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Stresa Classica 2024 Classiche tra le nuvole

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IL MILANO HISTORIC CARS CLUB HA REALIZZATO IL SUO SOGNO DI UN CONCORSO D’ELEGANZA, IN UNA CORNICE SONTUOSA E UN BEL VENTAGLIO DI VETTURE, NONOSTANTE IL TEMPO AVVERSO

Foto di Augusto Pellucchi

Uno dei gruppi di appassionati di auto storiche più attivi di Milano ha voluto celebrare un tributo a quello che era il mondo dei concorsi di eleganza di diversi decenni fa; fatto di auto magnifiche, classe e agiatezza spensierata. La prima edizione di Stresa Classica, ad opera del Milano Historic Cars Club, col supporto dell’Automobile Club Italiano Storico, ingiustamente ostacolata da un meteo da lupi, ha portato sulle rive del Lago Maggiore e nella cornice del Grand Hotel Regina Palace alcune tra le vetture più significative prodotte fino al ventennio scorso. Equipaggi provenienti da diverse regioni italiane, e pure dalla vicina Svizzera, hanno sfilato insieme, separate da una linea spaziotemporale e psicologica che distingue le “vere classiche”, come le intendono alcuni testardi di vecchia scuola, dalle cosiddette Youngtimer: modelli molto più recenti, che per via della loro miglior fruibilità stanno conoscendo un periodo di piacevole riscoperta e, questa assai meno piacevole, impennata di prezzi sul mercato. A tutte queste si sono imbucate, a noi graditamente, persino alcune fuoriconcorso.

DA MILANO E OLTRE

Foto di Augusto Pellucchi

L’idea di Stresa Classica, quella di un concorso che metta bandiera anche tra i bei palazzi della Verbania, è del presidente del Milano Historic Cars Club e Youngtimer Club Milano, Domenico Semprini, e degli attivissimi soci. Una realtà che, oltre per il suo nome coraggiosamente lungo, si è fatto notare grazie ad un fitto calendario di raduni, partito quando ancora la pandemia non ci lasciava in pace, attirando iscritti di ogni età, persino da fuori la Lombardia. Così, a Stresa Classica, si è creata una line up multiforme, in grado di coprire insieme tante pagine della lunga storia dell’automobilismo, presentata da Franco Rochi, grande conoscitore di motorismo storico, e giudicata dagli esperti Ivan Scelsa, intenditore di Alfa; Beppe Cagnani, esperto di Mercedes; Cesare Sasso, di Ruoteclassiche; e Maurizio Cerutti, di ACI Sport.

PRIMA LE TARGHE BIANCHE

Foto di Augusto Pellucchi

Le prime a sfilare, dal Grand Hotel a Piazza Guglielmo Marconi, sono le auto iscritte nella categoria Youngtimer, quelle che difficilmente possono trovarsi costrette a chiedere l’ausilio di una spinta e le cui carrozzerie poco temono i nefasti effetti del cambiamento climatico, a parte l’incubo grandine che fortunatamente il cielo ci ha risparmiato. Giusto una passata di panno quindi per Porsche 944, tanto desiderata oggi ma tempo fa in fuga dalle presse; Mazda Miata; Renault Clio Williams; Audi TT; Lotus Elise; Mercedes SLK; Volvo C70 Cabrio e tante altre macchine che, fino a poco tempo fa, il red carpet l’avrebbero potuto vedere solo col binocolo, mentre adesso ricevono meritati applausi anche da chi è abituato a vedere e valutare i must dei piani alti. Must che a Stresa sono stati ben presenti, come Ferrari 575 Spider; Aston Martin Vanquish; Ferrari 612 Scaglietti; Ferrari Mondial; TVR Tuscan; Alfa 4C; Mercedes SL; Ferrari 308; e non solo.

TAPPETO ROSSO CONTRO IL CIELO GRIGIO

Foto di Augusto Pellucchi

A Stresa Classica, causa il diluvio previsto di domenica, si è deciso di far sfilare le classicone di zama e bachelite sempre di sabato, dopo le giovincelle, lasciando tutta la giornata successiva libera per i giudici di decidere il verdetto finale, nel comodo salotto dell’Hotel Regina Palace. Le gocce d’acqua sono scivolate senza attrito su diverse linee, tra cui quelle di capolavori come: Ford Thunderbird; Alfa Romeo 1750 Quattroruote; Dino 206; Fiat Dino Spider; Porsche 356; Porsche 911; Jaguar Mark VIII, dal Museo Onda Rossa di Caronno Pertusella; Fiat 1100TV, carrozzata da Canta, della Scuderia Savoia Cavalleria; Fiat 8V; Bentley MK VI Sport Saloon; Fiat 600T, travestita recentemente da taxi per il cinema; Volkswagen Karmann Ghia e un’immancabile Fiat 500. Più che il panama in testa è servito un ombrello, ma niente che abbia potuto scoraggiare gli organizzatori e il pubblico per godere, seppur eufemisticamente, di un lieve sentimento anteprimaverile.

GIUDIZI ALL’OMBRA DEI PANAMA

Foto di Augusto Pellucchi

Sabato, a Stresa Classica, il giurì non ha perso tempo: si è fiondato nel garage dell’hotel per esaminare a fondo ciascuna vettura partecipante, analizzando carrozzeria e funzionalità. Domenica il verdetto finale, che ha riservato delle curiose sorprese: nella categoria fino al 1950 prima la Bentley 4 ¼ Aerfoil Sport del 1937; dal 1951 al 1960 la Fiat 1100 TV Convertibile, di un acceso azzurro; dal 1961 al 1970 l’Alfa Romeo Giulietta SZ, opera di Zagato; dal 1971 al 1985 la Fiat 124 Spidereuropa, nella serie speciale Azzurra; e Best in Show Classiche un’altra Fiat, la 1500 firmata Touring Superleggera del 1935, uno dei tesori di Milano Classica. Tra le berline youngtimer la migliore è stata, unica in Italia, la Opel Vectra preparata da Irimscher, con motore 2500 V6. Nominata una Porsche 993 4S come miglior coupé tra le youngtimer, mentre nella categoria GT nella medesima generazione è stata la Lotus Elise 111S. sempre tra le più giovani la Chevrolet Corvette C5, serie speciale per il cinquantesimo anniversario si è aggiudicata il premio come miglior spider, lasciando la fascia di Best in Show Youngtimer alla Ferrari 575 Superamerica.

Foto di Augusto Pellucchi

La prima di Stresa Classica, nonostante il clima, è stata un modo sereno di iniziare la stagione degli eventi all’aperto e dei concorsi, che ha mostrato alla gente che la curiosità è più forte delle previsioni del tempo, nei limiti del possibile, in attesa nei prossimi mesi di poter, finalmente, abbassare la capote e far fuggire l’ansia dal deflettore.

Augusto Pellucchi

Classe 1986, appassionato fin da bambino di tutto ciò abbia un motore, un volante e quattro ruote. Per me l'auto è un qualcosa che dà emozioni, non un banale e insipido mezzo di trasporto. Quando non ho niente da fare mi piace girovagare in auto tra i monti del Lario. Portatore inguaribile di una malattia terribile chiamata Virus Alfa.

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