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Omega Speedmaster: chiedilo alla Luna

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Domanda: perché l’Omega Speedmaster è un orologio senza tempo?

Risposta: chiedilo alla Luna!!!

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L’argomento è emozionante sotto vari aspetti; l’Omega Speedmaster rappresenta a pieno titolo il mondo, anzi, l’universo dello stile.

Se facessimo un sondaggio tra i possessori di quello che è uno dei segnatempo più iconici, scopriremmo che ognuno di essi è appassionato di motori, viaggi, velocità, arte, ma soprattutto scopriremmo che ciascuno di essi tende a ricercare un modello di bellezza semplice ed essenziale.

Particolare, esclusivo, unico, tutti aggettivi che sembrano nati al solo fine di descrivere il primo orologio sbarcato sulla Luna, quello che commercialmente amano definire “Moonwatch”.

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Pensando all’Omega Speedmaster il primo “tag” che viene in mente è “tradizione”; si, perché dal 1957 (anno del lancio commerciale, per quello ufficiale nello Spazio bisognerà attendere il 1969) ad oggi il suo stile e le sue forme sono rimaste quasi immutate.

Le politiche commerciali e di prodotto hanno imposto modifiche principalmente al cinturino e alla cassetta di chiusura senza, tuttavia, incidere sul meccanismo; d’altronde come potrebbero apportarsi modifiche ad un movimento progettato da un tale di nome Albert Piguet…

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Questo orologio concede fascino da ogni prospettiva; il movimento a carica manuale permette di instaurare un rapporto “quasi umano” con l’orologio, perché l’Omega Speedmaster non si accontenta di sfruttare i movimenti del polso, ma ha bisogno dell’affettuosa ed attenta mano del suo possessore che ruoterà la corona di carica finchè non avvertirà una maggiore resistenza.

Prima ancora di indossarlo non si può resistere dal dare uno sguardo all’epico fondello che ricorda le origini e le “esperienze” tutt’altro che convenzionali di questo orologio:

FLIGHT QUALIFIED BY NASA FOR ALL MANNED SPACE MISSIONS

 THE FIRST WATCH WORN ON THE MOON

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La certificazione “Flight qualified” rilasciata dalla NASA prevedeva il superamento di numerosi “stress test” tra cui la tenuta dell’orologio ad alte e basse temperature, l’esposizione ad umidità, alta pressione e decompressioni rilevanti, nonché resistenza a numerose prove d’urto; a queste prove furono sottoposti numerosi orologi di fama mondiale, ma inutile dire che soltanto uno dimostrò di farcela…

A parere di chi scrive casa Omega dovrebbe prevedere un sistema (simile a quello dello Jaeger le Coultre Reverso) tale da consentire di indossare lo Speedmaster anche dal lato del fondello; non pochi appassionati sarebbero contenti!!!

La vista frontale può essere riassunta in una parola: CONTRASTO; semplice e allo stesso modo particolare è il contrasto tra il bianco di indici e lancette ed il nero del quadrante caratterizzato dai dislivelli dei tre contatori e della zona degli indici del cronografo che offrono maggiore profondità e tonalità di nero diverse.

Allo stesso modo si resta colpiti dal contrasto tra la scala tachimetrica ed il caratteristico, quanto delicato, vetro in esalite posto a sbalzo e dalla forma arrotondata.

Nel tempo la Maison svizzera, forte del successo riscosso dalle missioni spaziali, ha lanciato diverse versioni commemorative del Moonwatch, tra le quali quella dedicata al 35° anniversario della missione Apollo XV e quella commemorativa del primo allunaggio riportante la scritta  in rosso “july 20, 1969”.

L’attenzione per i dettagli e la forte inclinazione sportiva spinge casa Omega a dedicare una versione dello Speedmaster al mondo dei motori e ad uno dei suoi illustri rappresentanti: Michael Schumacher.

La vasta gamma Speedmaster si completa con il “fratello minore” del Moonwatch meglio conosciuto come Omega Speedmaster Reduced, anche in ragione di un diametro della cassa più contenuto  pari a 39 mm.

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La differenza di fondo tra l’Omega Speedmaster Reduced e lo Speedmaster Professional, oltre che dimensionale, risiede nel fatto che il primo ospita un meno pregiato, ma pur sempre validissimo, meccanismo automatico. Anche l’Omega Speedmaster Reduced, ingiustamente dileggiato da alcuni a causa delle citate caratteristiche (i critici dimenticheranno, forse, che anche del Moonwatch esiste una versione automatica, ndr.) ha riscosso successo tra i collezionisti di orologi proprio grazie alle sue dimensioni ridotte, che lo rendono più versatile ed appetibile anche dal pubblico femminile.

Cosa altro dire di questi fantastici segnatempo; fanno parte di quella categoria di orologi “sempreverdi” ed indossabili in qualsiasi occasione (sapeste  quanto è elegante il Moonwatch con il cinturino in velcro che rimanda alle missioni spaziali).

Tutt’altro che trascurabile è il dato economico: con prezzi contenuti rispetto a modelli di altre case svizzere si riesce a possedere una vera icona dello stile e dell’orologeria mondiale, capace di conservare nel tempo il fascino ed il valore come solo pochi altri modelli sono in grado di fare.

Chiedilo alla Luna!!!

Si ringrazia Idolo Castaldo per tutti gli oggetti fotografati in questo post.

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Classe 1986. Nato a Napoli, laureato in giurisprudenza e con l'aspirazione di diventare notaio. Appassionato di auto e moto (ed orologi, ahimè), amo collezionare memorabilia ed aneddoti legati a tutto ciò che si riconduce al mondo dei motori. La parte che preferirei nella mia casa da sogno? Il garage... con altrettante auto da sogno!!! Auto avute: Peugeot 206 hdi xs, Alfa Romeo 90. Auto attuale: Ford Fiesta ed alcune auto d'epoca della mia famiglia da restaurare al più presto!!!