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La nostra prospettiva di Milano Autoclassica 2015

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Sabato siamo andati con Federico all’edizione 2015 di Milano Autoclassica. L’anno scorso ve ne avevamo parlato approfonditamente, descrivendo gli stand. Questa volta vorremmo sperimentare un nuovo linguaggio comunicativo, incentrando la visita sulle foto e diminuendo il commento, dato che molti degli espositori erano presenti anche nel 2014. Di alcune novità scoprirete maggiori dettagli nelle prossime settimane, in post dedicati.

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Tra le new entry dell’edizione 2015 c’è proprio lo stand iniziale: Aston Martin Milano, che insieme alle sue supercar alate (tra cui una curiosa DB6 targata Piacenza!) presentava la sua collezione di arredamento esclusivo, realizzata in collaborazione con Formitalia.

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Dopo essere stati accolti dal cordiale Marketing Manager, Eros Bernardi, abbiamo potuto parlarne con Gianni Simone Overi, che ci ha spiegato la ricercata lavorazione, di alcuni prodotti.

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Oltre al carbonio (impressionante la piantana Cobra) e all’alluminio, faceva bella mostra di sè l’esotica fibra basata sul lino, dal colore caldo e rilassante. I vari elementi erano tanto ben amalgamati che invitavano a restare a prendere un caffè e godersi placidamente lo sciabordio dei visitatori.

Peccato che la nostra tabella di marcia forsennata (poco meno di 4 ore in tutto) abbia a malapena consentito un fugace panino più tardi.

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Subito dopo lo stand Aston, si nascondevano i tori della concessionaria Bonaldi Bergamo, che mostravano minacciosamente i muscoli.

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Il primo padiglione di Milano Autoclassica si presentava, quindi, per più di metà, dedicato agli stand ufficiali e semiufficiali dei marchi. A stupire l’appassionato, come in un caleidoscopico gioco al rialzo a base di supercar del passato, proseguiva la stella a tre punte con le sempre affascinanti “ali di gabbiano”.

Spostandosi a lato, la risposta veniva dal semiufficiale stand dedicato al giaguaro più glamour: l’E type scoperta e la sua erede…la F type, in entrambe le versioni.

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Al centro dell’area dei marchi troneggiava il gruppo FCA. Alla Fiat strappava sorrisi la versione vintage ’57 della 500, mentre Alfa, Jeep e Lancia tentavano confronti quantomeno rischiosi.

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Insuperabile in stile (sì siamo un pò di parte…ma al cuor non si comanda!) lo spazio tributato dalla manifestazione ai 60 anni della Dea, realizzato con la collaborazione dell’Idéesse.

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La semplicità data dall’assenza di strutture, mette ancora più in luce come l’attrazione magnetica che trascinava a sè i visitatori come un buco nero, fosse dovuta in toto al genio di Flaminio Bertoni, che nel 1955 creò la più dark lady delle quattro ruote. Sinuosa e ammaliante come la più bella donna. Noi ovviamente siamo stati catturati dalla vettura Stampa della Parigi-Persepoli-Parigi del 1973…deformazione pseudo-professionale?

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In mezzo al padiglione il posto d’onore spettava al Lounge Milano Autoclassica: l’area dell’organizzazione dove gli addetti media potevano ritirare la cartella stampa e bersi un caffè. Noi abbiamo preso la cartella e gentilmente glissato il caffè per i sopracitati motivi.

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Tutto intorno i vari rivenditori di auto storiche facevano a gara nel mostrare il pezzo più raro e pregiato. Non sempre sufficientemente apprezzato e capito dal visitatore: la kermesse meneghina presenta un target meno specializzato di quello di altre fiere del settore (l’area esterna con i vari test-drive strizzava l’occhio ai tempi d’oro del Motorshow).

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Doveroso citare la Polar adibita (temporaneamente?) a trasporto valori, che conferma il forte legame tra auto d’epoca e vino di qualità. Prezzo onesto per giunta: poco più di 3000 Euro per 250.000 km di esperienza.

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Proprio le quotazioni delle youngtimers hanno attirato la mia attenzione. Le Mercedes di varie classi, i fuoristrada e le hot hatch erano tutte caratterizzate da prezzi stabili con le rispettive quotazioni. Cosa ormai rara alle fiere che, negli ultimi anni, erano state foriere di una corsa all’oro non comune. Che sia forse a causa dell’incertezza dovuta al bollo?

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Stand doppio per due artigiani: Leofficineunoaotto di Piergiorgio Bellucco e Pigno di Daniele Pignochino. Il primo crea modellini esclusivi, inizialmente nato come hobby rivolto alla modifica di kit, poi sbocciato in prototipazione su commissione del cliente. Il secondo soddisfa sempre l’edonistica sete di cose belle di facoltosi appassionati, ma con sculture basate sui medesimi saperi dei battilastra che costruivano le fuoriserie negli anni ’50.

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L’ingresso al secondo padiglione era molto gustoso: il CAMEP presentava al pubblico di Milano Autoclassica l’edizione 2015 Coppa della Perugina con l’aiuto di un maitre chocolatier della storica casa.

La competizione affonda le sue radici negli anni ’20, in quel turbinio di rocambolesche gare su strada che tutt’ora evocano messaggi di ardore e sportività. Sarà per questi motivi che proprio qui abbiamo trovato gli orologi Tag Heur e Giuliano Bertolotti, ormai binomio inscindibile.

Tornando alla gara, abbiamo potuto parlare con il Presidente, Ugo Amodeo, che ci ha illustrato le idee che la animano (molti esempi virtuosi da cui prendere spunto) e la mission di promozione del territorio che porta gli equipaggi alla riscoperta dell’Umbria più e meno nota. Madrina d’eccezione dello stand una smagliante Aston DB4.

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Poco più in là l’ampia area recettiva del RIASC, dove abbiamo incontrato Maurizio Marini (altra “vecchia conoscenza” di VdS), e, sempre stando nell’ambito Citroen, il MAC.

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In chiusura rapida rassegna e presa di contatti agli stand del registro Land Rover e Bmw Youngtimers. Sempre guardandosi attorno…

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Come nel 2014, folkloristico e colorato la spazio del 500 Club Italia, quest’anno con bisarca d’epoca.

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In conclusione, Milano Autoclassica si riconferma un appuntamento piacevole ed un vero salottino. Qualità di standisti e vetture decisamente in rialzo, mentre la parte dei ricambisti (sempre utile) è ormai la riserva degli indiani. L’area ricambi e accessori è, per ogni salone, quella che porta a calare l’immagine chic che in tanti cercano di ricreare. A Milano il “problema” pare bilanciarsi con il poco spazio a disposizione per tutti: due padiglioni da sfruttare in modo efficiente ed efficace. Missione compiuta anche nel 2015. Alla prossima promettiamo di venire in 124 (evitando Trenitalia ed i suoi tradizionali ritardi…).

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Classe 1988, nato a Codogno e laureato in Giurisprudenza, dopo qualche mese nel mondo della selezione del personale, ora sono District Manager per un gruppo assicurativo francese. Petrolhead da sempre, mi divido tra fotografia (di cui mi dovrò decidere a frequentare un corso) e degustazioni. Il tutto accompagnato dal costante confronto con i fondamentali del social media mktg. Con VitadiStile facciamo divulgazione storica del mondo dell'auto e diamo spazio a giovani appassionati.

2 Comments

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    Francesco Saracino - Car Hunter Italia

    23 Marzo, 2015 at 10:25

    Faccio i complimenti a tutto lo staff per la qualita’ fotografica, che rappresenta in parte l’emozione che possono trasmettere gioielli di quel tipo, toccandoli dal vivo.
    Le auto d’epoca trasmettono emozioni, ricordi del passato, ed in occasione di questi eventi, attirano l’attenzione di esperti del settore ed appassionati, che vivono questo mondo.
    Pezzi di storia da rivivere……….

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    Francesco Fulchieri

    23 Marzo, 2015 at 20:19

    Grazie mille Francesco, i vostri complimenti sono la benzina che ci fa muovere!