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Fuoriserie 2014, segnali di ripresa?

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Fuoriserie, il salone dell’automobile d’epoca della capitale (Roma, 7-8 giugno),  ha conosciuto momenti certamente di maggior splendore. Le edizioni 2008-2010 ambivano al glamour della cugina più blasonata Auto e Moto d’Epoca di Padova  con dimensioni certamente più ridotte  ma con alcuni pezzi di assoluta qualità e rarità.

Le ultime edizioni  hanno progressivamente visto un declino, a tratti piuttosto marcato, non solo del numero delle auto esposte (sia quelle in vendita che quelle dei vari club) e della parte dedicata ai ricambi, ma anche della qualità degli esemplari proposti.

L’edizione 2014, segna tuttavia un’inversione, seppur lieve, della rotta rispetto al 2013. Si è constatato un incremento della qualità media delle auto esposte con alcuni esemplari molto significativi come un quartetto di Maserati degli anni d’oro, su cui spiccava un’immacolata 3500 GT colore argento e una rarissima Quattroporte 4700. Anche la Ghibli colore Giallo Fly del 1968 era un pezzo da novanta ma non tutti sanno che la rarità della Quattroporte nella versione 4700 dipende anche dal fatto che nel passato è stata spesso sacrificata come donatrice ufficiale di motori per la stessa Ghibli. I club di marca e di zona esponevano le auto dei propri soci, tutte in ottime condizioni e di elevato interesse collezionistico, come una rarissima Fiat 1100 carrozzata Allemano o una trittico di Porsche 356 da brivido.

Tra le auto in vendita spiccavano alcune Giulietta Spider per tutte le tasche, restaurate e da restaurare ma con un fascino che riportava subito alllo swing della Dolce Vita romana. Molte le Mercedes e le auto inglesi esposte tra cui Triumph, MG, Morgan e Lotus qui in mostra con una Elite decisamente rubacuori proposta in un esaltante verde inglese.

Tra le auto italiane, equamente rappresentate, si imponevano  un bella Lancia Flavia convertibile Vignale, una rarissima B50 carrozzata Pininfarina, un Alfa Romeo 2000 spider ed una folta schiera di Giulia e Alfetta degne di un ambientazione di un poliziesco anni ’70 in stile “Banditi a Milano”.

La chicca o meglio la ciliegina sulla torta è stata sicuramente la Iso Isetta in versione autocarro perfettamente restaurata in uno strabiliante giallo fluo che chiunque vorrebbe nel suo garage, non solo per la storia automobilistica della Isetta (Millemiglia, 1957) ma anche per la rarità di questi veicoli marchiati ISO oramai completamente scomparsi.

Una riflessione però sorge spontanea e voglio condividerla. Fuoriserie è una manifestazione che deve crescere ed ha tutti i numeri per farlo anche se l’oggettiva carenza organizzativa non facilita l’impresa anzi la deprime poco a poco. Invero, se non fosse per la presenza, la tenacia e l’entusiasmo dei club, probabilmente Fuoriserie  sarebbe scomparsa  dal panorama fieristico italiano da molti anni. E’ vero che il momento è difficile, è parimenti vero che gli espositori qualificanti, quasi tutti del nord Italia, sono restii a frequentare una fiera, come quella di Roma, difficile da raggiungere, pessimamente collegata alla rete del trasporto ed incapace di attrarre compratori e appassionati dall’estero. Senza di loro, nel mercato attuale, non si fa nulla se non sagre di paese.

Ad ogni modo, tralasciando alcuni peccati non proprio veniali e sicuramente indegni della manifestazione principale della Capitale, il segnale positivo c’è stato e lo spirito che si respirava in Fiera era sicuramente positivo; in prospettiva 2015, lo sforzo organizzativo dovrà essere teso ad attrarre espositori che portino pezzi interessanti e che attirino compratori e visitatori qualificati così che Fuoriserie possa collocarsi ancora tra le manifestazioni principali del panorama italiano. I prezzi erano tendenzialmente in linea con il mercato anche se alcuni esemplari pur correttamente conservati o restaurati erano decisamente alti, come i € 65.000 richiesti per una Giulietta Spider.

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Classe '76, Dottore di ricerca, libero professionista e Master Sommelier FIS, coltivo da sempre la passione del vino e delle auto d'epoca. In entrambi i settori concentro il mio interesse sulle produzioni italiane di eccellenza come strumenti di crescita economica e diffusione della nostra cultura nel mondo. Punti deboli? Le supercar '60 e '70 ed i grandi rossi dell'Etna!