Film
CAR, GUYS AND DOLLS – Il Grande Gatsby
Auto sfavillanti, uomini che rincorrono la donna sbagliata e bambole assetate di denaro. Sono questi gli elementi chiave della quarta rivisitazione, questa volta in chiave pop, del romanzo di Francis Scott Fitzgerald, “The Great Gatsby”.
Dietro le mani di un eccentrico Buz Luhrmann, si riscopre un cast d’eccezione (DiCaprio, Maguire, Mulligan). Ogni personaggio si muove egregiamente sullo sfondo degli anni ’20: gli anni che assaporano i primi suoni del jazz, che raccontano di un’allegria smodata a passi di charleston e che lasciano spazio a nuove fortune, a nuovi ricchi. Sono gli anni del boom economico. Gli anni del proibizionismo, dei contrabbandieri di alcolici e di un lusso ostentato che fa capolino alle porte di una grande depressione.
Il regista australiano ha costruito un film molto curato dal punto di vista estetico e visivo con una tecnologia 3D che esalta le forme e i movimenti. Gioielli di lusso, realizzati appositamente da Tiffany, si affiancano a gioielli di metallo. Le automobili sfrecciano indisciplinate su un asfalto che non le riesce a contenere. Tra tutte, spunta indiscussa una Duesenberg Convertible del 1929, gialla! Una “licenza poetica” la definirebbero gli amanti della letteratura, visto che il film (così come il romanzo) è ambientato nel 1922. Anacronismo a parte, la Duesenberg si sposa a pennello col personaggio. È un’auto che rappresenta il non plus ultra nelle mani di un Jay Gatsby nato povero e arricchitosi con tutti i mezzi possibili, solo per arrivare a Daisy. Un’auto interamente costruita a mano, sogno delle élite dell’epoca. Una vettura rarissima che, attualmente, ha una quotazione di circa 3 milioni di dollari e all’epoca ne costava 19 mila.
Accanto ad essa sfrecciano virili e incontrollate una Buick del 1930, una Auburn del 1933, una Ford Model A e una Packards.
Automobili, party e camicie sono tutte simbolo di una storia di illusioni e di ricordi, raccontata attraverso gli occhi di uno scanzonato agente di borsa, Nick Carraway, che si trasferisce sulla costa settentrionale di Long Island, nel West Egg alla ricerca del suo sogno americano. Lui è l’unico che riesce a guardare oltre le luci accattivanti della ribalta, l’unico che scorge il reale desiderio di Gatsby: la vana illusione di ritrovare l’amore puro.
Destinato ad una fine tragica, Gatsby lascia un’impronta solo nel cuore di Nick, sempre più consapevole di un passato ormai sfuggito. “Domani correremo più forte”, afferma l’amico-narratore, discreto e razionale, segno di un futuro desiderio di speranza. Magari a bordo di una sfavillante auto d’epoca, aggiungeremmo noi, che niente altro racconta, in questo caso, se non del desiderio di apparire, agli occhi di qualcuno che riesce ad amare solo il freddo denaro.
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