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Centenario Maserati ad Avezzano

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Per celebrare il centesimo compleanno di un marchio tanto prestigioso e esclusivo quanto mitico come quello Maserati non è necessario un pellegrinaggio a Modena e partecipare agli eventi ufficiali, è sufficiente una giornata (meglio se soleggiata) di passione, allegria e belle macchine.

Si abusa spesso del termine passione, ma non tutto ciò che è attaccamento o simpatia viscerale a qualcosa può essere intesa come passione. La vera passione, è la comunanza e la condivisione di valori, principi e obiettivi che, nel nostro caso, hanno reso possibile la sopravvivenza- con l’augurio di altri cento di questi giorni!- di un marchio come quello Maserati fino ad oggi.

Questa è la passione che si respirava ad Avezzano nel week-end del 6 e 7 settembre, dove 23 auto appartenenti ai vari momenti storici della storia Maserati si sono concesse al pubblico per essere viste, ammirate, studiate e capite. Siccome queste sono vere e proprie opere d’arte, beni culturali nel senso normativo del termine, devono comunicare oltre la stretta cerchia degli appassionati e parlare anche a chi oggi non si è mai avvicinato a questo mondo: questo è stato il compito degli equipaggi e degli organizzatori a cui vanno i nostri complimenti per la straordinaria riuscita dell’evento.

Il proprietario di auto storiche e di prestigio, quando animato da vera passione, non teme di mostrare la propria “pride and joy” per dirla all’americana ed è ben felice di rispondere alle domande di chi vuole sapere e capire di più. E così il fiero e discreto proprietario dell’A6 1500 6 cilindri Pininfarina del 1950 così come i giovani proprietari delle serie Biturbo e derivate, delle “moderne” 3200 GT, Quattroporte IV e V, Granturismo e nuova Ghibli. Quest’ultima certo non ha il fascino di quella del 1968-72 ma è certamente la giusta e coerente evoluzione – quattroporte di indubbio cuore sportivo – della serie 1993-1997.

Due parole vanno altresì dedicate alla Ghibli 4900 SS in uno splendido giallo Modena presente al raduno di Avezzano. Auto strepitosa in una livrea impeccabile dove spiccavano gli adesivi e i ricordi delle sue innumerevoli avventure e partecipazione ai raduni di mezza Europa. All’arrivo in Piazza Risorgimento il propulsore a carter secco ha cominciato a dare segni di insofferenza ai regimi “bassi”, costringendo il proprietario a sostituire le candele senza peraltro risolvere il problema dello scoppio della benzina negli scarichi.

Al nastro di partenza per la gara di regolarità, hanno sfilato in ordine di anno di costruzione: l’eleganza evocativa dell’A6 che con il suo 6 cilindri di 1500 cc ha incantato il pubblico che in silenzio ne ascoltava il sussurro rotondo e ovattato, la sportività abbagliante della Ghibli che nonostante qualche noia elettrica ha esaltato i presenti con il sound fin troppo accattivante dell’8 cilindri di Giulio Alfieri che inevitabilmente riportava alla mente i duelli con le coeve Miura o Daytona. A seguire la bella Citroen Maserati che ha segnato il connubio “in house” della Casa francese con quella di Modena attraverso l’installazione del propulsore di 2700 cc 6 cilindri capace di regalare alla lussuosa berlina un inedito spunto sportivo.

Particolare menzione si meritano le tante e belle biturbo presenti al Centenario ad Avezzano, dalla 425 alla 2.24v, dalla Ghibli Cup alla QP4, diverse interpretazioni del concetto biturbo unite però dall’estrema cura a loro riservata dai proprietari che, cosa piuttosto rara per queste auto, si presentavano tutte impeccabili e perfettamente funzionanti; i 6 cilindri qualunque fosse la cilindrata, sono sempre pronti e scattanti alla minima sollecitazione.

La passione per il Tridente è più viva che mai, lo è sempre stata ed è quell’eterna scintilla che illumina gli occhi dei veri appassionati, quella cosa che emoziona ed illumina il viso quando si sente un ruggito in lontananza, quando si tocca l’auto, quando ci si scatta una foto con lei, quando si riesce a vedere davvero l’opera d’arte senza il bisogno di giudicare. La passione non “ubriaca” come qualcuno sostiene, al contrario, ci rende molto pignoli ed esigenti nell’interesse ultimo della conservazione e del miglioramento dell’automobile come fonte di soddisfazione e condivisione, mettendo in secondo piano tutto, valore economico di scambio, opportunità, contabilità spiccia o anche solo la semplice voglia di apparire.

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Classe '76, Dottore di ricerca, libero professionista e Master Sommelier FIS, coltivo da sempre la passione del vino e delle auto d'epoca. In entrambi i settori concentro il mio interesse sulle produzioni italiane di eccellenza come strumenti di crescita economica e diffusione della nostra cultura nel mondo. Punti deboli? Le supercar '60 e '70 ed i grandi rossi dell'Etna!