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Aurelia B20 GT: ne ho guidata una!

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Ciao, ti dispiacerebbe provare per me un’Aurelia B20 GT? Non ci ho pensato due volte. Vi racconto come è andata.

 

“Ciao, sei libero sabato?”. “Si, dimmi tutto”.  “Vai a provare un’Aurelia e mi dici se vale la pena prendere un aereo per vederla di persona?”.

Ed è così che un sabato d’autunno mi ritrovo a viaggiare verso Crema. Sveglia alle otto e quindici, appuntamento sotto casa dell’amico che si è offerto di accompagnarmi, bocca impastata dagli eccessi della sera prima e nella mente un solo pensiero: “Chi me lo ha fatto fare?”. Già, perché apprezzo l’Aurelia, ma la giovane età mi spinge verso auto più sportive e forse più moderne.

Le foto dell’Aurelia in vendita:

Finalmente arriviamo a Crema. Il proprietario ci accoglie con calore e, dopo qualche minuto di convenevoli, vediamo uscire dal garage una Aurelia B20 GT sesta serie nel classico colore blu delle Lancia. Devo dirvi che l’Aurelia non l’avevo mai guardata per bene. Il design resta quello di un auto di prestigio, riservata, ai suoi tempi, ad un’elite di industriali e aristocratici. Eppure, fermo restando la necessità di trasmettere “prestigio”, le linee non potrebbero essere tanto snelle, con la coda che ha un non so che di Ferrari.

Nell’attesa che il motore si scaldi, si sta lì a gironzolare intorno all’auto. In questi momenti, la qualità e la cura verso i dettagli che caratterizzavano le prime Lancia emergono chiaramente: sportelli pesanti e perfettamente in linea, interni con strumentazione ricca e ben disposta, sedili in panno di lana. Il suono del motore è pieno ma misurato.

Alcune delle poche foto che abbiamo scattato durante la “prova”:

Pronti via, per i primi chilometri guida il proprietario. A bordo di un’Aurelia è proprio un bel viaggiare. Dal sedile passeggero si apprezza la comodità e la raffinatezza degli interni, così come l’andatura senza scuotimenti o particolari rumori. Chi guida sembra trarne così tanto piacere da far scattare la fatidica domanda: “Poi potrò guidare io?”. “Certamente, mi fermo lì”.

Ripasso la posizione delle marce, mi assicuro che la frizione non strappi ed eccomi al volante di un’Aurelia B20. Chi lo avrebbe mai detto… Come già potrete immaginare, l’Aurelia gira come un orologio svizzero: nonostante un’escursione chilometrica, il cambio è “facile” e, nonostante una vibrazione che il proprietario mi ha spiegato essere normale ad un certo numero di giri, lo sterzo si rivela molto preciso. Il 6 cilindri a V di 2,5 litri spinge bene dai bassi regimi; la frenata, complice forse la stazza del veicolo, è ai limiti del pericoloso ma, superato l’imbarazzo della staccata, la buona ciclistica permette una percorrenza di curva ordinata. A quel punto la coppia del motore garantisce un’uscita di curva brillante, senza che sia necessario cambiare marcia troppo spesso. Un paio di rotonde affrontate a passo spedito sono l’occasione per apprezzare la sorprendente agilità –viste le dimensioni- del mix telaio-sospensioni-motore.

Le ultime  foto che abbiamo scattato durante la “prova”:

Ormai siamo sull’ultimo rettilineo che ci porta verso Crema. L’andatura è rilassata e ci si distrae un po’ guardando il paesaggio. O meglio, questo succede fino a quando l’occhio non cade sugli alberi a bordo strada, che scorrono letteralmente alla velocità della luce. In automatico l’attenzione si sposta verso il contachilometri, che segna una velocità da corsia destra dell’autostrada. “Mi scusi, il contachilometri funziona?”. “Si, come le spiegavo, funziona tutto alla perfezione”.

Viaggiare a 130 e non sentirli, forse era questo il significato di Granturismo nel 1957.

 

Per approfondire:

https://it.wikipedia.org/wiki/Lancia_Aurelia_B20

https://it.wikipedia.org/wiki/Risultati_sportivi_della_Lancia_Aurelia

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Ci sono due cose che l’uomo non ammetterà mai di non saper fare: guidare e fare l’amore. (Stirling Moss)