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La mostra “L’Iso-Avventura” al MAUTO dedicata alla Iso Rivolta

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La mostra organizzata e curata da quattro appassionati del marchio, in collaborazione con il Museo dell’Automobile di Torino fino all’ 11 giugno 2023, è un omaggio alla Iso Rivolta, un omaggio a Renzo e Piero Rivolta per la loro visione, dedizione e abnegazione per l’eccellenza senza compromessi.

La storia della Iso viene da lontano, è una storia che si dipana sulla soddisfazione delle aspettative di una società che si muove dentro un miracolo economico che corre veloce. La produzione di frigoriferi e caloriferi, poi moto e autocarri, poi anche vetture che rispecchiano i nuovi tempi e l’ottimismo del decennio d’oro degli anni 60.

Renzo Rivolta è un uomo che non si accontenta, è un imprenditore che non esita a rivoluzionare la sua florida azienda di motocicli e ciclomotori per produrre automobili, settore in cui intravede il futuro. Renzo Rivolta è un imprenditore che non si accontenta dello stato dell’arte attuale, lo anticipa, è un visionario con il pallino dell’innovazione: l’Isetta progettata da Ermenegildo Preti ne è in qualche misura la metafora più evidente.

L’innovazione però spesso è tanto più dirompente quanto meno il mercato è pronta ad accoglierla: sembra un controsenso ma non lo è, l’Isetta in Italia non è un successo ma qualche anno dopo, all’estero, lo diventerà e la storia della BMW è qui a ricordarcelo. Rivolta intuisce che il mercato è pronto per vetture gran turismo in cui le prestazioni non siano il trade-off dell’affidabilità e della comodità di guida. Il 27 giugno del 1962 presenta quindi la Iso Rivolta GT 300, uno spartiacque del prima e del dopo. Telaio scatolato, e non più tubolare, saldato elettricamente alla carrozzeria abbinato ad un potente motore V8 americano: rigidità torsionale e dinamica di guida oltre le aspettative dei clienti più esigenti di auto sportive, Giannino Marzotto ne è infatti un grandissimo estimatore.

Il pilota e giornalista Giovanni Lurani, nel 1963 scrive che “il motore tira anche a bassissimi giri ed è rotondo in ogni passaggio senza la minima esitazione: in città o in pieno traffico si circola come con la più modesta vettura di serie, in perfetto silenzio e senza strappi o scosse che costringano a difficili manovre di frizione”. Ed ancora Pietro Taruffi nel 1966 “ho raggiunto i 245 km/h a cronometro dopo 2,5 chilometri di lancio. Raramente capita di provare una vettura con maggiori prestazioni velocistiche, quasi mai se a queste si aggiunge il confort l’eleganza e la piacevolezza delle Iso”. Lurani e Taruffi non erano proprio alle prime armi… .

Chissà – prendetela come una provocazione – se Ferruccio Lamborghini avesse provato una Iso a inizio ’63 forse qualche mese dopo non avrebbe sentito l’esigenza di costruire automobili….

La storia della Iso Rivolta è quindi costellata di passione, grandi intuizioni, dedizione e amore per il prodotto.

Da appassionato di automobili storiche inglesi dei primi anni 2000, per me la Iso Rivolta era una specie di chimera, era sepolta nella memoria di bambino, di mio padre che favoleggiava della Iso Grifo ma che già nelle sue parole pareva un unicorno. Ecco allora passando (già allora) le serate a scoprire nuove automobili al pc, tra annunci di vendita, pagine generaliste e blog mi imbatto in una GT300 blu metallizzato, francese. Nella descrizione leggo appartenuta al barone Guy de Rothschild. Quell’automobile blu, con gli interni color ghiaccio e i poggia testa cilindrici segna l’inizio della mia passione personale per la Iso. L’affare non si conclude, ma la scintilla è scoccata. Inizio a documentarmi sulla storia della Iso Rivolta, mi immergo in quella poca letteratura disponibile che è tuttora – a parte il catalogo della mostra del MAUTO – la migliore in circolazione e rimango affascinato dalla genesi del marchio, dalle scelte e dalle vicende industriali e personali della famiglia Rivolta e dei collaboratori. Dalla vicende legate alla progettazione del telaio agli aneddoti che vedevano protagonista l’ing. Bizzarrini nella fase di testing, agli altri innumerevoli episodi che agli occhi di un ragazzo che pensava già di conoscere tanto del mondo dell’automobile apparvero subito come capisaldi di una storia “riscoperta” fatta di tenacia, passione, amore, sudore e lungimiranza. Il successo commerciale arrivò nei primissimi anni di produzione a fronte di investimenti per l’epoca ciclopici, per poi declinare con il passare degli anni: 172 macchine nel 63, 165 nel 64, 138 nel 65, 205 nel 66, 176 nel 67 così scemando fino alle 37 vendute nel 74.

Esaurite le fonti scritte, decisi di saperne di più e cercare i “sopravvissuti” della Iso Rivolta e gli altri appassionati come me e ho trovato una grande famiglia che a prescindere dalla provenienza geografica è unita dall’ amore per il marchio e per quello che questo marchio ha rappresentato per così tanti. Il Comitato Iso Millennium e Flavio Campetti rappresentano quel pezzo di famiglia radicata a Bresso, dove nella loro memoria la Iso non è solo un prodotto industriale ma sono vicende di vita, tempo carico di significato fino a diventare storia, storie di vita da cui ho avvertito sin da subito la necessità di conoscere di più. La conoscenza è la vera ricchezza e la mostra Iso al MAUTO va nella direzione di consentire a chiunque senta la necessità di conoscere quello che in Italia si è riuscito a fare di farlo, di conoscere le vicende storiche legate a questo marchio e poterne quindi conservare il valore e farne tesoro come esempio e perché no, anche guida. Il valore dell’esperienza Iso non è solo un valore storico, inteso come passato, ha valore universale ed attuale, è un faro, un esempio di valore per tutti quelli che vogliono intraprendere un’ iniziativa in cui credono, la narrazione di una vicenda umana prima che industriale che rende orgogliosi di essere italiani.

Suggerisco di visitare la mostra “L’Iso-Avventura” con spirito di curiosità anche per ri-scoprire la storia della Iso dalla prospettiva che si è voluto dare alla mostra, l’idea di avventura appunto: la parabola di un’avventura senza compromessi.

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Classe '76, Dottore di ricerca, libero professionista e Master Sommelier FIS, coltivo da sempre la passione del vino e delle auto d'epoca. In entrambi i settori concentro il mio interesse sulle produzioni italiane di eccellenza come strumenti di crescita economica e diffusione della nostra cultura nel mondo. Punti deboli? Le supercar '60 e '70 ed i grandi rossi dell'Etna!