L'editto-riale

Accise e bollo auto: foglia di fico all’italiana

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Il prezzo della benzina è in cima ai pensieri degli automobilisti, secondo solo al “bollo”, sia questo qualificato come tassa di possesso o di circolazione.

I provvedimenti che coinvolgono entrambe le questioni sono suscettibili persino di incidere sulle scelte degli automobilisti non solo sulle loro abitudini. Da qui infatti può scaturire la scelta di disfarsi di un veicolo, rottamandolo, radiandolo o comunque venderlo. Chi frequenta i forum tematici o i social groups si sarà senz’altro imbattuto in utenti che si sono privati, ovvero intendono farlo nel prossimo futuro, della propria automobile per evitare appunto il “bollo” o peggio il “superbollo”.

Qui si apre la prima riflessione: colpendo l’automobile come espressione di capacità contributiva si è raggiunto in questi casi l’opposto risultato di sottrarre -definitivamente- gettito all’erario sia in termini di mancata riscossione della tassa di possesso sia dell’Iva e accise varie sui carburanti. La leva tributaria del bollo, è una leva debole e soprattutto fragile per fare cassa. Con l’approvazione del decreto Monti (poi l.n. 214/2011) che inaspriva il trattamento fiscale per i veicoli sopra ai 185kw di potenza si è determinata un’emorragia verso l’estero con il risultato che le perdite erariali in termini di mancato gettito(Iva, Ires, indotto) ha superato di gran lunga quello derivante dal nuovo “super bollo”. Non solo, la reintroduzione del bollo anche per le infratrentennali ha acuito e reso insostenibile per molti il far fronte ai costi del possesso di una youngtimer.

Reintrodurre la “tassa di circolazione” abolendo quella di possesso spostandola contestualmente sul carburante sotto forma di accise che effetti determinerebbe? In prima battuta parrebbe quello di penalizzare chi percorre molta strada durante l’anno. Ma non solo. In primis pagherebbero tutti o quasi. Chiunque si riforniva in Italia nel 2014 pagava (dati Unionepetrolifera) mediamente un prezzo al litro di 1,713 euro di cui per componente fiscale 1,039 euro.

Fonte Repubblica.it

Lo strumento della nuova accise sostitutiva del bollo, consentirebbe quindi di colpire i consumi di tutti, non solo di chi è residente in Italia o ha una macchina registrata al pubblico registro. Turisti, targhe estere stanziali in Italia, barche, etc, il presupposto diventa quindi il rifornimento sul suolo nazionale.

L’effetto perequativo è apprezzabile e meritevole, tuttavia alcuni potrebbero obiettare che non si colpisce la reale capacità contributiva di alcuni automobilisti, che pur possedendo veicoli da centinaia di migliaia di euro, usandole poco non sarebbero “sufficientemente colpiti” e pertanto non “contribuirebbero” al gettito in ragione delle proprie possibilità. In Italia esistono però i famigerati correttivi, ed uno siffatto sicuramente non tarderebbe ad arrivare però continuiamo a sperare, dopo tutto siamo un popolo di poeti, navigatori, inventori e speranzosi.

Lo spostamento sul carburante del gettito del bollo non determinerebbe ipso facto l’aumento del prezzo al litro. L’operazione, nel nobile intento di spostare l’onere sul “chi consuma paga” ,dovrebbe rivedere tutto il sistema delle accise. La guerra d’Abissinia è finita da tempo e gli oneri sono stati verosimilmente saldati, la missione in Libano anche, così come i danni devastanti del terremoto del Friuli, e la lista è lunga. Mantenere queste componenti di accise dei carburanti non solo è anacronistico ma ha introdotto concretamente una tassa (su cui si applica l’Iva!) priva di presupposto attuale.

Fonte TGcom.24

Pertanto il riordino delle accise con l’eliminazione di quelle riferite ad eventi ormai sterilizzati e pur con la nuova componente sostitutiva del bollo porterebbe ad una riduzione complessiva del prezzo alla pompa. In Italia tra gasolio e benzina per autotrazione infatti si consumano annualmente (la domanda è tendenzialmente inelastica con flessione del 2014 rispetto al 2013 del 4.4%) 30,7 milioni di tonnellate di combustibile con un gettito riferito all’imposta di fabbricazione (accisa e IVA) pari a 39 miliardi di euro di cui 13 miliardi relativi proprio a quelle accise di cui si parlava poc’anzi, come la guerra d’Etiopia, la crisi di Suez, il Vajont e fino alla missione in Bosnia del 1994. E’ evidente che una qualsiasi riflessione ragionevole porterebbe a ritenere doverosa l’eliminazione delle accise non più giustificate da alcuna esigenza attuale e concreta.

Elenco accise al 2012 – fonte Ansa

Il gettito erariale del bollo auto ammonta a circa 6,5 miliardi la cui copertura, in caso di abolizione, sarebbe finanziata mediante l’introduzione di un’ ulteriore imposta di 0,20 euro al litro. Il riordino delle accise, oltre a realizzare concretamente l’esigenza perequativa di chiamare tutti gli utenti a compartecipare al gettito in proporzione del consumo, implicherebbe non già un incremento bensì una diminuzione del prezzo del carburante in quanto dovrebbe essere accompagnata, ragionevolmente, dal riconoscimento della temporaneità e quindi dall’abrogazione di tutte quelle componenti attraverso cui gli italiani hanno già finanziato i vari eventi e calamità .

Per fare questo, però, bisognerebbe trovare un sussulto di coraggio e rinunciare a ricorrere alle (facili) imposte “invisibili” come quella sui carburanti a copertura di misure popolari e che portano consenso come i tagli alle tasse “visibili”. Come dire, basta con la foglia di fico del perdurare delle esigenze di finanziamento alla guerra d’Etiopia o del disastro del Vajont, le accise servono a finanziare continuativamente ben altro e qualcuno deve assumersene la responsabilità politica.

[dati Unionepetrolifera, Relazione annuale 2015]

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Classe '76, Dottore di ricerca, libero professionista e Master Sommelier FIS, coltivo da sempre la passione del vino e delle auto d'epoca. In entrambi i settori concentro il mio interesse sulle produzioni italiane di eccellenza come strumenti di crescita economica e diffusione della nostra cultura nel mondo. Punti deboli? Le supercar '60 e '70 ed i grandi rossi dell'Etna!