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500 vs 500: generazioni a confronto

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Ormai non capita troppo spesso di incrociare sulla propria strada un’auto che ha rappresentato la rinascita dell’Italia, una rivoluzione su quattro ruote nata in quel boom economico che appare così lontano in tempi di crisi nera come quelli attuali. La 500 seppe muovere un intero paese che correva verso il progresso e la prima grande motorizzazione di massa: per molti giovani la piccola di casa Fiat, prodotta a partire dal 1957 in innumerevoli versioni, ha rappresentato la prima automobile…naturalmente ottenuta in prestito dopo una settimana (se si era fortunati) passata ad implorare il capofamiglia. E magari solo per passare sotto casa della fidanzata affacciata da un’ora alla finestra.

Nel terzo millennio 500 è diventata sinonimo di utilitaria di lusso. Un paragone tanto, troppo riduttivo: scegliere una 500 non significa mettere in garage uno status symbol ma portare a casa un pezzo di storia dell’automobilismo italiano. Qualcuno potrebbe storcere il naso davanti ad una simile affermazione, altri potrebbero tirare in causa la produzione ormai delocalizzata in Polonia e Serbia che poco spazio concede al made in Italy. I tempi sono cambiati, il mondo dell’industria e le generazioni alla guida pure ma la 500 non cambia: la sua anima è quella di una volta, di quando nel 1957 uscì dalla catena di montaggio del Lingotto per rilanciare un’Italia molto più genuina rispetto a quella attuale.

La 500 è conosciuta in lungo e in largo, in Italia e nel resto del mondo ma questo è più che risaputo. Quello che state leggendo non è nemmeno un articolo tecnico dove si snocciolano aridi numeri dedicati a prestazioni e caratteristiche del motore. Questo pezzo vuole essere un tentativo di incontro tra due generazioni: fin troppo spesso chi guida una 500 storica storce il naso davanti ai modelli del terzo millennio; pare quasi di assistere ad uno scontro generazionale tra la nuova e la vecchia guardia di cinquecentisti. Ma perché far collidere due filosofie che condividono lo stesso spirito a trent’anni di distanza? Perché mettere a confronto auto così diverse ma così intimamente simili?

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Mettersi all guida di una 500, oggi come allora è una scelta di vita. Quando si gira la chiave certo l’elettronica prende il sopravvento ma quel cruscotto dove le lancette si inseguono spinge la mente a pensare al passato, a quella piccola nicchia dove bastavano tre spie per segnalare un guasto o la scarsità di carburante. Quando si sfiora il cruscotto in tinta con quei tre pulsanti nel mezzo non si può che pensare a chi, quarant’anni prima, effettuava movimenti non troppo dissimili su strade del tutto diverse. Magari con lo stress accumulato dopo un giorno di lavoro o con la gioia per la nascita di un nuovo figlio. Sì, ci sarebbe stato spazio anche per lui sulla piccola 500.

Oggi come allora la 500 è un’auto da tutti i giorni, una macchina che ben poco tempo resta ferma in garage. Lorenzo Achilli, fortunato quanto scrupoloso proprietario della 500L del servizio, conserva nel bagagliaio frontale una stuoia per la spiaggia. La piccola utilitaria non teme certo qualche uscita fuori porta e sembra quasi la sorella minore della ben più giovane 500 Lounge.

Ma è dunque possibile mettere d’accordo vecchi e nuovi proprietari di 500? Certo: la questione non dovrebbe nemmeno porsi. Questi scatti in bianco e nero sono testimonianza del forte legame che unisce due epoche diverse ma emozioni tanto simili che fanno pensare ad un piccolo viaggio nel tempo. Il sorriso di Francesca pare quasi essere uscito da un film girato negli anni Cinquanta eppure è stato catturato dallo scatto di Federico solo qualche settimana fa. L’essere cinquecentisti non ha epoca, neppure oggi quando un’auto si sfrutta al massimo e poi si svende per comprarne una nuova: essere cinquecentisti significa essere diversi ma farlo con umiltà e senza fretta. Le stesse doti con le quali la piccola 500 conquistò il paese.

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Classe 1988, nato a Piacenza, sono dottore in Giurisprudenza e redattore per Sportpiacenza.it. Collaboro attivamente con un forum di Fantacalcio e scrivo pezzi, dai contorni semi-seri, dedicati alla mia città. Appassionato di informatica, fantascienza in ogni sua declinazione e teatro mi sono avvicinato soltanto da poco al mondo dell’auto d’epoca. Inguaribile nostalgico, setaccio la rete a caccia di video di Gran Premi anni ‘70 e rally che hanno fatto storia. Come sogno nel cassetto ho una muscle car, magari una Corvette di fine anni Sessanta.