Marchi del passato

Enrico Nardi: volanti, ma non solo…

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Nel mondo automobilistico dici Nardi e pensi subito al “volante per eccellenza”. Si, perché Enrico Nardi ha dedicato buona parte della sua vita alla creazione di volanti per auto da competizione e da strada.

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Tuttavia legare il nome di Nardi ai soli volanti sarebbe un errore che non renderebbe giustizia al talentuoso ingegnere bolognese che difatti dedicò tutta la sua vita al mondo della tecnica  automobilistica. La costruzione di volanti non è stato altro che l’apice di una carriera automobilistica iniziata da giovanissimo e continuata per oltre 30 anni così come descritto nel nostro precedente post. La passione per la meccanica, ancor prima della laurea in Ingegneria, portano Nardi ad entrare nel mondo automobilistico dalla porta principale nel 1932: a soli 25 anni assieme ad Augusto Monaco, Massimo Lancia e Giulio Aymini porta a termine il progetto della “Chichibio” (nome preso dal bassotto di Monaco), una vettura da competizione molto leggera che sul chilometro lanciato a Monza arrivò a toccare i 180 km/h!

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Si dice che il buongiorno si vede dal mattino: Nardi collabora dapprima con Lancia e poi con Ferrari nel ruolo di collaudatore, ma non si ferma qui. Nel 1940 partecipa anche alla Mille Miglia con la Auto Avio Costruzione 815 (in copertina nella scorsa puntata) e nel 1942 diventa dottore in Ingegneria.

prewar-racing-356.jpg_1940_mille_miglia_-_lotario_rangoni_enrico_nardi_auto_avio_construzioni_815_built_by_enzo_ferrari_dnfProprio l’amore e l’interesse verso le tecniche di costruzione portano Nardi a creare a Torino nel 1947 (con il pilota Renato Danese) la Nardi-Danese: una società specializzata nella costruzione di telai tubolari per motori di qualsiasi potenza e ricambi speciali per motori da competizione. La fame di corse automobilistiche e di successi spinge Nardi a costruire immediatamente ben tre vetture: due vetture sport da 1,5 e 2,0 cc ed una vettura da corsa da 1,5 cc tutte equipaggiate con un motore ad 8 cilindri. Inoltre vedono la luce altre vetture: due da 1,1 cc con motore Fiat, tre con propulsore motociclistico Bmw 750 (vincitrice di classe nella Coppa delle Dolomiti nel 1947) e ben sei 2500 dotate di motore Alfa Romeo.

Col passar del tempo, Nardi si specializza nella creazione di particolari tecnici e meccanici in grado di poter migliorare le prestazioni delle sue auto nelle competizioni: è così che Nardi progetta innovativi impianti di scarico e di aspirazione adottati poi dalle Mini Cooper S, dalle Austin Healey Sprite e dalle MG Midget, sperimenta diversi tipi di collettori e ingegna nuove soluzioni tecniche come lo spostamento del cambio dal volante al pianale dell’auto così come sulle Lancia Aurelia B20 che parteciparono alle Mille Miglia di metà anni ‘50.

La carriera di Nardi come costruttore di veloci auto da competizione si concluse nel 1955 con la creazione dell’avveniristica Bisiluro: nome evocativo per una barchetta decisamente esasperata dal punto di vista aerodinamico, motorizzata con un 750 cc Giannini posizionato nella fusoliera di sinistra e col posto di guida in quella di destra per un migliore accentramento dei pesi. Purtroppo la Bisiluro non ebbe fortuna a causa dell’imprevedibile stabilità causata da scelte tecniche ed aerodinamiche fortemente ardite.

Oltre alla creazione di vetture da competizione, Nardi negli anni porta a compimento anche la realizzazione di una bella cabriolet a quattro posti con carrozzeria Bertone nel 1947 e della Raggio Azzurro nel 1955, una elegante coupè con carrozzeria realizzata da Vignale, basata sulla meccanica della Lancia Aurelia e dalla slhouette particolarmente aerodinamica.

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A metà anni ’50 la carriera di Nardi vanta esperienze nella costruzione di vetture da competizione e da strada e nella concezione di nuovi particolari meccanici: proprio la sua voglia di dedicarsi sempre più ad affinare singoli elementi delle auto lo porta a specializzarsi nella costruzione di volanti. Nardi si separa da Danese e punta tutto sulla creazioni di volanti da impiegare sulle vetture da corsa prima e sulle auto di serie poi.

Per Nardi il volante non era un semplice accessorio, bensì un “punto in cui si concentra l’abilità di un pilota”. Da qui il suo celebre slogan “la strada in pugno” utilizzato per promuovere i suoi volanti che divennero ben presto un punto di riferimento nel settore. Al pari delle vetture che aveva prodotto, l’ingegnere bolognese voleva che i suoi volanti fossero dotati “di bella tecnica e di bella estetica”, motivo per cui oltre ad essere belli nel design, i volanti con la firma “Nardi” impressa sulle razze dovevano necessariamente essere costruiti con materiali ottimi come legno e lega di alluminio.

Tra le qualità dei volanti Nardi, oltre quelle estetiche e costruttive, non possiamo fare a meno di citare la sicurezza (in caso di urto l’elasticità della struttura permetteva la deformazione del volante in modo da non procurare lesioni al pilota), la flessibilità (durante le competizioni la struttura leggera del volante permetteva di filtrare le numerose vibrazioni che alla lunga potevano affaticare non poco le braccia del pilota), l’ergonomia (l’utilizzo del legno garantiva al pilota un’ottima presa anche senza guanti) e la solidità (in mezzo ai due semi anelli di legno del volante era inserito un anello di lega di alluminio dello spessore di 4 mm che donava all’insieme una struttura tecnica di prim’ordine garantendo fermezza e precisione nella guida).

Quelli appena descritti sono stati da sempre i principali ingredienti di una formula di successo che dura ancora oggi: così come mezzo secolo fa Enzo Ferrari sceglieva personalmente il diametro, il colore ed il tipo di legno più adatti per le sue vetture, oggi come oggi i più grandi costruttori come ad esempio Maserati, Lamborghini, Rolls Royce e McLaren si rivolgono alla Nardi-Personal, azienda attiva ancora oggi nel solco della tradizione del suo fondatore,  per equipaggiare le loro supercar con volanti esclusivi nel segno della continuità con gli ideali di Enrico Nardi.

Si ringrazia il Dott. Lorenzo Cerofolini, AD di Nardi-Personal, per la disponibilità e collaborazione nel fornirci il materiale per gli approfondimenti sulla figura del fondatore della prestigiosa azienda.

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Sono nato ad Isernia nel 1979 e mi sono laureato in Scienze Politiche nel 2004. Fin da piccolo appassionatissimo di automobili, ho sempre lavorato nel settore automotive. Amo le auto classiche: quelle che mi fanno battere il cuore e sgranare gli occhi al primo sguardo, quelle che mi emozionano al solo metterle in moto, quelle che mi coinvolgono nella guida perchè hanno anime lontane anni luce da quelle super tecnologiche di oggi. Sono un inguaribile romantico cui piace guardare e guidare belle auto sulla scia di una calda emozione di sentimenti e non sulla base di freddi numeri prestazionali. Dimenticavo: sono qui perchè mi piace scrivere di auto classiche e raccontare eventi in cui si respirano ancora tradizioni e passioni che vivranno per sempre. Auto avute: Fiat Panda 750 Young '88, Fiat Punto '01 e '02, Lancia Y '09 Auto attuali: Alfa Romeo GT '05, Mazda MX-5 '97, Jaguar XJ8 '98