per questo motivo, esce di scena anche la Plus 4, sostituita dalla Plus 8 con motore Rover V8 3.5 di cilindrata [tornerà molti anni dopo (1985) con il duemila bialbero ad iniezione della Fiat Argenta].

Morgan Plus 4 - riscaldamento

Il riscaldamento si comanda da questo rubinetto…comodo vero?

La fine dei sixties, è proprio il momento in cui Peter Morgan, figlio del fondatore Harry e amministratore dal 1957, deve prendere una decisione di fronte ad un bivio, comune a molti altri piccoli costruttori del periodo. La scelta era, tra ingrandirsi, allargando e aggiornando la gamma (che il più delle volte era costituita da un modello) o cristallizzarla. Allargandosi, si spostava la partita del mercato su un piano superiore, dove i capitali in gioco superavano le proprie capacità, motivo per cui molti facevano richiesta alle banche (rischiando fallimenti poi avvenuti) o modificavano il proprio assetto societario, perdendone la proprietà (come Ferrari e Lamborghini), fondendosi (British Leyland) o condividendola con altri.

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Il primo tentativo di sostituire la Plus 4 con un modello più moderno, presentando nel 1963 la Plus 4 Plus (+4+), si era concretizzato in un totale insuccesso (solo 26 vendute): poco capita dalla clientela affezionata e dal mercato (in quel periodo la concorrenza in quel settore era notevole). Mentre la Plus 8 fu un vero successo. Realizzata dando più cavalli alle linee old style (già per gli anni 60) della Plus 4, era una vettura per piloti “di polso”, duri e puri, una sorta di Cobra in salsa british. Proprio le differenti risposte del mercato, segnarono la direzione da prendere, cristallizzando come in un sogno, l’onirica produzione di Malvern Link, arrivata ai giorni nostri con svariati aggiornamenti meccanici, ben celati sotto immutate linee anni ’30 [discorso a parte la Aero 8  del 2000 ndr.].

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L’esemplare del nostro servizio, come avrete notato, ha la guida a sinistra, fatto raro per un’auto inglese di quei tempi e così artigianale. E’ stata immatricolata la prima volta in Francia, e poi re-immatricolata in Italia alla fine degli anni 90 (ecco il perché della targa nuova). Da 15 anni viene accudita da Stefano, che con lei ha partecipato ad alcuni importanti eventi del calendario auto d’epoca, e fatto qualche giretto fino al Tigullio.

targhetta del rivenditore francese

targhetta del rivenditore francese Jacques Savoye, ora Morgan France

E’ stata una vera emozione per tutto lo staff di VitadiStile presente alla sessione fotografica, prendere contatto con un modello così straordinario, che emana fascino anche nei dettagli. Purtroppo, nonostante la bravura del nostro fotografo, le foto solo parzialmente riescono a restituirlo. Tanti, sono stati gli sguardi incuriositi degli avventori del maneggio, che, mentre andavano verso i paddock, o uscivano per una passeggiata, si sono fermati per vederla più da vicino e chiedere informazioni.

Gli scatti sono stati realizzati presso il maneggio del B&B “Croara Vecchia“, che a meno di 15 min da Piacenza ci ha consentito di trovare perfetto ambiente british, ideale per il set che avevamo in mente.

Si ringraziano per la collaborazione:

Elisabetta e Gianmarco D’Aragona, owners della tenuta;

Martina Cottini, splendida modella, che, nonostante sia ai primi servizi, già dimostra una comprovata professionalità;

Alessia Corbellini, impeccabile amazzone, che ha tenuto tranquillo e mansueto il cavallo Graziano;

Lucia Gazzola, che ha assistito la figlia Alessia durante la sessione di shooting, dandoci una mano nell’organizzazione;

Stefano De Cosimo, felice proprietario della Morgan Plus 4 del nostro servizio, che si è prestato con molta disponibilità e simpatia alla nostra iniziativa.

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Classe 1988, nato a Codogno e laureato in Giurisprudenza, dopo qualche mese nel mondo della selezione del personale, ora sono District Manager per un gruppo assicurativo francese. Petrolhead da sempre, mi divido tra fotografia (di cui mi dovrò decidere a frequentare un corso) e degustazioni. Il tutto accompagnato dal costante confronto con i fondamentali del social media mktg. Con VitadiStile facciamo divulgazione storica del mondo dell'auto e diamo spazio a giovani appassionati.