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Alfa Romeo Spider Quarta Serie: Duetto, ultimo atto

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Avete in mente le auto che hanno segnato la vostra infanzia? Ebbene, nella mia lunga lista l’ Alfa Romeo Spider Quarta Serie merita una menzione speciale.

L’ Alfa Romeo Spider Duetto Quarta Serie (Ultima, in gergo) debutta nel 1990 ed è l’ ultima generazione della “dinastia” delle Duetto (ne abbiamo parlato nel servizio su una seconda serie), il modello capostipite “Osso di Seppia” è datato 1966 ed è venuto alla ribalta con il film “Il Laureato”con Dustin Hoffman.
Consacrata come autentica icona dell’ automobilismo, sinonimo di stile e simbolo di libertà, la Spider è un’ auto che ha fatto sognare intere generazioni di appassionati.

Sin dall’ età di 5 anni, l’ Alfa Romeo Spider è stata nel mio immaginario “LA” Spider per antonomasia, mi capitava spesso di vederne una parcheggiata nella piazza principale di Conversano, la mia città natale in Puglia, era color argento con interni in pelle beige, un pò vissuta, con qualche graffio qua e là… .
In quei ricordi ormai lontani, quell’ Alfa Romeo Spider Quarta Serie appariva come il punto focale nella scena di un ipotetico film, ambientato nella più classica iconografia dell’ Italia da cartolina.

Nel frattempo sono passati quasi 20 anni e mi ritrovo in un bar a scambiare 4 chiacchiere con il mio amico Simone Manchisi, fuori ci aspetta una bella Alfa Romeo Spider Quarta Serie 2.0i.e. “Tu non sai cosa abbia rappresentato quest’ auto per me…” gli dico mentre osservo i riflessi sulla carrozzeria “Rosso Winner”.
Mi risponde: “Posso immaginare, ho imparato a guidare con questa Spider a 16 anni, è speciale anche per me.”
Simone mi racconta la storia di questo esemplare di Alfa Romeo Spider Quarta Serie: “E’ del 1992, venne venduta in Lussemburgo ed è ritornata in Italia nel 2000, quando è stata acquistata dalla mia famiglia”. E intanto penso: “Toh, il solito fortunello!”

“Vuoi guidarla?” non me lo faccio ripetere e con grande piacere mi accomodo sul sedile del guidatore. Il solo toccare quella maniglia cromata (in metallo) equivale ad un tuffo nel passato, niente ABS, airbag o aria condizionata… uniche concessioni agli “agi moderni” sono il servosterzo, il servofreno e gli alzacristalli elettrici. Stop.
Mettersi al volante di una Duetto significa immergersi in un’ esperienza di guida fatta di rumori, odori e gesti d’ altri tempi. Lo sterzo è leggero e piuttosto diretto nonostante un pò di gioco dovuto all’età dell’ auto; in tutta franchezza ero abbastanza prevenuto riguardo al cambio che immaginavo legnoso e dagli innesti contrastati, invece è stato tra gli aspetti che ho apprezzato maggiormente.

La corsa della leva è un pò lunga mentre la frizione è leggera ed ha un’ escursione piuttosto corta, gli innesti delle marce sono morbidi e precisi: una goduria insomma.
L’azionamento di quella leva montata in alto rimanda direttamente alle vecchie glorie degli Anni ’60 e ’70 e contribuisce ad alimentare il fascino un pò anacronistico (leggasi “senza tempo”) dell’Alfa Spider Duetto Quarta Serie.
Il parabrezza cromato ed i deflettori sono altri vezzi ereditati dai modelli precedenti, mentre la plancia e la console centrale sono state via via aggiornate col passare degli anni.

Dire che l’ assemblaggio della plancia è impreciso sarebbe un eufemismo, visto che in certe zone ci si può infilare tranquillamente un dito, senza che venga nemmeno pizzicato, la capote in tela è sottile e l’ accoppiamento con il parabrezza è affidato a 2 semplici ganci, con zone in cui passa qualche spiffero visibile ad occhio nudo.
In virtù di queste riflessioni ed invogliati dal clima particolarmente mite decidiamo di “scappotare” e in un batter d’occhio la capote è giù. L’ Alfa Spider è bassa, ha il muso a punta e con quelle cornici cromate attorno al parabrezza sembra un piccolo motoscafo mentre sfila tra sguardi di ammirazione.
Il rollio unito alla carreggiata relativamente stretta ne accentuano il parallelismo con la nautica.

Ad una rotatoria nella zona artigianale di Conversano, Simone mi fa cenno di dare gas per poter innescare una piccola derapata. Del resto la trazione posteriore serve proprio a questo, no?
Il motore 2 litri, nonostante i soli 122 cv, si dimostra vivace e sufficientemente elastico per la guida nel traffico quotidiano, ma le strade secondarie che si snodano tra colline e campagne  sono l’ habitat naturale della Spider mentre si guida baciati dal Sole.

Ci allontaniamo dal centro di Conversano (Ba) dirigendoci verso Contrada Carbonelli sulla Provinciale Conversano-San Vito, ci fermiamo vicino alla chiesetta rupestre di Santa Caterina per fare qualche foto e proseguiamo fino ad un castelletto, l’ opera magna di un marmista locale rimasta poi incompiuta.
Il bel rosso vermiglio spicca nel paesaggio dell’ agro conversanese dominato da ulivi, vigne, pietra bianca e “Terra Rossa”.

Tra una foto e l’ altra penso a quanto mi senta felice di aver guidato finalmente un’ Alfa Romeo Spider Duetto Quarta Serie e quanto la consideri una trasposizione a 4 ruote del Dandy: sregolato, dissoluto, inaffidabile… ed al contempo sensibile, ironico, romantico e dallo stile inconfondibile.

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Classe 1991, mi occupo di design automobilistico: dallo stile alla modellazione manuale. Amante delle 4 ruote sin dai primissimi anni di vita, ho un debole per tutto ciò che esprime eleganza, ricercatezza e carisma. Cultore dei dettagli e di quel pizzico di follia che rende affascinanti le automobili quanto le persone... Sono nato e cresciuto in Puglia, a Conversano (Ba), mamma italiana, papà della Costa d' Avorio. Vivo a Torino dal 2010, dove ho trovato la mia dimensione tra le mie passioni : auto, arte, storia, scorci e sapori che mi hanno fatto innamorare di questa città. Mi piace pensare all' Automobile come passione fatta movimento: oltre alle forme o ai motori sono sempre a caccia degli aneddoti che ci sono dietro questi pezzi di lamiera... . E' il fattore umano e tutto passionale che alimenta la mia dedizione per le 4 ruote e che ci riunisce tutti in nome di questo grandissimo amore per le automobili.