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Milano Autoclassica 2016, successo annunciato

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La seconda edizione annuale di Milano Autoclassica 2016 si avvia al termine ed è il momento di tracciare un primo bilancio. L’evento milanese si propone come fiore all’occhiello nel calendario fieristico “che conta”. Milano Autoclassica è ormai in grado di attirare i grandi nomi del collezionismo del nord ed è una “piazza” in cui si raccolgono i personaggi più in vista della Brebemi e con ciò avanza inesorabilmente sia in termini di numeri che di qualità (con qualche punta di stravaganza).

Il mercato dell’auto d’epoca è oggi diventato una vera e propria “industry” sia per gli appassionati che tra i padiglioni di Rho trovano pezzi rarissimi e stand ufficiali dove vedere automobili normalmente sigillate dentro caveau sotto qualche montagna, sia per i commercianti che possono contare su numeri importanti di visitatori.

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Quest’edizione di Milano Autoclassica, tuttavia, non verrà certo ricordata per la fiera, ma per un evento a latere che RM Sotheby’s, con la zampino di Peter Wallman, ha fatto diventare l’evento centrale attorno a cui ha ruotato tutta la kermesse milanese.

#duemilaruote è stato l’Evento, irripetibile come alcune delle automobili che sono state battute all’asta. 8000 bidders registrati, 800 lotti, 450 automobili, 10 milioni di euro di controvalore battuti in un solo giorno sono questi in estrema sintesi alcuni dati che aiutano a collocare Duemilaruote nel firmamento degli eventi a cui non si poteva mancare.

L’incanto dell’intera collezione di Mario Compiano (qui per scoprire chi è e cosa è successo), accumulata negli anni senza un apparente criterio filologico se non quello per la ricerca del pezzo mai banale, dalla Topolino aerodinamica alla Maserati MC12, ha appassionato i bidders in sala, al telefono e on-line tenendoli incollati alla sedia per una tre giorni da brividi.

Nel mentre i non registrati si sono ammassati a migliaia lungo il recinto cercando di capire il mood del mercato o forse solo per vedere come anonimi milionari si aggiudicavano queste automobili a suon di rialzi di centinaia di migliaia di euro (qui per capire il funzionamento).

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La collezione Duemilaruote è stata aggiudicata a Milano Autoclassica a prezzi molto spesso superiori agli attuali valori di mercato per automobili simili. Perché? Il mercato non conosce sé stesso o c’è di più? Il mercato dei pezzi da collezione è molto sensibile, molto volatile, in cui la mixitè di elementi tangibili e non può spingere (in questo caso) un’automobile a cifre superiori di alcune volte a quanto si poteva trovare nel padiglione a fianco.

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I collezionisti non sono pazzi, il mercato non è stupido (anche se qualcuno –straniero- ha definito l’evento “Duemilacretini”) i soldi non sono normalmente regalati a nessuno. Dunque, perché automobili a volte in precarie condizioni di conservazione hanno spuntato quotazioni riservate ad automobili in condizioni sideralmente migliori? Chi ha acquistato lo ha fatto solo per garantirsi un’alternativa ai giardinetti durante la pensione? Non credo.

RM Sotheby’s ha costruito un evento mondiale, l’Evento del 2016 e forse anche del prossimo futuro. Il contributo di un esperto pubblicitario come Peter non si vedeva, lo si avvertiva però man mano che i milioni di euro scorrevano sui tabelloni. Duemilaruote è stato un evento in cui bisognava esserci, un po’ come il concerto all’Hammersmith Odeon del 1973.

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La qualità delle automobili nel 90% dei casi non era particolarmente significativa, la rarità nemmeno dal momento che pezzi unici ce n’era qualcuno ma normalmente si trattava di pezzi rari, comunque reperibili sul mercato. I collezionisti come si diceva prima non sono pazzi, vogliono qualcosa che gli altri non hanno. Le auto di Duemilaruote pur essendo in larga parte non rarissime erano però per molti aspetti uniche:

  • Never seen on market. Automobili che il mercato non conosceva a cui ha voluto subito rimediare. E’ verosimile che i pezzi venduti non riappariranno per un po’.
  • I collezionisti adorano le provenienze modello “casa e chiesa” con libretto tagliandi timbrato come il cartellino di Fantozzi, tuttavia per le automobili divenute in qualche modo famose,drammaticamente famose, hanno un debole irresistibile. Parafrasando Oscar Wilde, il collezionista resiste a tutto tranne alla tentazione del “barn find”, in questo caso lo smembramento della collezione più grande d’europa rimasta fino ad oggi nascosta e balzata improvvisamente al clamore mondiale.
  • Nessuno si è posto il problema del libretto tagliandi, a nessuno importava nulla nemmeno se le macchine andavano (anche se una certa asimmetria informativa c’era comunque). La provenienza Duemilaruote farà parte del cv dell’automobile, sarà il magic touch trasversale per tutti i lotti. La XJ12 in modeste condizioni venduta a 25.000 euro con tutte le incognite del caso, non sarà più una “semplice” XJ12C, sarà “quella” XJ12C. Idem valga per le altre, compresa la B20 1 serie andata alla cifra iperbolica di 345.000 euro premio incluso. La rivedremo alla Millemiglia? Io dico di si e godrà degli onori degli altari come la figliola salvata da una fine indegna del suo rango.

Non illudiamoci che la performance di Duemilaruote inverta il trend di mercato, in fase di progressivo, anche se ancora moderato, raffreddamento. La stessa macchina venduta in asta a 15.000 continuerà a vendersi a 7.000 sul mercato “normale”. Duemilaruote lascia dietro di sé il ricordo di un Evento a cui non si poteva mancare, dove il ruolo chiave non l’hanno avuto le automobili, ma l’idea di accaparrarsi un qualchecosa che non ci sarà più. Tempus fugit gente, la vostra 500L non verrà venduta a 11.500 euro, statene certi, perché di 500L Duemilaruote ce ne sarà sempre e solo una.

Nei box sotto potete vedere i prezzi finali dei lotti dei primi due giorni.

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Classe '76, Dottore di ricerca, libero professionista e Master Sommelier FIS, coltivo da sempre la passione del vino e delle auto d'epoca. In entrambi i settori concentro il mio interesse sulle produzioni italiane di eccellenza come strumenti di crescita economica e diffusione della nostra cultura nel mondo. Punti deboli? Le supercar '60 e '70 ed i grandi rossi dell'Etna!