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Automotoretrò, uno storico appuntamento da ripensare

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Una bella Fiat 850 Spider, perfettamente conservata in vestito blu

L’Edizione 2015 di Automotoretrò si è conclusa domenica, ma non credo verrà ricordata, almeno non per la meraviglia.

Nonostante lo spazio a disposizione quest’anno sia stato sensibilmente superiore con il padiglione dedicato alle auto dei privati e al modellismo, alla kermesse torinese Automotoretrò è mancato qualcosa. Pochi sono i pezzi pregiati, pochi i pezzi belli; molta invece la sensazione di dispersione tra cianfrusaglie casalinghe e registri ufficiali.

Ancora una volta ad Automotoretrò sono gli stand dei sodalizi sportivi che iniettano vitalità, che espongono pezzi rari, sconosciuti ai più, e che da soli varrebbero il prezzo del biglietto. Un esempio per tutti, la Bugatti Petit Royale del 1938, di una collezione privata, sensazionale nella sua discrezione e sontuosità delle finiture. Questa Petit Royale è un esemplare unico, espressamente commissionato da una principessa russa nella tonalità bicolore degli interni e degli esterni.

Strepitosa la B24 in livrea rossa con interni tabacco dello stand Lancia, come pure la Maserati 3500 GT e la Flaminia Touring, auto splendidamente conservate con addosso la patina del tempo, senza scintillii artefatti o interni con pelli tanto tese e sottili da essere sconosciute al più bravo pellettiere degli anni ‘60.

Pochi i dealer presenti, pochi i pezzi meritevoli. Tra questi, una Iso Rivolta Fidia celeste metallizzato , una rara versione con motore Chevrolet da 350 hp, manuale con interni crema. Da lontano l’auto si presenta bene, tuttavia ad un esame più attento emergono una serie di non conformità, pasticci di carrozzeria e interni, di cui lo stesso venditore non sa fornire spiegazioni, né pare molto interessato a dialogare con il potenziale cliente che chiede informazioni. Il mondo dell’auto d’epoca specialmente nelle realtà piccole dovrebbe invece distinguersi dalle grandi fiere europee per semplicità dei rapporti tra venditori e acquirenti, per essere un luogo di scambio e dialogo tra appassionati. DSC04919

Queste sono occasioni in cui dovrebbero mutualmente condividersi passioni e interessi al riparo dal mero spirito speculativo sempre più frequente e strisciante. Non è così. Il venditore della Fidia sembrava non conoscere l’auto, nemmeno nei suoi rudimenti. Appariva interessato unicamente a fornire parametri di prezzo a giustificazione della sua richiesta. Così, venivano citate improbabili auto in altre zone del mondo che nella sua modestissima idea, avrebbero dato fondamento alla richiesta di 85.000 euro. Stand giganteschi mezzi vuoti, tra cui quello dell’ASI che qui giocava in casa, dava l’idea di essere desolatamente vacuo, senza un filo conduttore, senza idee.

La pur splendida Lancia Florida, first lady dello stand ASI, da sola non poteva certo fare il miracolo, le si chiedeva troppo o forse solo qualcosa che non le competeva. Lei era lì in tutta la sua muta eleganza, immobile. Il risultato complessivo è di grande eterogeneità senza un fil rouge che percorra la manifestazione dando senso a quello che veniva esposto, tra un hot-dog e un flacone di carnauba si poteva trovare un ebanista, un robivecchi e una Miura, il tutto amalgamato in una specie di souk che non rispetta la storia del motorismo, non appaga gli appassionati e mercifica l’interesse che qui è parametrato solo al quanto vale e a quanto si paga. Ad Automotoretrò si è persa una volta di più l’occasione di organizzare un evento diverso dalle decine di altri eventi simili in giro per l’Italia. Torino, una delle capitali mondiali dell’Automobile, non può accontentarsi di esporre una manciata di pezzi interessanti, collocati alla rinfusa all’interno di uno spazio espositivo difficile e pieno di barriere.

Esporre un’ automobile storica significa renderla fruibile, consentire al visitatore di viverla nello stato d’animo giusto garantendo un allestimento funzionale alla scoperta del mezzo e della storia che porta con sé, che propizi gli scambi d’opinione, il confronto, il godimento di quello che si guarda ed ovviamente anche l’acquisto. Gli spazi vanno assegnati sulla base di affinità di merceologica, di finalità o natura di quello che si propone. Collocare il registro Touring in mezzo ai giocattoli quando in mostra ci sono due “giocattoloni” da brivido (Maserati 3500 GT I° serie e Lancia Flaminia Touring Coupe) significa svilire o quantomeno tentare di svilire ciò che si espone. La presenza scenica delle due signore in grigio è tuttavia talmente prorompente da non risentire – più di tanto – dell’incuranza di chi ha assegnato loro il posto all’interno di Automotoretrò.

Infine, ma il peccato è veniale e forse strizza l’occhio a tanti improvvisati collezionisti che credono che il traguardo del 20° anno sia come l’Alba,  destinare un mezzo padiglione alle auto usate di Stoccarda non aggiunge nulla al sapore della Fiera né rafforza l’idea che quelle auto un giorno saranno storiche. Saranno forse solo vecchie e buone da fare lattine e sacchetti di plastica.

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Classe '76, Dottore di ricerca, libero professionista e Master Sommelier FIS, coltivo da sempre la passione del vino e delle auto d'epoca. In entrambi i settori concentro il mio interesse sulle produzioni italiane di eccellenza come strumenti di crescita economica e diffusione della nostra cultura nel mondo. Punti deboli? Le supercar '60 e '70 ed i grandi rossi dell'Etna!