High Fidelity

Introduzione al mondo HiFi

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Una delle mie passioni è l’HiFi, principalmente l’home HiFi, nata originalmente come curiosità sul modo migliore per sonorizzare la taverna dove avevo posto il proiettore. Da lì la scalata dal risibile impiantino da PC (di cui si sentono spesso bullare i conoscenti: “Bello vero? Ha 500 watt…” oppure …”il Sub fa n dB”) per entrare nel magico mondo dell’audio di qualità, dove la parola qualità non ha un limite. Dove qualunque cosa voi compriate con sacrifici sarà sempre entry level guardato con sufficienza (non provate a chiedere come iniziare a crearvi una “catena” con 300 Euro: vi rideranno in faccia – o sullo schermo – nella migliore delle ipotesi).

Ho accennato al termine catena: si intende il complesso dell’impianto audio, che brevemente, per chi è abituato ai compattoni tutto incluso a 149, 99 Euro, può comprendere dalla sorgente (lettore, PC, o altro), DAC, Amplificatore (Sinto o Pre e Finale), diffusori (se autocostruiti a loro diventano delle “piccole catene”) e cavi vari. Ognuno di questi pezzi incide sul risultato finale, risparmiate su uno ed il “collo di bottiglia” vi aspetta. Per sovvertire le consuetudini del settore, la prossima settimana apriremo definitivamente la nostra rubrica dedicata all’audio partendo dal meno considerato dei componenti: i cavi.

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Sinto-amplificatore Marantz SR4500 del 2005

Sarete sicuramente insorti e inorriditi leggete le righe poco sopra riguardo all’atteggiamento alla spesa del settore HiFi (“Ma come?! In crisi non si dovrebbero dire certe cose!”) eppure tanti ambienti sono così, dando l’impressione che ascoltare buona musica o vedere un bel film nel modo in cui andrebbero goduti sia un passione esclusiva, per pochi, alla continua ricerca del “di più”. Per rispondere a questo dogma arrivano altre esperienze, tra cui voglio citare TNT Audio e ovviamente il T-Forum HiFi, ma tanti altri, più o meno noti, danno il loro contributo quotidianamente a cambiare prospettiva.

Se i termini più sopra vi sono sembrati ostrogoto e vorreste saperne di più, seguiteci nelle prossime settimane, dove sazieremo le vostre curiosità verso un mondo spesso misterioso. Prima, però, vi domanderete perchè parlarne qui su VitadiStile. Se nei mesi sono divenuti sempre più evidenti i legami tra auto d’epoca, vino e orologi, per cultura del target a cui riferiamo e per lo stile di vita a cui tende, l’Alta Fedeltà è un elemento che non può mancare. Protagonista assoluto di molti salotti o camere da letto, è un colto fattore di intrattenimento.

Mentre la scarsa diffusione e l’elitarietà lo rende simile all’auto d’epoca, anche come età media degli utilizzatori (e qui torna in gioco il nostro obiettivo di svecchiare settori che avrebbero fascino da vendere), altri fattori lo avvicinano al vino. Tra questi quello più li accomuna è il concetto di qualità, percepibile in modo sensoriale.

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La prima volta che ascoltate musica su un vero impianto HiFi (la mia fu con diffusori Triangle e catena che non ricordo, in una sala attrezzata) è come la prima volta che bevete un vino che meriti di essere bevuto (nel mio caso un Vin Santo di Carmignano Capezzana 2001): un’esperienza sensoriale che vi apre ad una nuova dimensione del mondo che pensavate di conoscere. Un varco verso nuovi colori (il colore li accomuna in senso figurato…lo scoprirete nei vari approfondimenti), profumi, suoni, che non credevate possibile percepire in quella modalità.

Sentire cantare un cantante come se fosse lì accanto a voi, tanto da poterne avvertire il respiro sulla pelle, è una magia pari ad assaporare un vino con mandorle, legni, cuoio piuttosto che fiori di tutti i tipi. Eppure lì davanti a voi non c’è un campo, nè una persona, bensì un bicchiere o alcune “scatole” (non sempre hanno questa forma) di legno, metallo, o altri materiali.

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Da quel momento capirete che tutto quanto sta sotto ad un certo livello è “piattume”, di informe e anonima espressione (sono “piatti” gli output sonori di certi impiantini da casa o PC – dovuto anche a tecniche di registrazione e riproduzione – tanto quanto il naso e bocca di certi vini). Il problema in entrambi i casi è dove fissare quel livello “di accesso”. Il punto (economico) da cui in poi si può rivivere quell’emozione.

All’auto d’epoca (ed in parte al vino) è comune il mantenimento di certe qualità col passare del tempo, addirittura in questo settore (come il vino?) un prodotto moderno può essere inferiore ad alcuni di dieci, venti o trent’anni fa. La parte vintage di questa nicchia è particolarmente ricca di elementi i cui schemi costruttivi sono restati immutati per decenni, rendendo quindi un oggetto di 50 anni fa ancora capace di insegnare qualcosa.

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Uno di questi esempi (peraltro vero campione sul fronte qualità/prezzo) è la Koss Porta Pro, che alcuni mesi fa abbiamo fatto raccontare dagli amici di Stereo Head.

Su questa strada cammineremo nei prossimi mesi, sperando ci facciate compagnia lungo il percorso appassionandovi all’High Fidelity.

A presto

Gli elementi presenti in foto fanno parte della mia collezione e di quella di Andrea, ma non sono da intendersi come esempi delle categorie sopracitate.

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Classe 1988, nato a Codogno e laureato in Giurisprudenza, dopo qualche mese nel mondo della selezione del personale, ora sono District Manager per un gruppo assicurativo francese. Petrolhead da sempre, mi divido tra fotografia (di cui mi dovrò decidere a frequentare un corso) e degustazioni. Il tutto accompagnato dal costante confronto con i fondamentali del social media mktg. Con VitadiStile facciamo divulgazione storica del mondo dell'auto e diamo spazio a giovani appassionati.