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Non è una borsa. È una Birkin!

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Eccoci di nuovo a parlare di borse di stile!

Un paio di settimane fa vi ho raccontato le origini della principessa tra le it-bags (Kelly by Hermès). Quest’oggi parliamo della sorella antagonista, la Birkin!

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Non si tratta di una borsa propriamente low cost. Ha un prezzo che parte da 6.000 euro e può arrivare anche a più di 120.000 euro. Gli inglesi leggendone il talloncino esclamerebbero “too expensive!”. Oltre al prezzo da paura a complicare le cose sono le lunghe ed interminabili liste di attesa!

Quanti di voi conoscono il telefilm Sex and the city? Coloro che stanno alzando la manina ricorderanno benissimo la puntata in cui l’esuberante PR Samantha Jones, trova il modo di scavalcare “solo” cinque anni di lista di attesa, facendo il nome di Lucy Liu (qui trovate la scena). La Birkin compare anche nel video di Madonna, Give It 2 Me (ft. Pharrell), in una versione enorme! L’ex Posh Spice, Victoria Beckham, ormai ribattezzata “The Birkin Queen” ne fa letteralmente indigestione e ne sfoggia sempre un nuovo modello! Si dice che ne abbia più di 100, tutte particolarissime e rigorosamente abbinate ai suoi abiti.

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Insomma è inutile che io vi dica che si tratti di una delle borse più desiderate da sempre! Un accessorio irraggiungibile per molti di noi, comuni mortali! Ma cullandoci tra le righe di questo post, concediamoci almeno il gusto di sognare e concedetemi la possibilità di raccontarvene la storia.

Secondo i pettegolezzi che circolano nei corridoi delle principali fashion addicted pare che la suddetta borsa prenda il nome da Jane Birkin, attrice e cantante inglese, divenuta famosa con il film “Blow-up” di Michelangelo Antonioni e con la canzone “Je t’aime… moi non plus”.

La leggenda narra che lo stilista Jean Louis Dumas, stava viaggiando in aereo di fianco all’attrice quando questa, lamentò la mancanza di una borsa spaziosa e raffinata al tempo stesso, da poter utilizzare nel weekend. Il finale della storia lo immaginerete già: Hermès attraverso la fantasia di Dumas, creò la Birkin!

La passione generalizzata per questo accessorio creò una vera e propria professione per un certo Micheal Tonello, dai più conosciuto come “il cacciatore di Birkin”. Egli non faceva altro che comprare Birkin dai privati per poi rivenderle su eBay, creando una vera e propria rincorsa all’ultimo pezzo. Se volete saperne di più sappiate che ha addirittura scritto un libro a riguardo: “Bringing home the Birkin”.

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Ma cos’ha di speciale questa borsa? Siamo sinceri, è oggettivamente ben fatta, la si può personalizzare e rendere davvero preziosa, è capiente e raffinata, ma cosa la rende diversa da tutte le altre it-bags? Cosa scatena tanto desiderio? Perché?

Personalmente credo che la vera risposta risieda nell’anima stessa di questo oggetto. La Birkin non rappresenta più una semplice borsa ma un modo d’essere, per donne che desiderano osannare il loro status. Una borsa elitaria, per donne che non hanno di certo problemi a tirare fuori la carta di credito, senza neanche doversi fermare a chiederne il prezzo!

Alla faccia della crisi!

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Classe (da vendere!) 1989, nata a Catanzaro. Laureata in Organizzazione delle amministrazioni pubbliche e private ed in Scienze del lavoro. Sono un’appassionata di cinema vecchio stile. Considero Ingmar Bergman un maestro ed ogni tanto mi perdo a guardare qualche suo vecchio film. Mi piace ascoltare la musica e collezionare vecchi LP. La mia professione? Dispensatrice di consigli ai bisognosi e ascoltatrice DOC. Adoro la moda e i tacchi a spillo. Amo follemente tutto ciò che è poesia e nel tempo libero mi diletto a scrivere versi, che prima o poi farò leggere a qualcuno. Impazzisco per i libri e sono assolutamente convinta che prima o poi andrò a vivere in Provenza (con la mia amica Giulia) a stendere lenzuola bianche in un prato di lavanda.