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Racconto live del 3° Memorial Marco Bozzini

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E’ ripartita la stagione dei raduni. Domenica mattina, ore 8.30, clic sul telecomando del garage, sale il portone sezionale. Tirata fuori la 124 passo a prendere Beatrice, trasferimento a Castel San Giovanni per il 3° Memorial Marco Bozzini. Alla periferia del paese vediamo una 600, ci accodiamo e facendo un paio di traverse arriviamo nel bel mezzo del ritrovo in Corso Matteotti, dove le vetture dei partecipanti si stavano disponendo a lisca di pesce (con non poche fatiche per chi era senza servosterzo).

Subito chiara la maggior presenza Porsche (911) e Delta, integrali e non. Sulla motivazione della seconda è presto detto: l’intero raduno è organizzato per ricordare l’appassionato di rally e di auto d’epoca Marco Bozzini, prematuramente scomparso. Il buongiorno ai partecipanti lo da infatti il padre Stefano, ospitandoli al Caffè Mazzini, in cui trova spazio il banco di registrazione.

Dopo che anche gli ultimi hanno ritirato i numeri si parte in direzione Borgonovo. Porta di accesso alle meraviglie della Val Tidone è l’occasione per una bella sfilata lungo la via principale del paese, a cui si arriva costeggiando la rocca. Il passaggio a colpi di clacson (trombe) e rombi inusuali ha incuriosito tutti i passanti, fermatisi ad ammirarle.

Da qui inizia l’anello che porterà i partecipanti del Memorial Marco Bozzini a visitare luoghi vicini in bellezza alle colline senesi, tra curve, allunghi e vigne a perdita d’occhio. Alla fine della via dello struscio, infatti, il corteo svolta a destra verso le dolci colline vinicole, direzione Vicobarone. Passando gli abitati di Moretta, Bellaria e La Mula. Quando le strade iniziano a salire con decisione, dopo alcune curve veloci, si raggiunge la Cantina di Vicobarone.

Ad accoglierci nel cortile della cantina sociale è stato Fabrizio Malvicini, Vicepresidente della cantina, che ha spiegato spirito e scopo dell’attività.

Per mostrarci il lato produttivo più fascinoso ci ha accompagnato nella bottaia, scendendo sottoterra, dove la temperatura subisce un brusco calo e maturano soprattutto i grandi rossi ed il passito, posto in piccole botti (tonneau) a terra. Approfondimento culturale che ha scatenato la curiosità (e la sete) dei più. Non poteva infatti mancare una breve pausa ristoro, utile a degustare i risultati del lavoro pocanzi spiegato.

I partecipanti hanno infatti potuto assaggiare i vini e comprarli con un piccolo sconto: operazione sicuramente riuscita vista la coda alla cassa nei minuti che precedevano la ripartenza.

Mentre gli equipaggi si ristoravano anche le auto godevano un  meritato breve momento di riposo.

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Per fare qualche istantanea più dinamica, ho pensato di anticiparli lungo il percorso, tra Diola e Tassara, in un punto particolarmente panoramico, tra le vigne.

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La giornata bella, ma un pò lattigginosa, non consente di apprezzare a pieno l’ampia visibilità che da queste colline si può avere sulla pianura, consentendo di spingere lo sguardo fino a Milano.

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La sezione dell’anello più divertente per la guida è stato proprio quella dopo Diola, dove il già poco traffico di prima sparisce del tutto ed il corteo può proseguire compatto ad una media bassa (30/50 Km/h), adatta a godersi il panorama in una tranquilla domenica mattina.

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Qualche problema nel trotterellare a velocità così basse lo hanno accusato solo le vetture più potenti, belve in gabbia in simili condizioni, che tendevano a scalciare. Le due Fiat più vecchie, invece, hanno retto bene agli sforzi, comprese le ripide salite e brusche discese del tratto successivo, da Tassara a Stadera e poi giù verso Nibbiano. Strade sicuramente strette, che

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A Spada di Fabbiano il serpentone ha sostato per il pranzo al “Il Viandante“. Io e Beatrice abbiamo salutato la comitiva proseguendo la giornata con una visita alla vicina Rocca d’Olgisio, mentre gli equipaggi concludevano la manifestazione con la prova cronometrata di rientro a Castel San Giovanni.

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Un plauso per l’organizzazione impeccabile, senza intoppi, con la rara capacità di tenere compatto un corteo di alcune decine di vetture, nonostante le differenze di potenza e di epoca di costruzione. Senz’altro un’ottima occasione per conoscere altri appassionati e alcune eccellenze del nostro territorio.

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Classe 1988, nato a Codogno e laureato in Giurisprudenza, dopo qualche mese nel mondo della selezione del personale, ora sono District Manager per un gruppo assicurativo francese. Petrolhead da sempre, mi divido tra fotografia (di cui mi dovrò decidere a frequentare un corso) e degustazioni. Il tutto accompagnato dal costante confronto con i fondamentali del social media mktg. Con VitadiStile facciamo divulgazione storica del mondo dell'auto e diamo spazio a giovani appassionati.