Viaggi

Guida al deserto di VitadiStile

By  | 

Il deserto é sempre stato nei sogni dell’uomo: la solitudine, l’enormità, il sentirsi schiacciato dal vuoto attorno a sé.

Ovviamente io non sono da meno.

Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia, non si vede nulla, non si sente nulla, e tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio.

Antoine de Saint Exupery

DSC_1004 DSC_1000 DSC_0887 DSC_0885 DSC_0714 DSC_0665 (1) DSC_0616 DSC_0170 DSC_0513DSC_0318 DSC_0233

Sono stato per la prima volta nel deserto del Sahara a cinque anni.
Da allora una piccola parte di me é rimasta laggiù, e ogni volta che torno é come se trovassi me stesso.

Ora però non voglio parlare di quanto sia incredibile, incantevole, enorme e schiacciante il Sahara (a quello ci pensano già le fotografie scattate tra Egitto, Tunisia, Sudan e Algeria), ma bensì di uno dei piaceri più grandi, ovvero andare nel deserto con la propria automobile.

Chiunque abbia in mente di intraprendere un viaggio breve o lungo che sia nel Sahara dovrebbe seguire alcune regole fondamentali riguardanti l’automobile e l’equipaggiamento

L’AUTOMOBILE

Lungi da me scatenare putiferi (mai mettersi a discutere di fuoristrada con dei fuoristradisti), qui mi limiterò a parlare secondo la mia esperienza.Innanzitutto, qualsiasi fuoristrada in forma é più che adatto a questo tipo di viaggio.

Ognuno ha le sue preferenze su marchi e modelli ovviamente, e in ogni caso per districarsi tra dune, chott (laghi fangosi salati tipici della Tunisia), piste e rocce sono d’obbligo marce ridotte, differenziali bloccanti e un’altezza da terra generosa. Tra gli accessori che non dovrebbero mai mancare si devono citare lo snorkel, che consente di rialzare la presa d’aria e filtrare ulteriormente l’aria da mandare nel motore, protezioni per lo sterzo, i differenziali e (per Land Rover) la parte inferiore delle portiere.

DSC_0901

Quasi sempre gli interventi di modifica come sospensioni estreme, bull bar e pneumatici enormi sono assolutamente superflui: spesso vanno anzi a influire negativamente sulla distribuzione del peso e sulle performance dell’auto nel deserto.

L’automobile deve essere spoglia dell’inutile e del futile e deve essere più leggera possibile per scivolare al meglio sopra le dune. Ammortizzatori e sospensioni dovrebbero essere sostituiti con modelli più robusti di quelli di fabbrica e soprattutto più rigidi, per garantire un supporto migliore quando l’auto é carica e una resistenza maggiore alle andature elevate sulle corrugate piste africane.
L’esperienza inoltre mi ha insegnato che l’auto dovrebbe essere alimentata a diesel, principalmente per l’autonomia e per la maggiore coppia, indispensabile durante il fuoristrada più duro.
Se intendete recarvi nel deserto con un fuoristrada d’epoca (cosa estremamente affascinante) assicuratevi però che sia in perfette condizioni e che la potenza limitata a volte può essere d’impaccio insieme al comfort quasi sempre “medievale”: ricordatevi che spesso bisogna guidare per più di dieci ore al giorno in condizioni sfavorevoli e terreni difficili.

DSC_0842  DSC_0948 (1)  DSC_0982DSC_0964 DSC_0205DSC_0948 DSC_0592

 

L’EQUIPAGGIAMENTO

Iniziamo da tre punti semplici ma fondamentali: il carburante, l’acqua e il cibo.
Il carburante dovrebbe essere diesel per alcune ragioni estremamente pratiche. Una auto diesel consuma enormemente meno di una equivalente auto a benzina. Meno consumi significa autonomia maggiore (credetemi, quando dovete fare 1400km in un giorno o passare 20 giorni senza contatti con la civiltà l’autonomia é tutto), e soprattutto meno quantità di carburante da far portare in groppa alla nostra fuoristrada. Inoltre, la benzina ha una reattività al calore e alle cadute che la rende pericolosissima da trasportare.
Dopo questo preambolo, quanto gasolio é effettivamente necessario portarci dietro dipende esclusivamente dalle nostre necessità, tenendo conto che in una giornata di dune si possono fare pochi chilometri e consumare anche metà serbatoio.
Un ottimo escamotage é l’installazione di serbatoi aggiuntivi nell’automobile, e ricorrere sempre alle vecchie fidate taniche militari. Queste ultime andrebbero posizionate in un luogo facile da raggiungere e “sicuro”. Personalmente ho sempre scelto il portapacchi sul tetto dell’auto che consente di agganciarle saldamente e di eseguire rifornimenti rapidi.

L’acqua dipende ancora una volta da voi, e comunque va divisa tra quella potabile e quella “di servizio”, usata ad esempio per lavarvi. Le quantità vanno scelte attentamente per non rischiare di rimanere “a secco” durante il proprio viaggio, e la distribuzione dei pesi di carburante e acqua é cruciale per un corretto assetto della vettura.

Arriviamo quindi al terzo punto: il cibo.
La risposta é semplice: scatolette.
Oggi si possono comperare, attraverso i canali specifici per fuoristradisti, eccellenti frigoriferi a 12v per auto che consentono di portare con sé cibo fresco come frutta e verdura e soprattutto di refrigerare le bevande.
In ogni caso, tenete conto che i pranzi “veloci” nel deserto saranno sempre accompagnati dall’apriscatole. Durante la sera ci si può concedere un relax maggiore dopo aver fatto campo, permettendosi anche di cucinare pasti caldi come pasta, carne o verdure cotte.

DSC_1020 (1)
Finita la cena però arriva il problema dell’uomo moderno: dormire.
Chi ama il campeggio, dormire nel sacco a pelo e svegliarsi in mezzo alla natura non avrà problemi, ma tutti gli altri non devono temere, in quanto la vita nel deserto può essere più confortevole di quanto si può immaginare.
Personalmente sconsiglio la tenda. Per quanto io la ami, dopo qualche notte questa sarà piena di sabbia e il piacere di montarla si trasformerà in un incubo dopo una giornata intensa di guida nel deserto. Esistono piuttosto alternative molto più semplici e comode.
Prima tra queste la cosiddetta “air camping”, ovvero una vera e propria tenda che, con un meccanismo a soffietto si ripiega insieme alla sua scaletta sul tetto dell’auto. É semplice, veloce, vi tiene lontano dalla sabbia e dalle piccole bestiole striscianti e una volta ripiegata é compatta ed in linea con il look dell’automobile.
L’alternativa quasi di lusso é rendere abitabile la propria automobile, trasformandola in una due posti più letto. Questa opzione richiede tanto lavoro, manualità e inventiva, ma aumenterà incredibilmente il comfort.
Parliamo poi dell’equipaggiamento più inerente alla guida fuoristrada: non possono naturalmente mancare piastre da sabbia, pale, scalette e dispositivi di sollevamento dell’auto come le binde, cric appositi per l’uso in fuoristrada. Per quanto diventerete esperti di guida nel Sahara vi capiterà di insabbiarvi più di frequente di quanto si possa immaginare.Pezzi di ricambio d’obbligo sono cinghie, filtri del gasolio e dell’aria, senza dimenticare due ruote di scorta e olio per motore e differenziali.

Arriviamo all’ultimo punto, forse il più importante, ovvero come non perdersi.
In vendita si trovano centinaia di navigatori satellitari, ma nessuno di questi vi sarà utile nel deserto. Ciò che idealmente si dovrebbe avere in macchina é un modello per uso navale (guidare nel deserto non é poi così diverso dal navigare in mezzo al mare). Le cartine sono naturalmente utili e ancora di più se sono installate su tablet o computer portatili, che consentono un livello di dettaglio enorme.
Alla fine però quello che veramente conta é con chi deciderete di affrontare il deserto. Avventurarsi da soli é un’idea sconsigliabile pure ai più esperti, e nel gruppo dovrebbe esserci almeno una persona che sappia cosa fare in caso di emergenza, come comportarsi e come orientarsi, senza contare un telefono satellitare. Il deserto può diventare un luogo estremamente pericoloso.

In ogni caso, un’esperienza del Sahara la consiglio a tutti.
Chiunque rimarrà stregato dagli spazi, dai colori, dai contrasti, dall’infinito…
E troverà sabbia ovunque per settimane una volta tornato a casa.

 

DSC_0966 DSC_0881 DSC_0310DSC_0911  DSC_0882 DSC_0877  DSC_0871DSC_0868  DSC_0708DSC_0550  DSC_0325DSC_0514 DSC_0217 DSC_0882 (1)DSC_0875  100_5313.JPG

 

Avatar

Nato a Pavia nel 1992, ho vissuto in varie parti d'Italia seguendo la famiglia e, più tardi, seguendo i miei studi in biologia. I viaggi sono una delle mie grandi passioni, ed é proprio viaggiando che mi sono ammalato d'Africa. Landroverista da sempre e proprietario di Defender, amo girare per il mondo e fotografarlo: sin da quando sono bambino ho una macchina fotografica in mano, e un giorno spero di coronare il mio sogno di diventare un fotografo professionista. Adoro le automobili in maniera viscerale. Quelle inglesi mi fanno tremare le gambe.