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Modena Motor Gallery vista con gli occhi di un neofita

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Con questo articolo lo staff di VdS prosegue il trittico di articoli dedicati alla manifestazione motoristica che si è tenuta a Modena qualche settimana fa in occasione della 4° edizione della Modena Motor Gallery 2016.

Dopo che Manuel Bordini ha tratteggiato con entusiasmo e passione il resoconto della MMG nel suo articolo apparso a ridosso della manifestazione, in queste righe si vogliono riportare le impressioni che ne ha tratto un novizio del mondo dell’automobilismo storico, alle prese con la sua prima fiera di settore.

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La storia è più o meno questa. Qualche tempo prima dell’inizio della manifestazione, decisi di farmi accompagnare nella mia visita alla MMG (a dire il vero, era la prima volta anche per me che visitavo la fiera) da un mio amico.

Immagino che molti di noi (amanti di auto d’epoca) nella propria cerchia di amicizie abbiano un amico che pur non essendo appassionato e cultore di auto storiche (male! ndr.), desideri essere iniziato a questo meraviglioso mondo (bene! ndr.) fatto vetture, personaggi, storie e aneddoti rocamboleschi.

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Quale occasione migliore, pensai, per introdurlo a tutto ciò?

Ecco, la Modena Motor Gallery si è dimostrata un’ottima opportunità, posso dirlo con il senno del poi, per visitare una mostra-scambio accompagnati da qualcuno che non bazzica nel mondo del motorismo d’epoca e fargli così vivere un’esperienza sicuramente affascinante, dandogli la possibilità di addentrarsi nell’universo delle vetture d’epoca e delle vicende che si nascondono dietro e dentro di esse.

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Certo, di fiere come questa dedicate ad auto e moto di interesse storico ce ne sono molte altre sparse su tutto il territorio nazionale e praticamente in qualunque periodo dell’anno, anche molto più grandi e ricche di meraviglie automobilistiche di cui riempirsi gli occhi, tuttavia bisogna stare attenti a non eccedere con il primo impatto; si corre infatti il rischio di confondere e sfiancare uno già spaesato visitatore, subissandolo di informazioni, cifre, acronimi, cilindrate e sigle di cui non si ricorderebbe nulla o quasi.

MMG ha, da questo punto di vista, la dimensione giusta, né troppo dispersiva, né troppo limitata per far sì che il vostro (e il mio, nel caso specifico) amico si possa godere un piacevole e stimolante “tour”, calandosi in un’atmosfera che profuma di storia e di interni dall’odore inconfondibile, imprimendosi nella memoria le immagini e i colori di Tridenti, Cavallini, Tori e Grifoni (solo per citarne alcuni), di cui certamente non si scorderà con facilità.

In occasione della manifestazione modenese c’era tutto questo.

C’era l’eleganza più raffinata della carrozzeria italiana dei tempi d’oro. C’era l’espressione più autentica della tradizione sportiva d’oltremanica (l’ampio spazio dedicato a “Il garagista inglese”, Colin Chapman) in un interessante confronto con il padrone di casa, Enzo Ferrari.

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Non è mancato l’omaggio ad un grande del panorama automobilistico mondiale, il pilota-costruttore italo argentino, Alejandro De Tomaso, con la presenza del prototipo della “Mangusta” del 1967, che ha attirato attorno a sé grande entusiasmo e ammirazione.

Ogni aspetto del mondo automobilistico era raccontato, magari negli aspetti essenziali, ma pur sempre presente. Ricordiamo, oltre agli spazi già citati, la presenza di un nutrito numero di esemplari di “bubble car” tra le quali spiccava la Iso Isetta, che riscosse scarsa fortuna sul suolo nazionale, ma che permise la rinascita dalle ceneri della BMW al termine del conflitto mondiale.

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Le Case automobilistiche che videro i natali nelle zone del territorio emiliano, Ferrari, Maserati e Lamborghini erano ampiamente rappresentate da modelli di grandissimo fascino e interesse storico. In particolare, numerosissime le Maserati Ghibli esposte (tra cui una delle 125 Ghibli Spider prodotte, si veda l’articolo dedicato) in diversi stand di restauratori e concessionari in onore dei suoi 50 anni.

Di particolare interesse, per via della loro esclusività, una Pegaso Z-102 Serra e una Ferrari 250 Europa, unico esemplare realizzato interamente in alluminio da Pininfarina (articolo a parte).

Puntata immancabile della “visita guidata”, il ricercato stand di Vita di Stile che – affiancato a quello di Candini con le due bellissime Maserati Ghibli – ha fatto sfoggio di una Iso Rivolta Lele conservata in ottime condizioni e di una De Tomaso Deauville, omaggiata di una visita da parte di Santiago De Tomaso, figlio del fondatore Alejandro.

Insomma, c’era tutto quello che può sperare di trovare chi, pur essendo digiuno di auto storiche ha il desiderio di immergersi per una giornata in questo mondo, in un’atmosfera accogliente, per nulla caotica e in grado di abbracciare il visitatore e guidarlo alla scoperta dei suoi tesori su quattro (ma anche tre e due) ruote.

Con l’augurio di riproporre una formula così ben azzeccata anche nelle edizioni future, il mio amico ne è uscito, stanco sì per le migliaia di passi fatti, ma al contempo entusiasta per ciò che ha potuto ammirare.

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Sono nato a Torino nel 1988, diplomato al liceo classico e laureato alla Facoltà di Agraria. Fin da ragazzo ho sviluppato una grande passione per l'automobilismo storico in tutti i suoi aspetti, il che mi ha spinto a frequentare il corso di restauro di auto d'epoca promosso dall'ASI e a dedicarmi alla scrittura di articoli sul mondo delle auto storiche.