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Un’estate italiana: Alfa Romeo Duetto e Fiat 124 Spider a confronto

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Primo weekend di Agosto: l’estate è nel pieno, con il primo esodo da bollino nero e tutti che sognano le agognate ferie. Lettini, ombrelloni e cocktail sulla spiaggia saranno protagonisti per le prossime settimane. Proprio per questo, abbiamo pensato di organizzare un confronto/tributo tra due spider simbolo degli anni ’60 e ’70: l’Alfa Romeo Duetto e la 124 Spider. L’accompagnamento ideale per le vacanze: che la meta sia la costiera o le curve delle alpi, non vi deluderanno.

Nel caso specifico sono due conoscenze già note. L’Alfa Romeo è la Spider 1600 del 1977 che vi ho presentato tempo fa (se non avete ancora letto l’articolo potete rimediare cliccando qui), una novità che l’estate 2015 ha portato nel nostro garage. La presenza sulle nostre pagine (virtuali) della 124 Spider, invece, risale all’articolo dedicato alla vittoria di Nibali al Tour de France.

Tornando alle auto, l’idea è venuta per celebrare la tradizione italiana nelle scoperte sportive. Non quel tipo di sportiva che si sente a suo agio solo tra i cordoli, con il coltello tra i denti, a limare secondi sul giro. Un concetto di sportiva più legato al “semplice” piacere di guida, a cui contribuisce una potenza sufficiente a spingere con brio le linee flessuose  lungo il proprio itinerario. Prodotti tipicamente edonistici, che non mancano mai nella collezione del vero amante del buon vivere.

Lo spider, per chi lo ama, ha la caratteristica di avvicinare le 4 ruote alle 2 nel contatto con l’ambiente, facendo sentire pilota e passeggero parte di esso. Una guida molto più esperienziale rispetto a quella di un coupè: tutti i sensi sono coinvolti al 100%. Ebbene sì, anche il gusto! Avete mai mangiato un pò di polvere?

Nel caso delle “nostre” due rombanti cabrio il fascino è dato anche da altri fattori. Per l’Alfa senza dubbio la notorietà, il suo essere così VIP, il blasone dato da un marchio con un passato più che glorioso, ne fanno tutt’ora un modello immancabile negli spot che devono convincere di un alto livello di stile di vita (profumi ecc.). La Fiat, d’altro canto, risponde con il suo rauco 4 cilindri bialbero. Mentre l’Alfa è suadente, il sound della 124, in particolare questa, è graffiante: se la prima potrebbe essere passionale come l’R&B, la seconda è senza dubbio Rock, quello asciutto e arrabbiato della sua epoca.

La Duetto rilancia con una manovrabilità eccezionale: in movimento mette in luce una tenuta di strada particolare, all’inizio necessita di un pò di fede, ma non delude, restando sempre ancorata alle traiettorie. La tenuta delle Alfa del tempo è, del resto, proverbiale. Riesce a stupire anche nelle manovre “da parcheggio”, muoversi in spazi stretti sarebbe molto più difficile con la 124 (parlo per esperienza avendo la versione coupè di cui avrete letto qui), soprattutto per gli pneumatici maggiorati di cui era dotata la 1800 di questo servizio.

Uno dei responsabili di questa dinamica indovinata è lo sterzo, altro punto in cui l’Alfa Romeo ha la meglio sulla Fiat: preciso e trasparente, tanto che ogni informazione passa alle mani del pilota. Unica nota dolente è il volante Personal che, pur bello e proprio dell’allestimento, non può eguagliare quell’opera d’arte che era l’Hellebore delle serie precedenti.

Dove la spider torinese ribalta la situazione è alla voce cambio, con un comando secco, corto e preciso. Di 124 ne ho provate parecchie, comprese le 125S, donatrice di molti organi, e i cambi non mi deludono mai. La Duetto condivide, invece, con le altre figlie del biscione una corsa non molto corta (poco male, anche la coeva 911 non brilla in tal senso). La cosa veramente difficile, però, è trovare un esemplare che non abbia un cambio malandato, senza problemi in scalata e in salita.

Così simili e così diverse quindi. Entrambe Spider 2+2 (in questo caso ndr.), entrambe italiane e casualmente anche di colori simili, sono agli opposti per stile e target. Tondeggiante e rassicurante l’una, spigolosa e aggressiva l’altra (eredita la linea dal prototipo Corvette Rondine); mentre la prima si corica in curva, pur mantenendo l’imput del pilota e avvertendo se decide di andare per la sua strada, l’altra è piatta e più repentina nei cambiamenti.

Qualunque sia la vostra scelta, in ogni caso, non resterete delusi: sono due fuoriclasse tra le storiche e hanno la capacità di farvi sentire vivi per ogni metro che percorrerete con loro. Con il loro carisma rendono unico ed emozionante anche il tragitto per andare a fare la spesa, immaginatevi farci un viaggio.

La voglia di divertirsi non è restata, comunque, ancorata al passato: anche oggi ci sono vetture che si ripropongono di riprendere l’eredità della più affascinante e tradizionale delle carrozzerie…la scoperta sportiva.

Vogliamo ringraziare per la pazienza e disponibilità lo staff dell’AeroClub di Piacenza e le modelle: Elizabeth Feshenko e Laura Fregoni. La prima l’avrete riconosciuta perchè accompagnava il duetto nel precedente servizio, mentre la seconda è Miss Piacenza 2018, da poco laureata. Per entrambi i percorsi facciamo un grosso in bocca al lupo!

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Classe 1988, nato a Codogno e laureato in Giurisprudenza, dopo qualche mese nel mondo della selezione del personale, ora sono District Manager per un gruppo assicurativo francese. Petrolhead da sempre, mi divido tra fotografia (di cui mi dovrò decidere a frequentare un corso) e degustazioni. Il tutto accompagnato dal costante confronto con i fondamentali del social media mktg. Con VitadiStile facciamo divulgazione storica del mondo dell'auto e diamo spazio a giovani appassionati.