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Mercedes 300 CE-24: La rinascita di un mito [Vol. 2]

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Storia di come è tornato alla vita un ottimo esemplare di Mercedes-Benz C124 dalla fine ormai scritta, attraverso un percorso irto di ostacoli e presunti impedimenti, incompetenza e superficialità: una telenovela motoristica (a puntate) tutta italiana.

Tento il tutto per tutto, l’estrema ratio, la via impossibile: scrivo al Ministero dei Trasporti. Mi rispondono con sorprendente celerità, inviandomi il testo che fa per me: protocollo n. 79260 del 04/10/2010. La mia salvezza, la pezza d’appoggio definitiva. Qui si spiega dettagliatamente come fare per immatricolare un veicolo storico radiato per demolizione dopo la Legge Ronchi: attendere il ventesimo anno, sistemare l’auto, ottenere il Certificato di rilevanza storica dall’Asi, portare il tutto in Motorizzazione per le verifiche di rito ed il rilascio di targhe e libretto. Facile, no?
Contentissimo e giunto quindi verso i primi di ottobre 2011 torno dal demolitore con fare allegro e baldanzoso e gli lascio il malloppo delle mie ricerche, tentando di convincerlo che cedendomi l’auto a gennaio 2012 non rischierà nulla. Mi dice che sente l’ente che gli ha rilasciato la licenza e mi fa sapere. È un duro, non c’è che dire, non si fida di me ma lo capisco: sa che nemmeno io mi fido di lui.

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Passano i mesi senza ricevere risposte finché arriviamo al 2 gennaio 2012: l’auto entra nel ventesimo anno d’età e torno immediatamente alla carica dal demolitore. Con un pretesto prendo appuntamento senza farmi riconoscere per evitare un rifiuto via telefono e mi presento là. Quando mi vede, sorride e mi lascia intendere che pur di non vedermi più si fida di me e mi cede l’auto.

La mattina seguente torno con carro attrezzi, ritiro il mezzo e me lo porto al sicuro. Mentre inizio e pianifico i lavori da fare, il 13 gennaio viene il commissario tecnico delegato ASI per istruire la pratica per il rilascio del Certificato di rilevanza storica (CRS), documento essenziale per la reimmatricolazione. Mi dicono che i tempi saranno lunghi (aprile 2012) quindi procedo alla sistemazione totale dell’auto, in parte da solo o con l’aiuto di un amico pratico e di un meccanico esperto di queste vetture, per il resto portandola nella mia officina Mercedes-Benz di fiducia e dal carrozziere, amico ed esperto restauratore. Non c’è granché da fare, un bel tagliando, qualche intervento extra ma non pesante, un bel “lifting” esterno ed interno e via.

Verso fine aprile ’12 l’auto ormai è pronta, lucida e perfettamente ripristinata in tutte le sue funzioni ma il CRS non arriva. Ad ogni mia richiesta mi viene risposto “sarà sicuramente in arrivo”. Decido quindi di indagare e scopro che la pratica è rimasta negli uffici del mio club ASI fino al 29 marzo 2012, 2 mesi e mezzo dopo i rilievi! Preso da rabbia e rassegnazione, spaccherei il mondo ma non mi resta che attendere.

Il CRS arriva sabato 1 settembre 2012, ma non è finita: è farcito di errori. Cambio manuale anziché automatico, anno di prima immatricolazione errato ed altro. Non ha sbagliato il commissario, hanno copiato male all’ASI di Torino. Non sapendo se ridere o piangere, rispedisco al mittente e lunedì 17 settembre ritiro il CRS buono, dopo quindi 8 mesi di attesa.

Corro dunque mercoledì 19 settembre alla Motorizzazione Civile della mia città per prenotare il collaudo. Dopo la tradizionale coda ed il proverbiale saltare da uno sportello all’altro, l’addetto alle Immatricolazioni mi dice categoricamente che non è possibile reimmatricolare il mezzo perché radiato per demolizione dopo il 1997 quindi per la Legge Ronchi andava smaltito e basta. Di fronte alle mie rimostranze ed al mio CRS, risponde che l’ASI “ha preso una cantonata” e “dovevano informarsi prima di lasciare certificati”. Arrogante, il tizio, di quella presunzione che trasuda ignoranza da ogni poro.

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Fuori dalla MCTC ho pianto di rabbia. Non poteva finire così dopo gli sforzi (non solo economici) fatti. Chiamo l’ASI a Torino: mi dicono che la cantonata l’ha presa lui, mi offrono il loro aiuto e affermano che il CRS è valido e quanto succede prima del suo rilascio non conta. Ne parlo anche col mio club. Poi torno in ufficio, impugno il protocollo 79260, lo analizzo di nuovo per bene e chiamo l’uomo che poco prima mi aveva cacciato. Gli leggo il documento nei punti salienti e mi dice che ne parlerà col direttore e di richiamare la settimana seguente. Però io di tempo da perdere non ne ho e ho già capito che di quell’impiegato non posso fidarmi, quindi mando all’indirizzo del direttore della MCTC una bella email, all’attenzione del tizio dello sportello Immatricolazioni, dove racconto quanto successo ed allego il famigerato protocollo 79260.
Il giorno dopo ricevo una email in cui si afferma che ho ragione, si scusano e mi invitano a tornare per fissare la data del collaudo, che avverrà venerdì 28 settembre, a poco più di un anno dalla scoperta dell’auto. Morale: se non avessi avuto la testardaggine di andarcene a fondo da solo, avrei dovuto abbandonare tutto a settembre dell’anno prima, uccidendo una vettura splendida per classe e condizioni, che aveva ancora molto da dare. Invece, eccoci al momento della verità.

(2, continua la prossima settimana)

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Sono nato a Bozzolo (Mantova) nel 1982, diplomato al Liceo Classico e con un anno di studio negli Stati Uniti. Ex imprenditore nell’azienda di famiglia, sin da bambino provo una forte attrazione per l’automobile, crescendo poi mi sposto sulle auto d’epoca e youngtimer, che acquisto e rivendo per diletto. Nel tempo libero scrivo, seguo la mia passione a quattro ruote e mi occupo del mio garage.