Fuorigiri

Sul cordolo della rotonda: quello in doppia fila

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Attenzione! Il pezzo che andrete a leggere è carico di contenuti ironici ed il frasario è libero. Prendetelo con filosofia…un po’ come le code sull’A14 a inizio agosto…

State guidando in una via della città, magari una di quelle strette dove ogni volta c’è da pregare per la salvezza dello specchietto retrovisore quando all’improvviso si materializza davanti a voi la sagoma di un’auto ferma con le frecce d’emergenza accese. Magari siete ancora giovani, avete pochi anni di esperienza al volante e pensate ad una gomma a terra o ad un guasto al motore che ha forzato il malcapitato automobilista a rallentare il traffico nella vostra corsia. Accumulando chilomteri però imparerete che quelle frecce che con la loro intermittenza ricordano la discoteca non stanno segnalando guasti o forature ma quell’automobilista che piuttosto di fare un paio di passi a piedi in più è disposto a bloccare la circolazione e creare ingorghi: quello in doppia fila, il maestro del parcheggio molesto.

doppia fila

Non fatevi ingannare dalle apparenze…l’ha piazzata in doppia fila

Quello in doppia fila ha senza dubbio un passato anarchico vissuto tra vie prese contromano in bicicletta o marciapiedi ripudiati con sdegno per far spazio a camminate al centro della strada. Il primo contatto con la doppia fila di solito avviene con l’acquisto dello scooter che, sebbene caratterizzato per dimensioni piuttosto ridotte, con il giovane «doppiofilista» alla guida assume l’ingombro di una petroliera. Spesso parcheggiato negli stessi posti riservati alle auto o meno romanticamente in mezzo alla strada gli scooter sono solo il preambolo ad un’escalation di molestia che accompagnerà il doppiofilista per tutta la sua carriera sulle quattroruote.

Una soluzione alla doppia fila? Eccola qui

Una soluzione alla doppia fila? Eccola qui

Appena conquistata la preziosa patente quello della doppia fila scoprirà fin da subito il potere delle “quattro frecce” regalando a chi dovesse incrociarlo momenti di puro odio. La freccia si trasforma in un «torno subito», magari del barbiere, maestro nel trasformare 5 minuti in una mezz’ora. Se nelle primissime fasi della sua carriera il doppiofilista proverà quantomeno un pizzico di pietà nei confornti degli altri automobilisti limitando le proprie soste in doppia fila a brevi e fugaci acquisti di sigarette/giornali, con il passare degli anni le brevi fermate si trasformeranno in soste prolungate nelle quali il doppiofilista più ardito ed esperto riuscirà anche a portare a termine una spesa all’Esselunga con tanto di ricarica telefonica Vodafone per la figlia.

«Ci metto un attimo» (Archivio foto l'Unità)

«Ci metto un attimo» (Archivio foto l’Unità)

Non c’è un’auto prediletta da chi non può fare a meno delle frecce d’emergenza e dell’ingombro molesto della sede stradale. Tuttavia, sfortunatamente, spesso ci si trova dinanzi a SUV di dimensioni considerevoli lasciati impunemente in doppia fila: senza scomodare presunti relazioni di proporzionalità inversa tra dimensioni del pene e lunghezza dell’auto, forse l’ego del doppiofilista è tale da voler segnalare a tutti la sua presenza.

 «Non ti curar di loro ma manda un vaffa e passa»

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Classe 1988, nato a Piacenza, sono dottore in Giurisprudenza e redattore per Sportpiacenza.it. Collaboro attivamente con un forum di Fantacalcio e scrivo pezzi, dai contorni semi-seri, dedicati alla mia città. Appassionato di informatica, fantascienza in ogni sua declinazione e teatro mi sono avvicinato soltanto da poco al mondo dell’auto d’epoca. Inguaribile nostalgico, setaccio la rete a caccia di video di Gran Premi anni ‘70 e rally che hanno fatto storia. Come sogno nel cassetto ho una muscle car, magari una Corvette di fine anni Sessanta.