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Italian Nostalgia: breve giro in 124 come antidoto allo stress del traffico

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Sabato 10 Gennaio 2015

Con i ragazzi dello staff abbiamo fissato per inizio anno un briefing a casa mia, dandoci appuntamento con alcuni di persona, con altri via Skype. Nella riunione sono stati discussi tutti i vari progetti che vorremmo, prima o poi, portare a compimento e le varie modifiche alla struttura di VitadiStile.com. Dopo la parte noiosa (anche se, in realtà, le nostre riunioni non sono mai noiose – gli imprevisti non mancano mai!) con Manuel e Federico abbiamo deciso che, nonostante (o forse proprio per questo…) il sole stesse per tramontare era il caso di fare sgroppare i 110 cavalli (di cui più d’uno in pensione) della 124.

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Visto il poco tempo a disposizione ho deciso di puntare il muso del giallissimo coupè verso la vicina campagna di Corno Giovine. Un’area molto rappresentativa della proverbiale bassa padana, resa particolarmente attraente per due ottimi motivi: strade poco trafficate e edificazione ferma in molti punti da decenni, che consente di tornare indietro nel tempo, aggiungendo il giusto condimento all’ingrediente principale: la guida dell’auto d’epoca.

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Quelli fra voi che hanno provato l’esperienza del muoversi in colonna con un motore lontano dai parametri da propulsore elettrico dei benzina moderni mi capiranno. Non ha senso ricercare il miglior peso potenza, il cambio più efficace, il motore più rabbioso in alto, per poi infilarsi su marmellatose (il termine inglese di “traffic jam” rende molto bene il concetto) strade statali dove andreste più fluidi con una bici da corsa, anche se per chi ama viaggiare è talvolta il prezzo da pagare per giungere alla meta.

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Ogni tanto ci teniamo a segnalarvi zone di particolare interesse per gli amanti della guida, come valvola di sfogo allo stress quotidiano, di strade intasate al ritorno dal lavoro, che mai vorreste percorrere con la vostra classica. E’ questo il pregio dell’area incastonata tra Codogno, Cremona e la sponda lombarda del fiume più grande d’Italia, su cui Piacenza si affaccia. Proprio da Piacenza, che seguendoci avete imparato a conoscere, è partito il mini-tour, in particolare possiamo situare l’ipotetica partenza da Piazzale Milano, la porta Nord dell’antica città.

Mappa

Superato il ponte che attraversa il Pò si è subito in Lombardia (una vera e propria provincia “di frontiera” la nostra), a San Rocco al Porto. Senza entrare in paese, si gira a destra per San Fiorano, lambendo il paradisiaco parco della Formec Biffi: non è un miraggio, i cigni, i laghetti e tutto il resto sono il concreto biglietto da visita dell’azienda alimentare. Si tira dritto e superata la rotonda si prosegue fino a sotto il cavalcavia che, posizionato su una curva, porta a scalare in terza e sentire il bramo del bialbero e, nel mio caso, dello scarico non proprio nuovo di fabbrica.

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Arrivati al bivio si tiene per la principale e si giunge a San Francesco – San Pietro, facendo attenzione alla vostra sinistra, nei pressi dell’apprezzata Osteria dell’Angelo c’è sempre un bel via vai. Mentre le strada continua a scorrere a distanza di pochi Km dal fiume, proseguite fino al bivio per Santo Stefano Lodigiano e lasciate il paese alla sinistra. Da qui in poi le altre vetture iniziano a farsi sporadiche e l’urbanizzazione meno recente, lasciando spazio a chiuse, ponticelli, rogge e casali.

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In primo piano i due tasti che comandano fari e strumenti, con reostato.

Dalla partenza sono passati poco più di 20 minuti ed il gruppo motore e trasmissione è ormai in temperatura, la guida è fluida, vibrazioni e risonanze sono diminuite, anche se mai si assestano del tutto. Il sole è calato, restando solo quella luminosità diffusa fioca, tra il rosa ed il blu, che porta ad accendere l’illuminazione degli strumenti (separata dai fari sulla 124). Corno Giovine arriva fin troppo presto, così decidiamo di proseguire senza una destinazione precisa, inforcando le strade secondarie in base all’istinto.

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L’ambiente solitario ed il tramonto intimistico hanno ispirato Federico, il nostro fotografo, che si è sbizzarrito, salendo e scendendo dalla 124. Con il freddo umido dell’esterno, era sempre un piacere tornare nel caldo dell’abitacolo, impregnato del caratteristico odore “Fiat anni ’60” (presto nelle migliori profumerie per le vostre signore) derivato da mix di benzina, oli, tessuti vintage e materiali “esotici”.

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Vista di fronte sembra proprio una Dino…

Ad un certo punto la strada si interrompe in un accesso privato e facciamo marcia indietro, il clima si è fatto più rigido e scattare al buio non è più proficuo. Tempo di girare la macchina per fare le ultime foto e i 4 fari del 124 puntano verso casa, ripercorrendo la strada fatta all’andata. Le piccole carreggiate vengono illuminate a giorno dai fari allo Jodio della coupè Fiat, anabbaglianti e fari di profondità compiono tutt’ora egregiamente il loro compito, pronti ad un nuovo viaggio.

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Classe 1988, nato a Codogno e laureato in Giurisprudenza, dopo qualche mese nel mondo della selezione del personale, ora sono District Manager per un gruppo assicurativo francese. Petrolhead da sempre, mi divido tra fotografia (di cui mi dovrò decidere a frequentare un corso) e degustazioni. Il tutto accompagnato dal costante confronto con i fondamentali del social media mktg. Con VitadiStile facciamo divulgazione storica del mondo dell'auto e diamo spazio a giovani appassionati.