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La Sorgente del vino di nuovo a Piacenza: viaggio nel gusto parte 2°

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Nella prima parte avete letto della premessa alla fiera e del confronto con un’edizione precedente. Dopo aver salutato Maurizia Gentili, proseguiamo la camminata per i banchi eterogenei e mi lascio colpire dai colori di un altro stand: Lu Cavalire. I gialli, rossi e gli aranci spiccavano tra gli altri, facendo la felicità di un qualunque fotografo. Mi avvicino e faccio la conoscenza del giovane agricoltore che da 6 anni ha intrapreso, nel teramano, l’avventura di riscoprire sapori dimenticati.

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Direttamente dal loro sito: “Ha una estensione totale di 16 ettari divisi in due appezzamenti, entrambi strettamente legati dalla vallata del fiume Vomano […]. Il primo appezzamento, di 8 ettari, si trova a Scerne di Pineto, una piccola cittadina che si affaccia sul mare Adriatico. In questi terreni vengono coltivati circa 2000 piante di ulivo ed alberi da frutto. Nel periodo estivo, una parte dei terreni viene destinata ad ortaggi. Il secondo appezzamento è sito nel comune di Fontanelle di Atri, in contrada Vallone, ad  un’altitudine di 150 s.l.m. Si estende per 8 ettari, dove sono messe a dimora 1000 giovani piante di ulivo, mentre la restante parte viene coltivata a cereali e legumi.”.

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L’attenzione al prodotto, lavorato a mano, traspare anche dal packaging, curato e avvincente. Il banco era imbandito di tutta la gamma: olio, ceci, peperoncini di ogni tipo, selezionabili in base al grado di piccantezza e disponibili sia secchi, che sott’olio.

Dopo il tuffo nella ruralità abruzzese, abbiamo continuato nel solco delle tradizioni dirigendoci verso Fattoria di Bacchereto. Tutti gli addetti al settore conoscono questa ambasciatrice del vino naturale ed il suo “Terre a Mano”, elegante e strutturato Carmignano. Proprio sulla storia di questo vino abbiamo chiacchierato con Rossella Bencini Tesi. La sua fama inizia, infatti, ad essere certificata il 24 settembre del 1716 con l’editto di Cosimo III de Medici, il provvedimento granducale si intitola “Sopra la Dichiarazione de’ confini delle quattro regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Valdarno Superiore”.

Il Sasso carlo è il Bianco IGT

Il Sasso Carlo è il Bianco IGT

Si tratta della prima “normativa” diretta a stabilire la limitazione territoriale di un vino, antenata delle DOC, cui seguì poi un decreto per istituire i primi consorzi di tutela, entrambi nati con lo scopo di combattere la già allora consistente contraffazione. Lo stesso Granduca era preoccupato di difendere non solo l’onorabilità del prodotto immagine del suo regno, ma anche il conseguente controvalore economico derivante dalla loro esportazione. In ogni caso, il primo atto con cui un legislatore mostra di comprendere quanto sia forte il legame tra un vino ed il suo territorio.

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Dopo l’affascinante momento culturale con Rossella, per superare l’indecisione data dalla vasta scelta – 150 cantine italiane e qualche estero (Francesi, Greci, Sloveni…) per un totale di 800 vini – che porterebbe a voler assaggiare e conoscere tutto, avendo poco tempo, ho seguito lo stesso schema che mi ha guidato nel pomeriggio del Mercato dei Vini: avevo due “esigenze” da colmare e mi sono guardato attorno.

La prima viene dal tipo di cucina di casa mia che, pur essendo emiliani, si avvicina di più a quella del Centro Italia. Infatti, i vini che si sposano meglio sono i bianchi ed i rossi toscani, umbri e abruzzesi. Posto che uno di quelli più apprezzati dai miei (sempre considerato l’abbinamento) è il Montepulciano d’Abruzzo, sono andato a caccia proprio di un esemplare che sappia mostrare tutto quello che non c’è nel CITRA, spesso presente alla nostra tavola (con buona pace dell’edonismo enoico).

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Tra gli altri sono stato colpito dal pluripremiato packaging di Ausonia, dove stupende farfalle caratterizzano le bottiglie comunicando immediatamente quel concetto di natura in vigna così caro a molti. Quello che però mi sono portato a casa è il “Nonno Mariano 2010” della minuscola cantina Di Cato, sita in Vittorito (AQ).

La seconda ricerca è stata invece nella direzione di un vino da meditazione da accompagnare a lunghe chiacchierate a tarda sera. Senza dilungarmi tra tutti i passiti, vin santi, vendemmia tardiva che ho avuto l’opportunità di assaggiare, accenno, come nel caso del Montepulciano, a due soli vini. Il primo è il Teod’Oro della cantina umbra Fontesecca, ammaliante per un colore particolarmente scuro, la tappatura a cera ed un gusto che da sostanza alla forma. Della stessa cantina ho potuto apprezzare anche il Ciliegiolo ed il Pino (Sangiovese).

Tuttavia, in questa seconda selezione ho finito per giocare in casa, incappando nel banco di Solenghi Gaetano che tra i passiti esibiva la Danza del Sole, un Malvasia la cui produzione è iniziata nel 2002. Il vino che è finito nella mia cantina non appartiene, però, alla “normale” produzione, bensì ad un fortunoso sviluppo della vinificazione che lo ha reso ancor più sapido, regalandogli 4° in più di alcolicità, spingendo il vignaiolo ad imbottigliarlo in una confezione differente: bottiglia da 375 ml ed etichetta diversa.

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Tra le cantine estere non potevamo evitare una sosta allo Chateau Pascaud Villefranche, dove era presente lo stesso Fabien Pascaud, per assaporare il suo freschissimo Sauternes.

Prima di concludere ho visitato gli altri stand non vinicoli, tra cui spiccava la partecipazione di Emergency che, a fronte di un’offerta libera, forniva i porta bicchieri. Senza dubbio una realtà molto affine come target, che contribuisce a valorizzare la kermesse di Sorgente del Vino: come VdS siamo sempre convinti che nei settori che trattiamo sia strutturale anche la finalità benefica, lodevole quindi l’apertura a questa ONG.

Altro stand di rilievo era quello di Porthos, casa editrice che pubblica l’omonima rivista, di cui Sandro Sangiorgi è Direttore, più simile ad un libro per profondità e qualità, data anche la aperiodicità. Era presente, tra l’altro, per presentare l’edizione italiana de Gli Ignoranti, storia a fumetti di Etienne Davodeau tra un fumettista ed un vignaiolo.

Last but not least, Hovvio ed i suoi complementi d’arredo per enomaniaci, bar o ristoranti: la sua Libreria del Vino fa già bella mostra in uno dei locali più alla moda di Piacenza. Non vi anticipiamo nulla, per approfondire il tema in un post dedicato.

Giunti alle conclusioni si può certamente dire che il LIVE di Sorgente del Vino sia una manifestazione in forte crescita, dove trovare un tipo di clientela già interessato ed, in parte, formato. Le cantine si alternano, alcune sono vecchie conoscenze, altre sono state sostituite da interessanti novità. Se non fosse per i nostri tempi stretti sarebbero da seguire anche gli eventi in programma durante la tre giorni, come conferenze, presentazioni e degustazioni. Tutto questo per 15 Euro bicchiere compreso, quasi un affare per chi lo sfrutto a pieno. Uniche pecche l’organizzazione degli spazi ed un leggero disordine nella segnaletica interna.

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Classe 1988, nato a Codogno e laureato in Giurisprudenza, dopo qualche mese nel mondo della selezione del personale, ora sono District Manager per un gruppo assicurativo francese. Petrolhead da sempre, mi divido tra fotografia (di cui mi dovrò decidere a frequentare un corso) e degustazioni. Il tutto accompagnato dal costante confronto con i fondamentali del social media mktg. Con VitadiStile facciamo divulgazione storica del mondo dell'auto e diamo spazio a giovani appassionati.