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Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti – Piacenza 2013

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Nelle giornate di sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre 2013, presso il quartiere fieristico di Piacenza Expo, si è tenuto il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, evento giunto alla sua terza edizione. Noi di VdS non potevamo perdercelo…se per caso non foste riusciti a parteciparvi, non disperate, sarà nostro dovere e piacere parlarvene.

L’evento è stato promosso dalla FIVI (Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti). Si è caratterizzato per la partecipazione di circa 250 espositori, provenienti da tutta Italia e divisi per regione, i quali hanno dato la possibilità ai partecipanti di scegliere tra un’ampia gamma di opzioni, oltre 1000 vini, quali degustare. Noi ne abbiamo provato qualcuno e vi assicuriamo che la scelta è stata davvero ardua.

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I vini presenti in fiera erano, per lo più, biologici e biodinamici. Ma cosa significano questi due termini? Proviamo a fare un pò di chiarezza. L’aggettivo “biologico” è riferito esclusivamente alle modalità con cui viene gestita la vigna. I vini di questo tipo sono prodotti con uve le cui vigne e il terreno nel quale vengono piantate non sono stati trattati con pesticidi, diserbanti o altri prodotti non naturali; secondo i dettami dell’agricoltura biologica.  L’aggettivo “biodinamico” può essere considerato come estensione del biologico, poichè poggia sull’idea che vigna e cantina siano parte di un unico ecosistema che si muove in accordo con le fasi lunari e astrologiche.

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La kermesse è stata breve ma intensa, infatti numerosi sono stati i dibattiti e gli incontri, tutti riguardanti il mondo del vino, ai quali era possibile iscriversi, a un costo supplementare di 10 euro e previa prenotazione. Ovviamente non sono mancate le degustazioni, numerose e volte a soddisfare i palati di ciascun visitatore, indipendentemente dal suo grado di familiarità con il mondo del vino.

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La qualità della manifestazione è stata accompagnata da un efficientissimo apparato organizzativo, volto a facilitare il raggiungimento del quartiere fieristico, tramite un servizio navetta per i visitatori provenienti dalla stazione.

Prima di concludere vorremmo raccontarvi, in pillole cos’è la FIVI. La federazione si pone l’obiettivo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni e di promuovere qualità e autenticità dei vini italiani.
La federazione nacque il 17 luglio 2008 con un suo statuto ufficiale; ad oggi riunisce più di 600 vignaioli, iscritti singolarmente o attraverso associazioni regionali già esistenti. La FIVI aderisce, a sua volta, alla CEVI (Confederation Europenne des Vignerons Indipendants).

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In conclusione, noi di VdS riteniamo che sia un evento al quale vale la pena partecipare (speriamo di avervi invogliato a farlo), poichè a fronte di una spesa di 15 euro (costo del biglietto d’ingresso) si ha una guida della manifestazione, il calice da degustazione…ed il ricordo di una piacevole giornata.

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Le impressioni di Francesco Fulchieri

Alla presentazione dell’evento fatta da Alessandro, vorrei aggiungere un pò di colore dato dalle impressioni degli assaggi e dalle parole scambiate con le aziende.

Purtroppo la visita di qualche ora, che ho fatto, non basta certo a farsi un’idea di cosa poteva offrire nel complesso la fiera. I vari produttori e responsabili sono stati estremamente disponibili ad intrattenersi con noi e spiegare le peculiarità dei loro prodotti, quindi contando il tempo che meriterebbe ognuno moltiplicato per i 250 espositori, sarebbe necessaria almeno un’intera giornata.

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Allungando la permanenza e gli assaggi, si poteva anche sfruttare la varietà di offerte dell’agroalimentare, tra cui il banco di formaggi di ALMA Caseus.

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Si tratta di un’iniziativa della scuola di cucina ALMA di Colorno, che nello stand di fianco illustrava le proposte di specializzazione in campo alimentare (tra cui interessanti master  ndr.).

Proprio la disponibilità degli espositori ci ha piacevolmente colpito, perchè in altri eventi dell’enomondo a cui abbiamo preso parte, era più raro trovare qualcuno disposto a spiegare con così tanta cortesia la propria attività. Non solo cortesia, ma anche passione, quella da cui si sentiva che non erano lì solo per vendere, ma anche far conoscere al consumatore IL VINO, per evitare che resti solo un cliente, facile vittima del marketing mass-mediatico.

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Non traspariva il senso di rivalità che emerge quando si parla con certe cantine, mentre resta come l’impressione di essere andati ad una mostra d’arte ed aver ascoltato le voci di varie guide, diverse nei dettagli ma concordanti nei contenuti.

Il consiglio è quindi di seguire le iniziative FIVI, anche se non siete degli esperti, perchè la cordialità di tutti vi guiderà nelle degustazioni. La scelta dell’organizzazione di dotare tutti di uno spazio identico, per evitare che dalle dimensioni (e non solo) degli stand si possano creare pregiudizi alla degustazione,  è sicuramente vincente, anche se all’inizio può spiazzare.

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Tra le varie bottiglie e chiacchierate, voglio ricordarne qualcuna:

Les Crêtes – Neblù, uno spumante brut metodo classico, ottenuto al 100% da uve di un vitigno autoctono a bacca rossa nei comuni di Aymavilles (AO) e St. Pierre (AO). La Prëmetta, ceppo autoctono valdostano della famiglia dei “Prié”, è coltivato in Valle d’Aosta, da tempo immemorabile, nella varietà “Prié Rouge”, vinificata in rosso. Nel 2005 è stata avviata una sperimentazione, in collaborazione con l’Institut Agricole Régional di Aosta, incominciando a vinificarne le uve in V.S.Q. metodo classico, con interessanti risultati. Gli esiti della spumantizzazione offrono un prodotto particolare ed unico nel genere, disponibile in 4500 bottiglie annue.

L’azienda Podere Gualandi, dove l’amico del proprietario, Guido Gualandi, ci ha fatto assaggiare tra gli altri, il Montebetti (un gradevolissimo Chianti Colli Fiorentini D.O.C.G. Sangiovese 95% – Colorino 5%) ed il fantastico Vin Santo (Colli Fiorentini – senza solfiti) raccontandoci la passione di Guido – archeologo – per la storia, da cui nasce Vinum. Cercando di riprodurre un vino antico recuperando le ricette di epoca romana (Columella, Plinio), è realizzato in rosso con uve Pugnitello, ed in bianco con uve di Malvasia Lunga (detta del Chianti) e Coda di Cavallo (Trebbiano).

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Ronco Calino era presente con i suoi Franciacorta: mi è piaciuto particolarmente il Brut, elegante cuvée di Chardonnay e Pinot nero, riposa almeno 24 mesi sui lieviti prima della sboccatura. Parlando con il responsabile, ci ha svelato, con molta soddisfazione, che i loro vini sono riusciti ad entrare nel ristorante di Gordon Ramsay, ed assaggiandoli possiamo capire perchè, anche uno dei più titolati chef del momento, sia stato stregato dal loro fascino.

Un vero colpo di fortuna (oltre che un piacere) è stato l’incontro con Mauro Fermariello di Winestories, blogger e fotografo del vino, che ci ha concesso l’uso delle sue splendide foto della manifestazione. A lui, ed al suo staff, vanno i nostri più sentiti ringraziamenti, perché, senza i suoi scatti, non avremmo potuto dare un volto ad alcune delle persone che hanno lavorato per rendere speciale questa due giorni.

Trovate tutte le foto sul suo profilo Facebook

 

Per vedere l’elenco completo degli espositori: http://www.mercatodeivini.it/

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Classe 1988 (inguaribile ottimista), nato a Piacenza, diplomato al liceo linguistico, laureando in scienze internazionali e diplomatiche presso l'università di Bologna. Follemente innamorato, da sempre, di cinema e letteratura poiché, oltre a essere ottimi mezzi di comunicazione sono al tempo stesso anche insostituibili fonti di apprendimento e intrattenimento, che consentono di vivere molteplici vite nell'arco di una sola. Sogno nel cassetto: apportare un contributo rilevante al mondo; e badate...non lo dico tanto per dire; lo dimostra il fatto che non sia in lizza per nessun concorso e che nemmeno abbia intenzione di candidarmi.