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Nuove classiche: BMW serie 3 E30

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Abbiamo provato una BMW serie 3 del 1984 con un meraviglioso sei cilindri sotto il cofano.

 E così, in una domenica di ottobre, ci ritroviamo a bordo di una BMW 320i del 1984, mezzo che fino a poco tempo fa consideravamo un’auto “da zingari”. La ragione del nostro giretto è molto semplice: le BMW anni ’80 e ’90 stanno tornando di moda, nel 2016 ricorre il centenario della casa e quindi via, eccoci a parlare di BMW.

BMW + Luca + Marco

Per la fortuna del mondo dell’auto, non sono tutti come noi. E’ il caso degli zingari, come visto, ma anche della famiglia Baraggia, che tiene in garage la BMW 320i ritratta in foto sin dal 1986. “L’abbiamo presa quando sono nato io, una volta ci siamo andati fino in Portogallo e poi è diventata la mia prima auto”. Le parole di Luca (ex collega di ufficio e amico) testimoniano un forte attaccamento al mezzo che, infatti, versa in uno spettacolare stato di originalità. Vernice perfetta, targhette e accessori tutti al loro posto, mai un danno alla carrozzeria. Il quadro è completato da un volante aftermarket dell’epoca, dallo stemma “M” sulla griglia anteriore (simbolo delle BMW sportive) e dall’adesivo del BMW Youngtimer club.

Lo stile di quest’auto a me piace. Le linee sono razionali, tese e adeguate al tono sportiveggiante delle BMW. Il frontale è aggressivo, mentre il posteriore è semplice e in grado di non appesantire il design dell’auto. All’interno, mi sono piaciuti i sedili (ergonomici per essere del 1984) mentre trovo poco riuscito il cruscotto, come tutti quelli prodotti negli eighties. Caratteristica, infine, la moquette blu chiaro, forse non elegantissima, ma in linea con le tendenze un po’ bizzarre delle auto tedesche dell’epoca (quindi ci sta’ bene).

Il pezzo forte della BMW 320i è il motore: un sei cilindri in linea di due litri che eroga una potenza massima di 125 cavalli. Alle basse andature, il motore è fluido, rotondo e ideale per viaggiare in autostrada. Pestando sull’acceleratore, invece, la progressione si fa più rapida sopra i 3,500 giri, momento in cui il motore inizia a rombare acuto fino ai 6,000. Ok, non sarà una Porsche 911, darà pure il meglio in autostrada, ma devo ammettere che quest’auto mi ha sorpreso. Da capire come va la 323i, che nel 1984 era il massimo in quanto a prestazioni e il sogno nel cassetto di mio papà.

Sgasate a parte (da evitare in situazioni non ottimali, visto il posteriore ballerino che accomuna le BMW dell’epoca -tendenza attenuatasi sui modelli più recenti) la nostra 320i si guida come un’auto moderna, che però è anche dotata dell’intuitività e del feeling generale di una classica. In aggiunta, il sei cilindri in linea è una motorizzazione nobile, che rende peculiare l’esperienza al volante. Da ferma, invece, la BMW 320i trasmette eleganza e un’immensa qualità costruttiva.

Nel 1984, la BMW 320i si poneva al vertice del segmento delle berline medie, si dava un tono sportivo ed era indirizzata ai trentacinquenni rampanti. Nel 2016, a questa impostazione -che resta- vanno ad aggiungersi le sensazioni positive trasmesse da un’auto d’epoca. E, alla fine del giro, devo ammettere che le due cose messe insieme mi hanno fatto venire in mente un’idea davvero insana: “non potrebbe essere la mia auto di tutti i giorni?”

PER APPROFONDIRE:

Bmw Serie 3: l’evoluzione della berlina sportiva [parte 3]

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Ci sono due cose che l’uomo non ammetterà mai di non saper fare: guidare e fare l’amore. (Stirling Moss)