Marchi del passato

Lagonda: storia completa del marchio inglese delle “due ali stilizzate” – Parte seconda

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Dopo la prima parte sulla storia della Lagonda, continuiamo a scoprire la storia di questo affascinante marchio inglese. Orfane del suo “papà” le Lagonda non si risparmiarono e continuarono ad essere utilizzate nelle competizioni automobilistiche portando spesso al debutto soluzioni tecniche studiate per essere più veloci in pista: radiatori più grandi, freni all’anteriore e lubrificazione forzata delle valvole furono le novità tecniche più interessanti del periodo. Fu così che al Motor Show del 1925 fu presentata una nuova Lagonda per sostituire l’ormai superata 12/24: la 14/60.

Oltre alle novità tecniche ereditate dalle corse, la 14/60 portò al debutto una nuova carrozzeria e un motore completamente inedito per quel tempo: un quattro cilindri da 1.954 cc che permetteva alla vettura una velocità massima di ben 60 miglia/ora nella configurazione berlina ed addirittura 80 miglia/ora nella versione “Speed Model”. Le “2 Litre” rimasero in produzione fino al 1932. Dal 1926 al 1934 alla produzione delle “2 Litre” fu affiancata la produzione delle “3 Litre” con motori più potenti a sei cilindri: questa tipologia di motore venne usato anche per una “2 Litre”, la 16/65 del 1932 che fu la prima Lagonda a sfoggiare sul radiatore un nuovo simbolo disegnato sul radiatore e raffigurante due ali stilizzate.

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La 16/65 fu fortemente voluta dal Generale Metcalfe che dopo la morte di Gunn prese il comando della casa inglese. Sotto la guida di Metcalfe fu presentata la M45 in occasione dell’Olympia Show del 1933: la vettura si distingueva per una linea molto bella e per un motore molto potente da 4.453 cc. La M45 ebbe vita breve, come il suo creatore, Metcalfe, che morì nel 1934. La guida della Lagonda fu presa da Sir Edgar Holberton che diede un forte impulso alla nascita di nuove auto: la precedente M45 fu sostituita dalla M45R, una vettura dal telaio più compatto e dal motore più potente, la M35R che fu il canto del cigno della 16/65 con motore 3 litri ed infine la più piccola Rapier dotata del compatto motore da 1.104 cc.

Tuttavia la situazione economica della casa madre non corrispondeva alla ricchezza dei modelli proposti: a salvare la Lagonda ci pensò Alan Good che tagliò tutta la produzione salvando solo la M45 che per l’occasione fu ribattezzata LG45 e venne proposta con due telai, uno più lungo ed uno più corto, quattro diversi motori e due differenti cambi. La versione più sportiva della LG45 denominata Rapide (nome utilizzato ancora oggi dall’Aston Martin per la sua berlina) venne utilizzata nelle competizioni automobilistiche più rinomate: Le Mans, Gran Premio di Francia, 24 ore di Spa e la 500 miglia di Brooklands.

lagonda

Al Motor Show del 1937 venne presentata la LG6 che, dopo la LG45, fu l’ultima evoluzione dell’ormai vecchio progetto M45: basata sul motore 6 cilindri da 4,5 litri, era caratterizzata da barre di torsione e sospensioni indipendenti all’anteriore, freni idraulici e dalla possibilità di scegliere tre diverse lunghezze di telai. Era una vettura estremamente veloce: infatti fu accreditata di una velocità di ben 100 miglia/ora.

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Successivamente venne proposta anche una versione alimentata da un motore V12, ma la seconda guerra mondiale, scoppiata nel 1939 e durata fino al 1945, interruppe lo sviluppo di nuovi modelli. Il secondo conflitto mondiale procurò gravi danni alla Lagonda tanto da costringerla a bloccare la sua produzione di vetture per una grave mancanza di acciaio.

In soccorso arrivò David Brown, imprenditore inglese attivo nella costruzione di trattori, che dopo aver rilevato l’azienda concorrente Aston Martin nel 1947 per 20.500 sterline, decise di comprare anche la Lagonda nel 1948 per ben 52.500 sterline. Nello stesso anno Brown fuse le due aziende rivali per dar vita più tardi alla Aston Martin Lagonda Limited. Il primo modello presentato sotto la guida di David Brown fu la 2.6 del 1949: la vettura era caratterizzata da un telaio completamente nuovo, sospensioni indipendenti su tutte e quattro le ruote, un propulsore da 2.580 cc e una linea molto elgante ed affusolata. Fu proposta in configurazione due porte e quattro posti, sia berlina che cabrio ed anche con motore da 2.922 cc fino al 1958.

Lagonda 2.6

Gli anni ’60 avevano invece bisogno di un modello tutto nuovo ed ecco che al Motor Show del 1961 fu presentata la Rapide 4 litri, una elegante e sportiva berlina quattro porte dotata del motore della Aston Martin DB4 e che non aveva nulla in comune coi modelli precedenti. Ne furono prodotte 55 tra il 1962 ed il 1964 e rappresentò il canto del cigno per la Lagonda, in quanto la Rapide fu l’ultimo modello prodotto sotto il marchio Lagonda.

Appuntamento alla prossima settimana per la terza ed ultima parte sulla storia della Lagonda.

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Sono nato ad Isernia nel 1979 e mi sono laureato in Scienze Politiche nel 2004. Fin da piccolo appassionatissimo di automobili, ho sempre lavorato nel settore automotive. Amo le auto classiche: quelle che mi fanno battere il cuore e sgranare gli occhi al primo sguardo, quelle che mi emozionano al solo metterle in moto, quelle che mi coinvolgono nella guida perchè hanno anime lontane anni luce da quelle super tecnologiche di oggi. Sono un inguaribile romantico cui piace guardare e guidare belle auto sulla scia di una calda emozione di sentimenti e non sulla base di freddi numeri prestazionali. Dimenticavo: sono qui perchè mi piace scrivere di auto classiche e raccontare eventi in cui si respirano ancora tradizioni e passioni che vivranno per sempre. Auto avute: Fiat Panda 750 Young '88, Fiat Punto '01 e '02, Lancia Y '09 Auto attuali: Alfa Romeo GT '05, Mazda MX-5 '97, Jaguar XJ8 '98