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‘Piacevolezze rigorosamente vecchie’

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Questo post continua idealmente il nostro ciclo di interviste e questa volta il protagonista è un espositore, che abbiamo avuto modo ed il piacere di conoscere visitando il mercatino del piccolo antiquariato di Castelleone nelle scorse settimane. In una domenica di sole ho convinto alcuni amici dello staff a seguirmi in una delle mie visite alla ricerca di queste ‘piacevolezze’ che per me si chiamano rullini, obiettivi, esposimetri e vecchie macchine fotografiche che abbiano ancora voglia di scattare! Ma questa è un’altra storia, oggi infatti vi presentiamo l’autore del volume ‘Piacevolezze rigorosamente vecchie’ il signor Guido Banfi.

Con Guido l’incontro fu più che mai casuale, durante la visita quando stavamo girando fra i banchi, ci siamo fermati a scambiare due parole con lui notando come, oltre alla merce esposta, avesse sul proprio banchetto alcuni volumi del libro che vedete nella foto sotto. La curiosità ci spinse a saperne di più e così anche grazie alla disponibilità di Guido, che abbiamo poi scoperto essere l’autore di ‘Piacevolezze rigorosamente vecchie’, è stato possibile realizzare questa breve intervista che oggi vi proponiamo.

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Come è nata la sua passione per i mercatini dell’usato?

Non ricordo una scintilla particolare che mi abbia provocato la fiamma della passione  per i mercatini dell’antiquariato ma penso che, nel mio caso, ci siano state più concause che gradatamente nel tempo hanno sviluppato un coinvolgimento sempre maggiore a tutto quello che è collezzionabile. Le concause: in primis l’esempio della mia famiglia d’origine (modello emblematico di accumulo di ogni genere di oggetti) ha influito nella mia passione ma sarebbe stata comunque sterile se non si fosse unita ad  un combinato composto di un minimo di curiosità, spirito di osservazione, di sensibilità a tutte le forme del bello. Queste principali concause lasciate latenti nell’inconscio hanno portato alla lunga, al momento giusto, a manifestarsi unitariamente, in maniera pratica, con l’avvicinamento al mondo dei mercatini che per me  costituiva l’approccio più semplice per soddisfare le mie esigenze.

 Sulla base della sua esperienza ritiene possibile poter trovare un “vero affare” o più solitamente si rischia di incappare in qualche “fregatura”?

Se si considera che i mercatini dell’antiquariato vengono frequentati sia da professionisti del settore che da semplici visitatori va da sé che questi ultimi, se non sono baciati dalla dea bendata, difficilmente riusciranno a concludere buoni affari. Ma nei mercatini i buoni affari dipendono spesso dalla contrapposizione fra conoscenza e ignoranza che si realizza e trova la sua apoteosi  quando l’espositore non conosce il valore dell’oggetto che propone in vendita mentre l’acquirente ne è perfettamente consapevole e con cinismo “ruba” la caramella all’impreparato di turno. Ma le fregature sono sempre in agguato e nessuno, quantomeno quelli sinceri, possono negare di averne inanellate una buona serie. Matematicamente direi che la percentuale di incappare in una fregatura è molto più elevata rispetto all’ipotesi di concludere buoni affari ma se non si sconfina nell’illegalità, se non si parla di cifre importanti, se non si è professionisti del settore che vivono di quest’attività, allora ci può anche stare.. come è successo e succederà!

Posto che per un appassionato ogni mercatino ha i suoi risvolti interessanti, a quale si sente più legato e per quale ricordo in particolare?

Di pancia rispondo Cormano. Lo frequento da diversi anni e non mi sento a posto se non passo lì qualche ora del sabato mattina. Per me è diventato un rito a cui non posso mancare. Purtroppo il livello qualitativo delle bancarelle è decisamente calato ma ciononostante non mollo. Se non sono presente automaticamente mi escludo dal gioco del cercare per trovare. Di solito arrivo verso le sette ma i professionisti arrivano molto prima. Ho stabilito una serie di contatti che mi piace seguire regolarmente e che mi consentono di essere aggiornato sugli sviluppi di questo microcosmo. I ricordi sono tanti ma uno per tutti tiro in ballo quella mattina che mi sono trovato a tu per tu con un blocchetto di cinquecentine tenute in maniera onorevole che mi hanno lasciato a bocca aperta per l’emozione.

Come nasce l’idea della sua pubblicazione Piacevolezze rigorosamente vecchie?

L’intento è di spiegare in maniera semplice un mondo affascinante. Descrivere  le pulsazioni di chi si trova improvvisamente davanti all’inaspettato affare della sua vita. Coinvolgere i non addetti ai lavori a tutti i principali meccanismi operativi di questo mondo sconosciuto. Svelare con candida trasparenza i segreti di questo antico mestiere. In definitiva non è altro che una prova provata di una grande passione che non si può nascondere.

Perché consigliare ai giovani di avvicinarsi al mondo dell’antiquariato minore ed iniziare a frequentare i mercatini dell’usato?

Per essere testimoni e rappresentanti di un mondo del passato che ha lasciato grandi tracce del suo passaggio. Per interpretare con originalità la convivenza fra le cose del passato e quelle del futuro nel contesto dell’arredamento creativo. Va anche detto che l’avvicinarsi a qualcosa presuppone un minimo di interesse: se questo minimo di interesse esiste tutto si può fare. Anche l’antiquariato subisce gli effetti dei gusti e della moda per cui spetta anche ai giovani saper cogliere questi cambiamenti. Mi viene immediato il riferimento al filone del modernariato declinato in tutte le sue forme che mi pare più consono ai gusti delle nuove generazioni. In merito alla frequentazione dei mercatini dell’usato direi che è una sorte di palestra dove esercitare le capacità personali (di osservazione, di confronto, di ricerca, di valorizzazione dei dettagli, di fantasia per nuove applicazioni ecc) per farsi un‘esperienza e per mirare in alto per raggiungere prestazioni di eccellenza.

In coda al contributo del signor Guido vi indichiamo i riferimenti al suo sito web, dove poter avere maggiori informazioni riguardo alla pubblicazione e dove potete trovare la seconda parte di Piacevolezze rigorosamente vecchie in formato digitale.

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Ringraziamo il signor Guido Banfi per la disponibilità e la cortesia con cui ha risposto alle nostre domande!

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Classe 1988, nato a Piacenza, golfista in erba. Formazione classica con tesina di maturità su Gianni Agnelli e laurea in giurisprudenza. La passione per l’antiquariato è di famiglia, passando per le macchine fotografiche anni ’50 – ’70, arrivo al motorismo d’epoca. Ho partecipato di recente alla 13 Chilometri Bobbio-Penice, gara di regolarità nella quale, sprovvisto di cronometro, tenevo il tempo con un automatico anni sessanta. Piazzamento dignitoso, giuria incredula!